Visto che questo Vostro amato Almanacco si occupa di Pulp (ovvero, con una felice definizione di Tom Prostata/Bebo Storti, di “sangue e merda”), non potevamo non occuparci dell’uomo che ha letteralmente “smerdato” l’arte: il geniale PIERO MANZONI, l’autore di “Merda d’Artista”!
Noi, come ormai sapete benissimo, non ci occupiamo di arte, se non di quella (ingiustamente) definita “minore”, soprattutto fumetti, illustrazioni e FX, più legata a temi e ambienti propriamente Pulp.
Però facciamo volentieri un’eccezione, cari amici dei Mutzhi Mambo, per il grande Piero Manzoni, artista eccentrico che, per primo, ha avuto il merito di concepire la “merda” come prodotto artistico!
Chiaramente, Manzoni non avrebbe potuto esistere come artista, senza l’esperienza carbonara del dadaismo, vero movimento di rottura che, all’inizio del secolo scorso, ha rivoluzionato (o distrutto, a seconda dei punti di vista) il concetto di arte e la figura stessa dell’artista: dopotutto, già Duchamp, nel 1919, aveva esposto un orinale rovesciato come fosse un’opera d’arte…
E Manzoni porterà all’eccesso questo concetto del “ready-made”, dell’opera d’arte già pronta, di provenienza indifferente, legittimata come tale solo dalla volontà dell’artista di renderla tale.
Voleva criticare la figura dell’artista perché “sopravvalutato” dal pubblico, e di conseguenza, del collezionista, interessato solo al “valore” economico dell’opera: lo fa, appunto, prendendo tutti per il culo, con ironia caustica e intelligenza, mettendo in discussione la validità tout-court dell’opera d’arte.
Lo sberleffo dadaista raggiunge col nostro la sua più estrema frontiera…
Intendiamoci, a noi non interessa affatto addentrarci su spinosi (e pallosissimi) terreni concettuali di cosa sia o non sia “arte”: non ne abbiamo le competenze, non è questo lo spazio per farlo e soprattutto non ce ne frega assolutamente un cazzo!
Come non ci frega nulla della valenza artistica o estetica delle opere di Manzoni!
A noi Manzoni ci sta simpatico perché ha avuto il coraggio di inscatolare la sua cacca (o almeno è quello che viene dichiarato nella confezione...), di affermare che è “arte”, e di venderla a peso d’oro!
Se non è genio questo…
Piero Manzoni nasce il 13 luglio del 1933 a Soncino (Cremona). Cresce a Milano, trascorrendo le vacanze estive ad Albisola Marina, in Liguria, dove la famiglia frequenta Lucio Fontana, il fondatore dello Spazialismo, altro grande furbacchione che farà fortuna vendendo tele tagliate e/o bucate…
Si diploma al liceo classico Leone XIII e poi si iscrive alla Facoltà di Legge dell’Università Cattolica di Milano,
I suoi primi lavori sono mediocri paesaggi e ritratti di stampo tradizionale ma nel 1955 inizia a dipingere con le impronte di oggetti banali come chiodi, forbici, ecc.
Nel 1956 Manzoni debutta alla "IV Fiera mercato" del castello Sforzesco di Soncino e scrive il “Manifesto per la scoperta di una zona di immagini”, una breve dichiarazione d’intenti in cui si trovano già i temi principali della sua “poetica”.
Firma anche il “Manifesto contro lo stile” insieme al “Gruppo Nucleare”.
L'anno successivo partecipa alla mostra "Arte Nucleare", presso la galleria San Fedele di Milano: dipinge sagome antropomorfe e quadri con impronte di oggetti; realizza inoltre i primi “Achromes” (1957), grandi superfici bianche imbevute di colla e caolino (un'argilla bianca impiegata nella produzione della ceramica).
Nel 1958 espone insieme a Lucio Fontana e ad Enrico Baj e inizia la collaborazione con Enrico Castellani e Agostino Bonalumi.
Nel 1959 lascia i Nucleari e fonda la rivista "Azimuth", dove compaiono scritti di Vincenzo Agnetti, Nanni Balestrini e Edoardo Sanguineti e illustrazioni di Yves Klein, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Piero Dorazio, Gastone Novelli e Franco Angeli.
Sempre nel 1959, entra in contatto con il Gruppo Zero di Düsseldorf e, oltre a continuare la ricerca sugli "Achrome", inizia a creare oggetti concettuali come le "Linee" e progetta di firmare corpi viventi come se fossero opere d'arte, rilasciando "certificati di autenticità".
Produce pure 45 “corpi d’aria”, semplici palloncini gonfiati, poi rivenduto come “fiato d’artista”.
Lo stesso anno fonda, sempre con Castellani, anche la Galleria Azimut di Milano che diventa centro di produzione artistica anti-informale.
Lo stile di Manzoni diviene sempre più radicale e il 21 luglio del 1960, presenta alla Azimut una delle performance più famose: la "Consumazione dell'arte dinamica del pubblico divorare l'arte".
“Siete invitati il 21 luglio alle 19, a visitare e collaborare direttamente alla consumazione dei lavori di Piero Manzoni”: così recita l’invito con cui il nostro invita il pubblico a “divorare l’arte”, cioè a mangiare uova sode precedentemente “firmate” con l’impronta del suo pollice destro.
Continua a produrre “Linee” e in Danimarca, grazie ad un mecenate, crea quella più lunga (7200 metri) che sigilla in un cilindro di metallo e seppellire affinché possa essere ritrovata casualmente in futuro.
Progetta la “Base magica”, un piedistallo su cui, chiunque ci sale, si eleva “magicamente” ad opera d’arte, e la “Base del Mondo”, un piedistallo rovesciato e piantato a terra nel parco della fabbrica di Henring, che diventa la base su cui si poggia la Terra come opera d’arte.
Fantastico...
Nel 1961, alla Galleria La Tartaruga di Roma, Piero Manzoni firma per la prima volta degli esseri umani trasformandoli in “Sculture viventi”.
Nello stesso anno pone in vendita le leggendarie 90 scatolette di “Merda d'artista”, 30 grammi di feci (forse, nessuno ne ha mai fatto analizzare il contenuto…) confezionate, vendute a pari peso d’oro.
Nel 1962, Manzoni progetta con l'editore Jes Petersen la pubblicazione di un libro dalle pagine bianche: "Piero Manzoni. The Life and the Works".
Il 6 febbraio 1963, Manzoni muore improvvisamente di infarto a Milano, nel suo studio.
Aveva solo 29 anni.
Chissà che cosa ci avrebbe ancora “inscatolato” fosse campato più a lungo…
Di sicuro, se qualcuno afferma che comunque sarebbero state opere di merda, rende solo il giusto omaggio alla memoria del nostro.
Onore a Piero Manzoni!
“Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, c’è solo da vivere”.
Piero Manzoni