Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Nella nostra personale galleria di cattivoni DOC non poteva certo mancare lui: il luciferino DONALD SUTHERLAND!
La proverbiale espressione beffarda e lo sguardo allucinato hanno fatto di Donald Sutherland uno degli interpreti ideali di personaggi negativi, nevrotici, viscidi, traditori, sadici, eccessivi.
Non stupisce che al suo primo provino lo abbiano scartato perché serviva uno con l’aria del buon vicino di casa: Shuterland in effetti ha tutto meno che la faccia del buon vicino di casa...
Così come non stupisce, cari amici dei Mutzhi Mambo, che Fellini lo abbia scelto per il suo “Casanova” perché, secondo il regista, il nostro aveva la “faccia da onanista”, da segaiolo...
Malgrado questo suo ambiguo appeal, nella sua carriera che va avanti da più di mezzo secolo, Sutherland ha saputo destreggiarsi nei peggiori film trash come nelle grandi opere d'autore.
Interprete di quasi 200 pellicole, spesso come protagonista o antagonista principale, e, specie nei casi più recenti, in drammatici ruoli di spessore.
È proprio questa versatilità, unita ad una riconoscibile e segnante fisicità, a fare di lui un interprete così eccezionale. 
Quella faccia da carogna che, sulla carta, poteva fare di lui tutt’al più un caratterista, è diventata con gli anni il suo marchio di fabbrica ma non il suo limite.
È specializzato, è vero, nei film horror, nei war-movie (o comunque nei panni del militare), e nei thriller, ma con un impegno del tutto slegato al nome del regista o alla qualità della sceneggiatura.
Ha lavorato per i più grandi (Aldrich, Fellini, Altman, Bertolucci, Russell, Pakula, Stone, Irving, Howard, Pan Cosmatos, Schumacher, Eastwood, Landis…) ma con la stessa nonchalance e professionalità si è messo a disposizione di produzioni infime e coraggiosamente indipendenti.
Non c’è dubbio: Sutherland è veramente una delle più importanti “facce da cinema” che ci sono a giro a partire dagli anni ’60!
Solita avvertenza prima di iniziare: chiaramente, essendo così nutrita la filmografia di Shuterland, qui ne presenteremo solo una parte…

Donald McNichol Sutherland nasce a Saint John, nel New Brunswick in Canada, il 17 luglio del 1935.
La famiglie è di origini scozzesi, il padre fa l’elettricista. 
Cresce nella piccola città di Bridgewater, in Nuova Scozia, dove a quattordici anni inizia a lavorare come deejay.
Scopre la sua passione per il teatro mentre frequenta la Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Toronto e tenterà, senza successo, d'iscriversi alla London Academy of Music and Dramatic Art.
Dopo un ruolo non accreditato nel drammatico film inglese “Le donne del mondo di notte” (1963), Sutherland fa il suo ufficiale esordio cinematografico proprio nel nostro Paese, nel 1964, interpretando una parte nell'horror "Il castello dei morti vivi", di Luciano Ricci e Lorenzo Sabatini (a.k.a. Herbert Wise e Warren Kiefer), un tremendo pasticciaccio gotico nostrano che però ha un suo perché e vanta, oltre all’esordio del nostro, pure la presenza di Christopher Lee e Philippe Leroy .
Passa poi al bellico “Stato d'allarme” (1965), di James Poe, con Richard Widmark, all’horror “Le cinque chiavi del terrore” (1965), di Freddie Francis, con Christopher Lee e Peter Cushing, e al thriller “Una notte per morire” (1965), di Silvio Narizzano (che, a dispetto del nome è canadese). 
Si vede inoltre in diverse serie tv britanniche.
Due anni dopo interpreta Vernon L. Pinkley in quell'ormai mitica pellicola chiamata "Quella sporca dozzina" (1967), di Robert Aldrich, accanto ad attori del calibro di Lee Marvin, Ernest Borgnine, Robert Ryan, Charles Bronson, John Cassavetes e Telly Savalas.
Nello stesso anno è nel cast dello spy-thriller “Il cervello da un miliardo di dollari”, di Ken Russell, con Michael Caine e Karl Malden, mentre in quello successivo lo si vede nell’heist-movie “I sei della grande rapina”, di Gordon Flemyng, e nel drammatico “Joanna”, di Michael Sarne.
Antimilitarista convinto e attivista in prima linea contro l'intervento americano in Vietnam, Donald ottiene il suo primo grande successo personale grazie al ruolo dell'ufficiale medico Benjamin Franklin "Hawkeye" Pierce nel film satirico di Robert Altman "MASH" (1970), ambientato durante la guerra in Corea.
La farsa goliardica sull'ospedale da campo con continui doppi sensi a sfondo sessuale, uscita in piena guerra del Vietnam, infastidirà non poco le autorità militari, ma otterrà la Palma d'Oro, lanciando Sutherland come attore in campo internazionale. 
Continua con la commedia a sfondo storico “Fate la rivoluzione senza di noi” (1970), di Bud Yorkin, il war-movie “I guerrieri” (1970), di Brian G. Hutton, con Clint Eastwood, l’amaro “Il mondo di Alex” (1970), di Paul Mazursky, la commedia nera “Piccoli omicidi” (1971), di Alan Arkin, e il drammaticissimo “E Johnny prese il fucile” (1971), unica regia di Dalton Trumbo che mette in piedi una fortissima (e per l’epoca assolutamente coraggiosa) denuncia contro gli orrori della guerra. 
Due curiosità: la prima è che il nostro ha la parte nientemeno che di Gesù Cristo (!) e la seconda che le immagini della pellicola saranno riprese dai Metallica per il notissimo video di “One”, cosa che riaccenderà l’interesse per il film dopo anni di oblio.
Shuterland sarà poi il protagonista del noir “Una Squillo per l'ispettore Klute” (1971) di Alan J. Pakula, dove recita accanto a Jane Fonda con cui avrà una relazione per qualche anno.
Lo ritroviamo di nuovo con la Fonda, questa volta in una commedia, “Una squillo per quattro svitati” (1973), di Alan Myerson, poi con Robert Duvall nel poliziesco “I diamanti dell'ispettore Klute” (1973), di Tom Gries, nel thriller “A Venezia... un dicembre rosso shocking” (1973), di Nicolas Roeg, nel western revisionista “Alien Thunder” (1974), di Claude Fournier, nel comico “S.P.Y.S.” (1974), di Irvin Kershner, nel drammatico “Il giorno della locusta” (1975), di John Schlesinger, in cui il nostro interpreta un personaggio che si chiama…Homer Simpson!
Il 1976 è il momento di due celeberrime pellicole italiane: il visionario e grottesco “Casanova”, di Federico Fellini, dove il nostro ha la parte dell'immortale rubacuori veneziano, e il capolavoro di Bernardo Bertolucci “Novecento” (1976), dove interpreta il cinico e malvagio fascista Attila, uno dei villain più odiosi ed estremi della storia del cinema (e uno dei ruoli più disturbanti per l’attore, costretto dal regista a fare cose per lui veramente insopportabili).
Sempre nel 1976 è nel bellico “La notte dell'aquila”, di John Sturges, con Michael Caine, mentre l’anno successivo fa parte dell’allegria sarabanda dell’irresistibile “Ridere per ridere”, di John Landis, e recita nel thriller “...unico indizio, un anello di fumo”, di Stuart Cooper.
Grande annata anche il 1978 col poliziesco “Rosso nel buio”, di Claude Chabrol, tratto da un romanzo di Ed McBain, col goliardico “Animal House”, di John Landis, e col buon remake de “L’invasione degli ultracorpi” di Don Siegel, dal titolo “Terrore dallo spazio profondo”, per la regia di Philip Kaufman.
Il decennio finisce con “Assassinio su commissione” (1979), di Bob Clark, “Un uomo, una donna e una banca” (1979), di Noel Black, “L'isola della paura” (1979), di Don Sharp, e “1855 - La prima grande rapina al treno” (1979), di Michael Crichton.
All'inizio del decennio successivo, Sutherland è nel cast di "Gente comune" (1980) di Robert Redford, ed è il sinistro protagonista dell’ottima spy-story "La cruna dell'ago" (1981), di Richard Marquand, tratto dal romanzo di Ken Follett, ma negli anni ‘80 appare soprattutto in ruoli di secondo piano, spesso (ma non solo…) in produzioni a basso budget.
Come la commedia “A tutto gas” (1981), di Les Rose, con Sterling Hayden; il fantascientifico “A cuore aperto” (1981), di Richard Pearce, con Jeff Goldblum; la commedia scritta da Neil Simon “Per fortuna c'è un ladro in famiglia” (1983), di Herbert Ross; lo scarso remake USA de “I Soliti Ignoti” di Mario Monicelli, dal titolo “Crackers” (1984), per la regia di Louis Malle; il parodistico “Agente Porter al servizio di Sua Maestà” (1984), di Burt Kennedy; il thriller “Prova d'innocenza” (1985), di Desmond Davis, con Faye Dunaway e Christopher Plummer; lo storico “Revolution” (1985), di Hugh Hudson, con Al Pacino e Nastassja Kinsky; il thriller sceneggiato da Elmore Leonard “I delitti del rosario” (1987), di Fred Walton; il thriller del venature soprannaturali “La notte dello sciamano” (1988), di Ralph L. Thomas; il prison -movie “Sorvegliato speciale” (1989), di John Flynn (1989), con Sylvester Stallone; il drammatico “Un'arida stagione bianca” (1989), di Euzhan Palcy, con Susan Sarandon e Marlon Brando.
Negli anni '90, lavora in film come "Fuoco assassino" (1991) di Ron Howard, "JFK - Un caso ancora aperto" (1991) di Oliver Stone, “Grido di pietra” (1991), diretto da un Werner Herzog sottotono, il teen-horror “Buffy, l'ammazzavampiri” (1991), di Fran Rubel Kuzui, “Sei gradi di separazione" (1993) di Fred Schepisi, “Rivelazioni” (1994), di Barry Levinson
Nel 1995 lo vediamo nei panni del militare cospiratore in “Virus Letale”, di Wolfgang Petersen, e lo stesso anno vince un Golden Globe per il TV movie “Cittadino X”, dove interpreta il colonnello sovietico. 
Dopo lo troviamo nel thriller “Il momento di uccidere” (1996), di Joel Schumacher, e negli action “Impatto devastante” (1996), di Robert Geoffrion, e “Shadow Program - Programma segreto” (1997), di George Pan Cosmatos.
Torna all'horror ne “Il terrore dalla sesta luna” (1994), di Stuart Orme, e "Il tocco del male" (1998) di Gregory Hoblit. 
È alle prese con Anthony Hopkins, in “Instinct, istinto primordiale” (1999), di Jon Turteltaub, e con Jamie Lee Curtis nel cupo sci-fi “Virus” (1999), di John Bruno; viene poi diretto da Clint Eastwood nei panni di uno degli attempati astronauti intenti a salvare il pianeta dalla collisione di un satellite in avaria nell’elegiaco “Space Cowboys” (2000).
La sua estrema versatilità rimane intatta nonostante gli anni: appare nel thriller “L'arte della guerra” (2000), diretto da Christian Duguay, nel film di Renzo Martinelli sul caso Moro, “Piazza delle cinque lune” (2003), nell'action movie “The italian job” (2003), di F. Gary Gray, ma anche nell'affresco storico di Minghella “Ritorno a Cold Mountain”, e nell'ovattato Orgoglio e pregiudizio (2006).
È poi ancora nell'horror “An american haunting” (2007), di Courtney Solomon, e come giudice in “Reign over me” (2007), dramma americano post 11 settembre, solo per citare i film più noti. 
Tra il 2008 e il 2011, Sutherland sembra preferire ruoli comici in commedie brillanti e divertenti, nelle quali esprime comunque talento da vendere. Lo vediamo in “Tutti pazzi per l'oro” (2008), “Astroboy” (2009) e “Come ammazzare il capo e vivere felici” (2011), di Seth Gordon, stesso anno in cui interpreta Harry McKenna nell'action “Professione assassino” (2011), di Simon West, con Jason Statham, e Aquila nel bellico romano “The Eagle”, di Kevin Macdonald.
L'anno successivo lo troviamo invece nel giallo “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore, e nel thriller “Assassin's Bullet - Il target dell'assassino”, di Isaac Florentine.
Purtroppo prenderà pare alla trilogia “Hunger Games”…
Lo vorrà poi un altro regista italiano, Paolo Virzì, per affidargli il ruolo del protagonista, accanto a Helen Mirren, del road movie “Ella & John - The Leisure Seeker”. 
Nel 2018 gli assegnano un sacrosanto Oscar alla carriera.
Ora aspettiamo di vederlo nel fantascentifico “Ad Astra”, del bravo James Gray.
Divorziato da Lois Hardwick e da Shirley Douglas (madre dei gemelli Rachel e Kiefer Sutherland), Donald Sutherland è sposato con l'attrice franco-canadese Francine Racette, con la quale vive da vent'anni. 
I due attori hanno avuto tre figli: Roeg, Rossif e Angus Redford.
Certo, per alcuni gli anni sembrano non passare mai…
Può darsi che, dopo aver interpretato cosi tanti cattivoni, a Sutherland si siano rafforzati gli anticorpi! 
Tanti auguri, Donald!

“Bestie! Schiavi! Merda! Basta con la musica, questa non è una Balera! Non avete rispetto per i nostri morti?”
Attila Melanchini/Donald Sutherland – Novecento

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