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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Ecco a voi una vera canaglia! 
Il signore ritratto nella foto segnaletica è il grande EDWARD BUNKER, cari amici dei Mutzhi Mambo, esimio autore di magnifiche crime novel, nonché delinquente seriale.
Quando si parla della formazione di uno scrittore, spesso si dice che è la vita stessa la migliore università che abbia mai frequentato: nel caso di Bunker questa affermazione diventa legge. 
Anzi, Edward Bunker di professione faceva il “fuori-legge”! 
Da sempre!
Nel suo curriculum non ci sono corsi di letteratura creativa, università, titoli di studio, ma piuttosto rapine, truffe, spaccio, estorsione, carceri e, non meno importanti, una manciata di romanzi battuti a macchina dietro le sbarre.
Era un vero border-line destinato a una fine disperata di emarginazione sociale, finché non ha scoperto la propria vena letteraria e niente è stato più come prima…
I suoi libri, cari amici dei Mutzhi Mambo, sono potenti, spietati e sinceri ritratti criminali che hanno pochi rivali in quanto a disperato realismo.
Edward Heward Bunker nasce a Los Angeles il 31 dicembre del 1933 e il suo primo incontro con le forze dell’ordine si verifica ancora prima che impari a camminare sulle sue gambe: sua madre, una corista, e suo padre, un macchinista di scena, bevono entrambi di brutto e ogni sera litigano ferocemente, tanto che i vicini sono costretti a chiedere di frequente l’intervento della polizia. 
Ben presto i due divorziano e Eddie finisce in affido a una casa famiglia, ma ben presto trova il modo di scappare. 
Tra i 6 e i 15 anni fa su e giu tra orfanotrofi, scuole militari e rifugi per senzatetto, e siccome ha cominciato a dedicarsi a furti e taccheggio, non passa molto prima che gli orfanotrofi vengano sostituiti dai riformatori.
In galera Eddie dimostra fin da subito di sapersi muovere.
A differenza di molti galeotti che si battono il petto millantando di aver studiato alla “street school”, lui sulla strada ci è cresciuto davvero, sa che per farsi rispettare bisogna essere i primi a colpire, come sa che per essere lasciati in pace bisogna fingersi pazzi, sennò ti inchiappettano (e non nel senso metaforico…). 
Sa anche che nessun carcere è a prova di evasione, ma non sa ancora che nessuna evasione è definitiva, così nel 1950 fa uno scatto di carriera e passa dal riformatorio al carcere vero e proprio. 
All’età di 17 anni Eddie entra nella prigione di San Quintino e lo fa da pioniere: è la persona più giovane ad aver mai messo piede dietro le sbarre del carcere californiano! 
Ed è qui, in una cella d’isolamento di San Quintino, che Bunker scopre la scrittura.
Nella cella accanto alla sua è recluso un condannato a morte di nome Caryl Chessman. 
Al tempo Chessman non ha ancora pubblicato “Cella 2455 braccio della morte”, l’opera che lo renderà famoso, ma già scrive e alcune settimane prima aveva fatto avere a Bunker una rivista letteraria con dentro un suo racconto. 
Edward legge il racconto e nella sua mente si fa strada l’idea di provarci…
Così, dopo aver chiesto a due amici, l’attrice Louise Fazenda e il produttore Hal B Wallis, di procurargli una macchina da scrivere, Bunker comincia a battere le prime pagine di “Come una bestia feroce”.
Ma se guadagnarsi da vivere onestamente per Eddie è sempre stato difficile, passare da galeotto a scrittore lo è forse di più. 
A 22 anni il ragazzo viene rilasciato per buona condotta e si ritrova di nuovo in strada. 
Per qualche anno riesce a cavarsela con lavori saltuari, ma in pochi sono disposti ad assumerlo e ciò contribuirà a riportarlo fuori carreggiata.
Tra il 1960 e il 1970 Bunker organizza rapine, truffe e spaccio, fa dentro e fuori dalle galere ma riesce sempre a scampare condanne importanti.
Finché nel 1972 la polizia decide di pedinarlo e lo sorprende mentre tenta di rapinare una banca.
Eddie si becca cinque anni e torna in carcere, e un’altra volta è la prigione a spingerlo verso la scrittura. 
In vent’anni, Bunker scrive 6 romanzi e 50 racconti, ma nonostante alcuni incoraggiamenti da addetti ai lavori dell’editoria, non riesce a pubblicare nulla. 
In carcere rimette mano a “Come una bestia feroce” e nel 1973 riesce finalmente a farlo pubblicare. 
Dustin Hoffman opziona i diritti cinematografici per il libro, e questo consente a Bunker, quando esce con la condizionale, nel 1975, di avere un gruzzolo sufficiente a tenersi alla larga dai guai.
Da qui tutto comincia a girare.
Nel 1977 Bunker pubblica il suo secondo libro, “Animal Factory”, e comincia a collaborare con il cinema come consulente sceneggiatore e attore (sebbene quasi sempre in ruli di cameo). 
Dietro le sbarre aveva conosciuto Danny Trejo, che riconosce ai provini del film “A trenta secondi dalla fine” di Andrei Konchalovsky (in realtà l’attore messicano era lì per addestrare il cast alle scene di combattimento) e lo fa assumere come attore per un ruolo di contorno.
Quando nel 1992 Tarantino decide di scritturarlo per il ruolo di Mr. Blue per il suo esordio in “Le Iene”, Edward Bunker non vede le sbarre da quasi vent’anni, ha una moglie, tre libri all’attivo ed è considerato uno degli autori più originali e autentici della scena letteraria (tanto da guadagnarsi lodi dallo stesso James Ellroy).
Finalmente, Bunker sembra aver raggiunto una situazione di equilibrio, il che non è necessariamente una cosa rasserenante. 
L’adrenalina outlaw a volte gli manca, ma quando accade, un attimo dopo ricorda tutti i tribunali e le fetide celle che ha occupato…
Negli anni successivi scriverà altri due romanzi (tra cui il meraviglioso “Cane mangia cane”), una straordinaria autobiografia (“Educazione di una canaglia”), apparirà in altri dieci film e avrà un figlio.
Muore il 19 luglio 2005, durante un’operazione dovuta a complicazioni del suo diabete, all’età di 71 anni. 
Dal suo primo, magnifico libro, "Come una bestia feroce", è stato tratto l'altrettanto magnifico "Vigilato Speciale" (1978), di Ulu Grosbard, con un Dustin Hoffman in stato di grazia. 
Da “Animal Factory” (2000) ci ha tratto un buon film Steve Buscemi, mentre con “Cane mangia Cane” (2016), Paul Schrader non riesce a mantenere la splendida tensione del romanzo.
Tanto è inutile fare i moralisti: per scrivere bene certa roba, non basta il talento, ci vuole l'esperienza…
Onore a Edward Bunker!

"A essere sinceri, il fatto che avessi ucciso qualcuno non era una sorpresa. Molte volte, nel corso della mia vita, avevo deciso di uccidere, rifiutandomi di pensare al significato del mio gesto o alle sue conseguenze. In un'occasione o due avevo cercato di farlo in un'esplosione di rabbia, ma o non avevo trovato armi disponibili o la vittima era riuscita a cavarsela. L'idea di uccidere non mi aveva mai provocato crisi di coscienza. Il mio sistema di valori veniva dalla jungla del riformatorio e della prigione. Non avevo mai udito nessuno denunciare l'omicidio dal punto di vista morale. Qualcuno giudicava la violenza una cosa poco furba o stupida, però mai sbagliata o malvagia."
Edward Bunker - Come una bestia feroce

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