Oggi sarà una puntata un po' speciale di questa vostra rubrica, il personaggio che vogliamo festeggiare non è propriamente propriamente Pulp, ma chissenefrega, noi gli dobbiamo ugualmente moltissimo: al favoloso BILL WATTERSON infatti dobbiamo "Calvin & Hobbes"!
Bill Watterson è un genio, sia della penna, sia del pennello.
Raramente si è vista una tale sintonia fra abilità di narrazione, freschezza di descrizione e capacità di sintesi, con un tratto così efficacemente stilizzato ma nel contempo curatissimo e raffinato.
Questo straordinario fumettista dal carattere ombroso (vive da recluso con sua moglie e non concede a nessuno interviste) ma dal tratto magico, ha inventato una strip che è entrata a pieno titolo, insieme ai Peanuts e a Mafalda, nella Trimurti dei fumetti, di quelli arguti e intelligenti tanto da comunicare a tutti, vecchi e bambini, il loro umorismo e la loro poesia.
E rispetto a Schultz e Quino, Watterson ha una marcia in più: il suo bambino è un “bambino”, non un adulto nel corpo di un bambino.
Non è un personaggio complessato o politicizzato che l’autore inserisce in un contesto infantile per aumentare l’efficacia della sua ironia: Calvin riesce a farci ridere perché ha proprio la geniale inventiva dei bambini.
Inoltre col piccolo Calvin, così iperattivo e dissociato (invero ai limiti della psichiatria!), non ha solamente messo in scena i deliri avventurosi dei piccoli, ha creato un personaggio a tutto tondo, unico, simpaticissimo, tenero ma a volte pure inquietante.
I suoi deliri ad occhi aperti, i suoi viaggi visionari (dove, di volta in volta, è un esploratore spaziale, un dinosauro, un alieno..) sono un vero e proprio omaggio alla cultura Pulp, quella proprio dei film di serie z, quella più ingenua e infantile, quella dei mostri, insomma!
Oltretutto, in questi mostri o eroi dello spazio Calvin ci crede davvero, ci si immedesima fino in fondo, come solo un bimbo può fare.
Ma attenzione!
Non prendeteci per dei rincoglioniti o dei nerd regrediti alla fase infantile!
E non vi azzardate a pensare che i fumetti di “Calvin & Hobbes” siano roba per bambini,
Se avete questa idea, significa che non li avete mai letti: sono in realtà strisce raffinatissime che un bambino non può capire appieno…
Hanno sì, una “confezione” fanciullesca, coi loro disegni morbidi e buffi ma sono una finestra sull’immaginario infantile, così naturalmente e potentemente visionario, offerta con ironia a noi adulti ormai avari di quella fantasia.
E poi Watterson ci sta simpatico per un altro motivo: perché non ha mai concesso i diritti dei suoi personaggi al merchandising per non turbare la purezza delle sue creature.
Poteva fare i miliardi con la cartigenica con su stampato Hobbes, ha preferito fare i milioni da vero signore.
William Boyd Watterson II nasce a Washington, D.C. il 5 luglio del 1958.
Suo padre è un avvocato specializzato in brevetti.
La famiglia si trasferisce a Chagrin Falls, in Ohio, nel 1965, quando Watterson ha sei anni, perché sua madre vuole stare più vicina alla famiglia e sente che la piccola città è un buon posto per crescere i suoi due figli, Bill e Thomas.
Watterson realizza il suo primo cartoon all'età di otto anni e trascorre molta dell'infanzia in solitudine, disegnando fumetti in continuazione, cosa che continuerà a fare durante i suoi anni scolastici.
In questo periodo scopre le strisce di Pogo, Krazy Kat e dei Peanuts che successivamente ispirareranno e influenzeranno la sua decisione di diventare fumettista di professione.
In un'occasione, quando è in quarta elementare, scrive una lettera a Charles Schulz, che, con somma sorpresa di Watterson, gli risponde, facendo su di lui una grande impressione e incrementando la sua ammirazione per l’autore di Charlie Brown.
I suoi genitori, invece di prenderlo a scappellotti e piantarlo sui libri, lo incoraggiano nei suoi interessi artistici.
Più tardi, lo rammenteranno come un "bambino conservatore", fantasioso, ma non certo al livello del personaggio di Calvin che in seguito creerà.
Watterson, durante le scuole primarie e secondarie, continua imperterrito a creare fumetti di super eroi usando i suoi amici come personaggi e contribuendo con le sue vignette al giornale scolastico e all'annuario.
Dal 1976 al 1980, Watterson frequenta il Kenyon College e si laurea in scienze politiche.
Ha già deciso di diventare un fumettista ma sente che i suoi studi lo aiuteranno a passare al cartooning professionale.
Più tardi, quando Watterson crea i nomi per i personaggi del suo fumetto, decide per Calvin, dal severo riformatore protestante John Calvin, e Hobbes, dal cinico filosofo sociale Thomas Hobbes.
Già da queste scelte si può vedere dove va a parare la sua personale “filosofia” riguardo all’umanità....
Watterson viene ispirato dal lavoro del fumettista politico del “Cincinnati Enquirer” Jim Borgman, che attualmente disegna la celebre striscia Zits, e decide di provare a seguire lo stesso percorso di carriera di Borgman, che a sua volta offre sostegno e incoraggiamento all’aspirante artista.
Dopo la laurea, Bill viene assunto in prova il “Cincinnati Post”, ma scopre rapidamente che il lavoro di satira politica che gli viene richiesto è pieno di sfide inaspettate che gli impediscono di adempiere ai suoi doveri secondo gli standard prestabiliti per lui.
Non ultima di queste sfide è la sua scarsa familiarità con la scena politica di Cincinnati, poiché non ha mai abitato nella città: il “Post” lo licenzia senza nemmeno aspettare che il suo contratto sia scaduto.
In seguito si unisce a una piccola agenzia pubblicitaria e vi lavora per quattro anni come designer, creando pubblicità per generi alimentari mentre continua a lavorare anche ai propri progetti.
Come artista freelance, Watterson disegna altre opere per vari prodotti, tra cui le copertine per gli album della band di suo fratello, calendari, grafica di abbigliamento, libri educativi, copertine di riviste, poster e cartoline.
“Calvin and Hobbes” viene pubblicato per la prima volta il 18 novembre 1985: Bill si ispira principalmente ai Peanuts di Charles Schulz, a Pogo di Walt Kelly e a Krazy Kat di George Herriman, nonché alle meravigliose, oniriche tavole del “Little Nemo” di Winsor McCay.
Come molti artisti, Watterson incorporerà elementi autobiografici, ad esempio, il suo hobby come ciclista e il suo gatto Sprite, che ispira molto la personalità e le caratteristiche fisiche della tigre Hobbes.
Watterson trascorre gran parte della sua carriera cercando di cambiare il clima dei fumetti pubblicati sui giornali: ritiene che il valore artistico dei comics sia progressivamente indebolito e che lo spazio che occupano sui giornali diminuisce continuamente, soggetto a capricci arbitrari di editori miopi.
Inoltre afferma che l'arte non deve essere giudicata dal mezzo per cui è stata creata, non e vero che le strisce valgano meno di un quadro, insomma, non c'è arte "alta" o arte "bassa", solo arte!
Come dargli torto?
Per anni, Watterson combatterà contro le pressioni degli editori per commercializzare il suo lavoro, qualcosa che a suo avviso indebolirebbe il suo fumetto.
Rifiuta categoricamente di commercializzare le sue creazioni sulla base del fatto che mostrare le immagini di Calvin e Hobbes su tazze, adesivi e magliette, avrebbe svalutato i personaggi e le loro personalità.
Ma la Universal continua a fare pressioni su di lui, anche grazie ad un contratto firmato senza studiarlo a fondo, perché, come nuovo artista, era felice di trovare un sindacato disposto a dargli una possibilità (due sindacati lo avevano ignorato avevano).
Il contratto è così a senso unico che, se la Universal lo volesse veramente, potrebbe concedere la licenza sui suoi personaggi contro la sua volontà, e lo può persino licenziare e far continuare “Calvin e Hobbes” da un nuovo artista.
Fortunatamente la posizione di Watterson alla fine prevale ed è in grado di rinegoziare il suo contratto in modo da ricevere tutti i diritti sul suo lavoro e avere l’ultima parola sull’utilizzo delle sue creature.
In seguito dichiarerà che la lotta per le licenze lo ha talmente esaurito che avrà bisogno di un anno sabbatico nel 1991.
Naturalmente, nonostante gli sforzi di Watterson, vengono pubblicati knockoff non ufficiali, incluse vignette che raffigurano Calvin e Hobbes che bevono alcol o Calvin che urina su un logo.
Watterson liquida questi abusivi come “ladri e vandali”.
Bill è inoltre critico nei confronti del formato prevalente per il fumetto della tavola domenicale.
Il layout tipico consiste di tre righe con otto quadrati totali, che occupano mezza pagina se pubblicati con le dimensioni normali.
Alcuni giornali pero limitano ulteriormente lo spazio e riducono la dimensione della striscia.
Mentre torna dal suo primo anno sabbatico, Watterson discusse con il suo sindacato un nuovo formato per Calvin e Hobbes che gli permetterebbe di usare il suo spazio in modo più efficiente e chede che i giornali lo pubblichino come una mezza pagina.
La Universal promette solamente che avrebbe venduto la striscia come mezza pagina e nient'altro, il che suscita la sua rabbia ma anche il biasimo nei suoi confronti da parte di entrambi i suoi editori e di alcuni colleghi fumettisti.
Alla fine la Universal accetta il compromesso offrire ai giornali una scelta tra la mezza pagina intera o una versione ridotta.
Watterson ci rimette molti soldi e perde spazio in molti giornali ma alla fine lo ritiene un vantaggio perché può offrire ai sui lettori una striscia migliore.
Comunque, il nostro annuncia la fine di “Calvin e Hobbes” il 9 novembre 1995, con una lettera sui giornali in cui dichiara di non riuscire più a sostenere i ritmi di pubblicazione e di voler fare altro.
L'ultima striscia di Calvin e Hobbes viene pubblicata il 31 dicembre 1995.
Dopo la conclusione della sua celebre striscia, Watterson inizia a dedicarsi alla pittura, soprattutto disegnando paesaggi del bosco con suo padre.
Si tiene accuraamentr lontano dagli occhi del pubblico e non darà mai alcuna indicazione dell’intenzione di riprendere “Calvin& Hobbes” o di creare nuovi personaggi.
Non firma autografi né concede in licenza i suoi personaggi, rimanendo fedele ai suoi principi: concede pochissime interviste, scrive qualche sporadico articolo, non si fa fotografare.
Nell'aprile 2011, realizza un dipinto a olio "6x8" del personaggio di Cul de Sac “Petey Otterloop”, per il Progetto di raccolta fondi Team Cul de Sac per il morbo di Parkinson.
Il dipinto è stato il primo nuovo artwork di Watterson che il sindacato ha visto da quando Calvin e Hobbes finirono nel 1995
Nell'ottobre 2013, la rivista odontoiatrica “Mental Floss” (?) pubblica un'intervista con Watterson, la seconda da quando la striscia si è conclusa.
L’autore conferma nuovamente che non riprenderà a disegnare i suoi personaggi e analizza in modo lucido l’impatto dei nuovi media sul destino del fumetto.
Il 26 febbraio 2014, Watterson ha pubblicato il suo primo cartoon dalla fine di “Calvin and Hobbes”: un poster per il documentario “Stripped”.
Nel novembre 2014, pubblica un poster, disegnato espressamente per il Festival internazionale del fumetto di Angoulême 2015, nel quale verrà premiato con il Grand Prix.
Sinceramente siamo dispiaciuti dal suo precoce ritiro ma comunque, complimenti alla coerenza.
Pochi autori sono stati capaci di rifiutare denaro e onori come il nostro e combattere per la propria dignità di autore con la sua tenacia.
Ce ne vogliono di più di persone come lui!
Onore a Bill Watterson!
"La realtà continua a rovinare la mia vita."
Bill Watterson - Calvin & Hobbes