Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Come sputtanare un talento enorme ovvero la storia di MICHAEL CIMINO…
Ebbe coraggio, Michael Cimino, il coraggio di essere visionario in un mondo di affaristi, il coraggio di voler fare le cose a modo suo, come voleva, contro tutto e tutti.
Ma era anche un folle, cari amici dei Mutzhi Mambo, una persona disturbata, al limite del patologico: deliri di onnipotenza, dispotico sul set, spesso completamente non connesso con la realtà.
Per non parlare di come si era conciato alla fine, con più plastiche facciali di Nina Moric…
Grazie a “Il cacciatore”, era diventato il simbolo della “New Hollywood” negli Anni Settanta, la stagione più gloriosa della mecca del cinema, assieme a Francis Ford Coppola, Oliver Stone, Martin Scorsese.
Poi l'incubo: “I cancelli del cielo”, film peraltro molto bello, si rivela un flop colossale, epocale, anche per colpa delle manie di onnipotenza di Cimino che fa lievitare i costi di produzione in modo esorbitante.
E a Hollywood ti perdonano tutto ma non un flop, specie se annunciato...
Da allora, Cimino verrà considerato "il regista maledetto", così come lo fu Erich von Stroheim nei decenni precedenti. 
Ad un certo punto stava sul cazzo a tutti: i veterani lo consideravano un vigliacco antipatriottico, i liberal, un razzista, gli Italo americani, uno sponsor della mafia…
La sua storia d'amore con gli Studios hollywoodiani era ormai terminata.
Ma lui ha continuato a realizzare (poche) pellicole, non molto riuscite in verità, ma sempre interessanti, in nome della gloria che lo abbracciò anni prima, fino a lasciare tutto e arrendersi all’evidenza… 
Michael Cimino nasce a New York il 3 febbraio del 1939. 
Il suo cognome deriva da Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, da dove i nonni emigrarono per gli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento.
Cresciuto fra la Grande Mela e Old Westbury, a Long Island, una volta entrato a scuola, viene da subito indicato come un bambino prodigio. 
I signori Cimino prospettano quindi un futuro luminosissimo per il figlio, che però, nonostante le sue grandi capacità intuitive e intellettive, preferisce bighellonare con gli altri bambini del quartiere, fatto che lo porta spesso a scontrarsi con la famiglia. 
Entra nell'esercito come riserva, un'esperienza che gli sarà molto utile quando si troverà a raccontare storie di uomini d'armi sul grande schermo.
Sensibilissimo alla pittura, si laurea in Belle Arti nel 1961, specializzandosi nel 1963.
Alla regia arriva tardi: in realtà, a suo dire, è un architetto mancato...
Nel 1971 è fra gli sceneggiatori di “2002: la seconda Odissea”, sequel apocrifo di “2001: Odissea nello spazio”.
Incontra Clint Eastwood che ne apprezza le qualità e l'originalità e lo ingaggia per la Malpaso, la sua società di produzione.
Nel 1973 con John Milius scrive il mitologico “Una 44 magnum per l'ispettore Callaghan”.
L'esordio alla regia è nella pubblicità mentre il primo film è del 1974: dirige proprio Clint Eastwood e Jeff Bridges nel fantastico “Una calibro 20 per lo specialista”.
Si nota già qui il gusto tutto personale per un certo lato tragicomico della vita, accostato alla secca violenza dei personaggi, in contrasto con dei paesaggi naturali magnificamente ripresi.
Il film ottiene un buon successo internazionale, e funge da trampolino di lancio per Cimino che può cominciare a pensare a progetti più ambiziosi.
Dopo averne visti sfumare un paio, nel 1976 inizia a girare “Il cacciatore”.
A inizio riprese la sceneggiatura non è ancora finita ma è completo il cast, da un gruppo di giovani attori, alcuni dei quali destinati a diventare superstar: Robert De Niro, Meryl Streep, Christopher Walken, John Savage, John Cazale; quest’ultimo attore-simbolo di alcuni cult del periodo, da “Il padrino” a “La conversazione” a “Quel pomeriggio di un giorno da cani”.
Cazale ha un tumore ai polmoni, Cimino è l'unico a saperlo, per questo le sue scene vengono girate per prime.
L'attore non vedrà il film finito. 
Prende intanto forma quello che si sarebbe rivelato uno dei capolavori della storia del cinema, un film-monumento del filone dedicato alla guerra in Vietnam, riflessione sul conflitto che devastò l'America e sulle conseguenze sociali e psicologiche sui soldati che vi parteciparono (e vi sopravvissero). 
Le sequenze del Vietnam si girano in Birmania, Bangkok diventa Saigon, le cascate del Niagara fanno da sfondo alle scene di caccia.
Il film viene presentato al Festival di Berlino, è costato 15 milioni di dollari e ne incassa 50 milioni solo negli Usa. 
Un successo incredibile, alcune sequenze memorabili, come la celeberrima roulette russa, entrano nell'immaginario collettivo; il film ottiene nove nomination agli Oscar, conquista cinque statuette fra cui quelle per il miglior film e la migliore regia. 
Un risultato che, tuttavia, Cimino non riuscirà più a bissare.
Il 1980 è l'anno de “I cancelli del cielo”, western epico che racconta una contesa fra proprietari terrieri e immigrati europei nel Wyoming di fine Ottocento. 
Nel cast ci sono fra gli altri Kris Kristofferson, Christopher Walken, John Hurt, Isabelle Huppert, Joseph Cotten, Jeff Bridges. 
La produzione è un delirio: scene ripetute decine e decine di volte, scenografie abbattute e ricostruite, centinaia di comparse.
Il progetto si rivela troppo ambizioso, i costi lievitano fino a diventare il quadruplo del budget iniziale, cosa che comporta numerose battute d'arresto nelle riprese.
Iniziano a circolare voci sul carattere del regista, dispotico, prepotente, in costante delirio di onnipotenza.
All'uscita, il film incassa poco più di tre milioni di dollari negli Stati Uniti (ne era costati circa 44), e le recensioni negative lo trasformano in uno dei più fragorosi flop della storia di Hollywood.
La United Artists, che lo distribuisce, è al collasso, già provata dal fiasco di “Stardust Memories” di Woody Allen, e dopo sessantuno anni di onorato servizio finisce in bancarotta, venendo rilevata dalla Transamerica. 
Al collasso anche la reputazione di Cimino che con un colpo si gioca la fama e il prestigio conquistati grazie a “Il cacciatore”.
La sua carriera si interrompe.
I produttori si vendicano, e non solo con lui: dopo questo epico fallimento, le major assumeranno un controllo ferreo sul final cut di ogni film, e ogni regista che sforerà il budget di mezzo dollaro dovrà pagare di tasca sua. 
Il fallimento di Cimino non sarà solo affar suo: sancirà anche la fine del movimento degli autori e, di fatto, della New Hollywood.
Sorvegliato a vista, Cimino torna dietro alla macchina da presa cinque anni dopo, nel 1984, grazie a Dino De Laurentiis, che gli affida il bellissimo noir “L'anno del dragone”, con un Mickey Rourke mai così in forma, nel ruolo di un poliziotto-sceriffo segnato, anche lui, dal trauma del Vietnam.
Ma anche stavolta è un mezzo fiasco: tra l’altro la comunità sino-americana accusa il film di essere razzista perché dipinge Chinatown sostanzialmente come un covo di delinquenti.
Negli anni successivi il regista realizzerà (tra grandi difficoltà) solo tre film. 
“Il siciliano” (1987), tratto dal controverso romanzo di Mario Puzo, racconta la figura del bandito Salvatore Giuliano; il protagonista è Christophe Lambert che, pur forte all'epoca di un certo appeal commerciale, non basta per far ottenere al film il successo necessario. 
Questa volte le critiche arrivano perché lo spietato criminale siciliano viene descritto come un romantico e fascinoso Robin Hood de noantri, cosa che è totalmente diversa dalla realtà storica…
Nel 1990, Cimino ci riprova con “Ore disperate”, buon remake del film di William Wyler, con Humphrey Bogart, del 1955.
Di nuovo Mickey Rourke, evaso che con una banda criminale prende in ostaggio la famiglia di Anthony Hopkins, ancora un reduce del Vietnam. 
“Verso il sole”, del 1996, rappresenta di fatto il congedo di Cimino dal cinema.
Jon Seda è Brandon Monroe, criminale navajo gravemente malato in fuga verso le montagne sacre del suo popolo d'origine, convinto del loro potere salvifico. Prende in ostaggio Michael Reynolds (Woody Harrelson), il dottore che gli ha tolto ogni speranza. 
Il film nomanca di momenti di gran cinema, ma nel complesso risulta un filo stucchevole…
Poche speranze anche per il regista, che praticamente scompare dalla circolazione. Salvo partecipare, nel 2007, a “Chacun son cinéma”, film a episodi ideato e prodotto da Gilles Jacob per festeggiare i 60 anni del Festival di Cannes.
Però, già prima dell'isolamento si racconta che Cimino avesse iniziato a comportarsi in modo strano.
Lo vedono lavorare in sale buie, oscurate con delle tende nere, dove tutti devono parlare sottovoce.
Tiene costantemente un fazzoletto a coprirgli il volto.
Nessuno può fotografarlo o riprendere in alcun modo la sua immagine.
Intanto circolano voci di ogni genere, come ad esempio, quelle legate all'età: all'anagrafe risulta nato nel 1939 ma sul suo passaporto c’è scritto 1959.
I pettegolezzi si scatenano soprattutto intorno alla trasformazione del suo aspetto, roba da far impallidire Patty Pravo. 
Si maligna addirittura che si sia sottoposto a un'operazione per cambiare sesso.
In un'intervista a Vanity Fair, al giornalista che gli chiede conto della metamorfosi, parla di come si mangiava male sui set e quindi della semplice decisione di perdere peso, di un piccolo intervento per sistemare una mascella "non perfettamente allineata" e "una bocca troppo piccola".
Nega però di aver subito interventi agli zigomi e di essere diventato biondo: "lo sono sempre stato"...
Nel 2001, pubblica il suo primo romanzo "Big Jane", ottenendo il premio letterario Lucien Barrière.
Il grande regista muore il 2 luglio 2016: il suo corpo verrà ritrovato senza vita nella sua casa di Los Angeles.
Data infausta: l’ “anarchico” di Hollywood non sarà più un problema per l’establishment e il cinema perderà uno dei più bravi esteti della violenza…
Onore a Michael Cimino!

"Tu hai qualcosa dentro. Io non vado a caccia con gli stronzi!"
Michael Vronsky/Robert De Niro – Il Cacciatore

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