Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Sarà vero che si mangiava i bambini?
Di questo non abbiamo prove, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma che la magnifica GALE SONDERGAARD fosse sposata a un comunista, le prove ci sono!
Tanto che, poveretta, ha avuto la carriera rovinata durante la famigerata “caccia alle streghe” del Senatore McCarthy, quando il marito regista fu arrestato per attività anti-americane e gli fu impedito di lavorare per vent’anni...
A dirla tutta, un po’strega in effetti lo era, la nostra Gale Sondergaard, specializzata com’era in ruoli di cattiva, di Dark Lady, fra le più inquietanti del periodo.
Addirittura una strega la doveva interpretare davvero, ne “Il Mago di Oz”, ma era un po’ troppo bella per quella parte…
Sorniona, manipolatrice, astuta, pericolosa, sinistra: questi sono gli aggettivi che meglio descrivono i ruoli interpretati da Gale Sondergaard, ruoli che l’hanno resa una delle attrici più talentuose mai viste sullo schermo e una delle leggende del cinema noir.
Dotata di una bellezza dai tratti piuttosto marcati, sopracciglia arcuate, una bocca favolosa e un sorriso irresistibile, la Sondergaard è riuscita, nelle sue svariate interpretazioni, a minacciare, intimidire e terrorizzare le più grandi star di Hollywood.
È persino riuscita a spaventare Bette Davis, nel film "The Letter", e senza dire una parola!
La malvagità della Sondergaard era ormai un marchio di fabbrica, ma era davvero capace di interpretare qualsiasi ruolo.
Poi però sono arrivati i “rossi”. E quelli facevano paura davvero…
Edith Holm Sondergaard (così all’anagrafe) nasce a Litchfield, in Minnesota, il 15 febbraio del 1899, da genitori di origine danese.
Si laurea all'Università del Minnesota, dove si avvicina al teatro. Studia alla Minneapolis School of Dramatic Arts, prima di unirsi alla Keller Shakespeare Company; appare in diverse produzioni della Gilda, tra cui "Major Barbara" nel 1928. 
È anche una delle tre attrici a interpretare Nina Leeds nella produzione di Broadway di "Strange Interlude" di Eugene O'Neill.
Nel 1930 si sposa con Herbert J. Biberman, uno scrittore e un dirigente della Theatre Guild. 
Suo marito va a cercare lavoro a Hollywood e lei, con riluttanza, lo segue nella Mecca del cinema ma, sebbene abbia una vasta esperienza sul palcoscenico, non ha nessuna intenzione di diventare un'attrice cinematografica. 
Ci penserà il regista Mervyn LeRoy, a farle cambiare idea, offrendole un ruolo chiave nel suo film “Avorio nero” (1936), un dramma sentimentale ambientato in epoca napoleonica.
La Sondergaard accetta la parte e si becca l’Oscar come miglior attrice non protagonista, il primo in assoluto assegnato per questa categoria.
Il suo secondo ruolo è nel melenso “La vergine di Salem” (1937), un dramma ambientato nel ‘600, diretto da Frank Lloyd; curiosamente parla della “caccia alle streghe”, quella vera.
Profetico…
Successivamente è nel cast del drammatico “Settimo Cielo” (1937), di Henry King, prima pellicola con James Stewart protagonista, e recita come antagonista di Paul Muni in “Emilio Zola”, di William Dieterle, film che vince il premio Oscar come miglior film nel 1937. 
Sempre con Muni e Dieterle, recita nello storico “Il conquistatore del Messico” (1939), e lo stesso anno è nel cast del giallo “Il fantasma di mezzanotte”, di Elliott Nugent.
Viene scritturata per interpretare la strega malvagia ne “Il Mago di Oz” ma viene sostituita da Margaret Hamilton perché più arcigna (e più disponibile ad affrontare le lunghe sessioni di make-up necessarie per il ruolo…).
Il ruolo più celebre della Sondergaard è quello della moglie sinistra e astuta a cui Bette Davis uccide il marito con cui aveva una tresca, nel torbido noir “Ombre malesi” (1940).
Sempre nel 1940, la nostra interpreta il kolossal fantastico “Alla ricerca della felicità”, di Walter Lang, e “Il segno di Zorro”, di Ruben Mamoulian, con Tyrone Power e Basil Rathbone.
Con Rathbone, è protagonista del giallo a tinte horror “The Black Cat” (1941), di Albert S. Rogell, insieme ad Alan Ladd e Bela Lugosi, ispirato all’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, dello spionistico “Paris Calling” (1941), di Edwin L. Marin.
Ancora di spie si parla ne “Lo Scorpione d’Oro” (1942), di Sidney Lanfield, e in “Enemy Agenti Meet Ellery Queen” (1942).
Da segnalare poi: il thriller “La morte viene dall'ombra” (1942), di Richard Wallace, l’avventuroso “L'isola dei peccati dimenticati” (1943), di Edgar G. Ulmer, il bellico “The Strange Death of Adolf Hitler” (1943), di James P. Hogan, “La donna ragno” (1944), nona pellicola di Sherlock Holmes, di Roy William Neill, l’horror fantascientifico “La rivincita dell'uomo invisibile” (1944), di Ford Beebe, l’horror di ambientazione operistica “La voce magica” (1944), di George Waggner, “Arsenio Lupin” (1944), di Ford Beebe, “The Spider Woman Strikes Back” (1946), di Arthur Lubin, lo storico “Anna e il re del Siam” (1946), di John Cromwell, “Se ci sei batti due colpi” (1946), di Charles Barton, con Gianni e Pinotto.
Nel 1947 suo marito Biberman, nel frattempo diventato regista “impegnato” e fortemente “politicizzato”, entra nella lista dei famigerati "Hollywood 10", cioè i dieci personaggi di Hollywood accusati di essere sostenitori del regime sovietico e sovversivi.
Viene arrestato dopo essersi rifiutato di testimoniare davanti al Comitato della Camera sulle attività non americane, e si fa sei mesi in carcere. 
Naturalmente dopo non lo fa più lavorare nessuno…
Nel 1951, la Sondergaard viene citata in giudizio e le viene ordinato di testimoniare. 
Si presenta in tribunale abbronzata e con indosso un elegante abito bianco e nero a quadri: pur convenendo che i comitati del Congresso dovrebbero indagare sulle attività sovversive, afferma anche che “questo comitato sta facendo un lavoro infamante" e si appella al quinto emendamento rifiutandosi di rispondere.
La sua carriera cinematografica sostanzialmente si conclude qua! 
Negli anni successivi lavora in teatro, e, dopo vent’anni di esilio, torna sugli schermi, diretta dal marito, con "Slaves" (1969).
Fra le ultime pellicole si ricordano l’horror “Savage Intruder” (1970), di Donald Wolfe, "La vendetta dell’uomo chiamato cavallo" (1976), di Irving Kershner e la sua ultima apparizione nell’horror “Echoes” (1982), di Arthur Allan Seidelman.
Madre di due figli, la divina cattiva muore per trombosi cardiovascolare a Woodland Hills, in California, il 14 agosto del 1985.
Con lei se n’è andata un po’ di malvagità, è vero, ma anche tanta, tanta bellezza!
Onore a Gale Sondergaard!

E visto che si parlava di Poe, la citazione è tutta sua:

“Era un animale di notevoli proporzioni e bellezza, tutto nero e dotato di un'intelligenza sbalorditiva. A tale proposito, mia moglie, incline in cuor suo alla superstizione, faceva continue allusioni alla inveterata credenza popolare che considera tutti i gatti neri streghe travestite...”
Edgar Allan Poe – Il Gatto Nero

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