QUANDO L'ORRORE È UN FATTO DI CLASSE
L'elegante signore ritratto nella foto è il grandissimo regista inglese JAMES WHALE, cari amici dei Mutzhi Mambo, una delle figure più drammatiche e interessanti della Babilonia Hollywoodiana.
Fu un autore colto e raffinato, capace di spaziare con eleganza tra generi diversi.
Dotato di qualità geniali di composizione e concentrazione drammatica, Whale è considerato tuttora uno dei rinnovatori del genere fantastico cinematografico americano, oltre che dei primi gay dichiarati del mondo di Hollywood.
Per questa ragione era frequentemente oggetto di scherno e di em, arginazione, al punto tale da ricevere i simpatico soprannome di "Queen of Hollywood", invece che di "King"!
Negli anni e nei decenni successivi alla sua morte, Whale è stato spesso citato come vera e propria icona della cinema horror, nonostante abbia diretto anche film di tutt'altro genere.
Ma senza dubbio il suo apporto all’orrore è stato indispensabile, anche per l’ironia, la genialità e l’eleganza formale che hanno contraddistinto le sue opere.
Senza autori come lui, i film "de paura", sarebbero rimasti un prodotto di semplice intrattenimento, pura "spazzatura".
Però dalla spazzatura, si sa, nascono i fiori migliori...
James Whale nasce a Dudley, in Inghilterra, il 22 luglio del 1889.
Di famiglia operaia e sesto di sette figli, non intende seguire i fratelli in miniera e, per campare, inizia a fare il ciabattino e a scrivere canzonette.
Durante la Grande Guerra viene fatto prigioniero e passa il tempo a dirigere i suoi compagni del campo di detenzione, mettendo in scena spettacoli teatrali.
Congedato col grado di tenente, torna in Inghilterra dove inizia a lavorare come attore, scenografo e regista teatrale; nel 1930 finisce col collaborare (non accreditato) col miliardario pazzo Howard Hughes alla realizzazione del primo vero e proprio kolossal/bidone, "Gli angeli dell'inferno", sulle mirabolanti imprese dei prodi aviatori americani.
Il film costa uno sproposito ma incassa tantissimo e apre al nostro Whale le dorate porte di Hollywood.
Nel '31, l'occasione della vita: gli propongono l'adattamento cinematografico del “Frankenstein” di Mary Shelley!
Il meticolosissimo regista inglese (da vero artigiano d'altri tempi si occupa personamente di ogni aspetto della produzione, comprese le scenografie e il sonoro), si ispira all’amato cinema espressionista tedesco, a pellicole come "Il Golem", "Il Gabinetto del Dottor Caligari", "Il Castello degli Spettri", per creare uno splendido horror gotico che è entrato a gamba tesa nel nostro immaginario.
La facciona truccatissima di Boris Karloff turberà i sogni di intere generazioni e rimarrà il "volto" ufficiale della Creatura.
Dopo, Whale dirige altri capolavori come "Il Castello Maledetto" (1932), "L'uomo invisibile" (1933), e lo stracult "La moglie di Frankenstein" (1935).
Ma nel '37 inciampa in questioni di politica estera: un suo film, "The Road back" (1937), il seguito di "Niente di nuovo sul fronte occidentale", risulta sgradito ai nazisti che, prima della guerra, hanno ancora una profonda influenza sull'industria culturale americana, tanto che riusciranno a far boicottare il film e a isolare il regista.
Dirige ancora altri b-movie e film interessanti, tra cui “La maschera di ferro” (1939), e “Inferno verde”, (1940), una sorta di precursore dei vari Indiana Jones.
Il colpo di grazia alla sua carriera arriva ha quando confessa pubblicamente, per primo a Hollywood, di essere omosessuale.
Naturalmente, dopo non gli daranno più da lavorare (l’ultimo suo capolavoro è il noir “Hello out there”, del 1949, dal dramma di William Saroyan, che però non riuscirà a trovare una distribuzione), e alla fine non trova di meglio che suicidarsi, affogandosi in piscina il 29 maggio del 1957.
Rimangono i suoi film, ricchi di fascino , di suspense e, perché no, di un bel po'di humor che non guasta mai, per non scivolare nel ridicolo…
Onore a James Whale!
Nota a margine: Nel 1998 è uscito il bel biopic "Demoni e dei", diretto da Bill Condon, con uno strepitoso Ian McKeller nella parte di Whale, che narra gli ultimi giorni dello sfortunato regista inglese. Consigliatissimo!
"Non dovevo violare i misteri della vita: la morte è sacra, e io l'ho profanata."
Dottor Frankenstein/Colin Clive - La moglie di Frankenstein