Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Ferragosto col “botto”, cari amici dei Mutzhi Mambo, con una vera “bomba” sexy!
Per festeggiare degnamente la festa religiosa dell'Assunzione di Maria, niente di meglio che un angelo come la fantasmagorica BARBARA BOUCHET, la vice-regina del cinema di genere italiano!
Come bellezza non era certo seconda a nessuno ma diciamo “vice” perché la prima icona del Pulp nostrano in assoluto è la Fenech, e su questo non ci sono discussioni, vero?
Poi, chiaramente, entrano in campo i gusti personali, ma qui si fa un discorso oggettivo...
Ah, già, piccola premessa: chi conosce Barbara Bouchet perché è la mamma del cuoco della TV, può tranquillamente smettere di leggere questo Almanacco. Anzi, è proprio pregato di farlo!

Barbara Bouchet22Tutti se la devono ricordare come la diva del periodo d’oro della commedia sexy, del giallo all’italiana, del poliziottesco!
Perché ricordarsi della Bouchet è, oltre che un dovere, un vero piacere, per gli occhi, per il cuore e per il….
Oltretutto è pure simpatica e senza troppi peli sulla lingua (almeno così sembra nelle interviste…).
É stata una delle attrici più belle e sensuali del nostro cinema nonché l'antesignana di tutte le eroine del "grindhouse". 
Molto amata da Quentin Tarantino e tutta la sua combriccola (Eli Roth, Robert Rodriguez, Rob Zombie…), la Bouchet non è solo un'interprete coi fiocchi e uno splendore della natura ma anche un capolavoro di stile, che avrebbe sicuramente meritato qualche tributo in più (ma per fortuna siam sempre in tempo). 
Ma forse è chiedere troppo per una donna che ha rappresentato il cinema italiano di serie B degli Anni Settanta in tutto il suo lato trash, violento, morboso, pruriginoso, sessista, sporco e cattivo.
Forse, se lo avesse rinnegato, quel cinema lì, se si fosse buttata sul cinema “serio, quello d’ “autore”, quello palloso, probabilmente avrebbe raccolto di più..
Ma noi le vogliamo bene così!
Bärbel Gutscher (così all’anagrafe) nasce a Reichemberg, nella Repubblica Ceca, il 15 agosto del 1944.
Prima di quattro figli di un fotografo e cameraman, viene al mondo durante l’occupazione nazista.
Ben presto però, l'intera famiglia, dopo essere stata sfollata in un campo profughi, si trasferirisce a San Francisco, in California.
La madre era rimasta largamente colpita, nel suo immaginario, dal sogno americano ma, giunti negli Usa ,si ritrovano invece a lavorare come raccoglitori di cotone in un campo.
Con l'adolescenza, Barbara studia alla Galileo High School, mentre il padre riprende il lavoro di fotografo, non potendo esercitare quello di operatore di camera, dato che non è iscritto al sindacato. 

Barbara Bouchet5
Nel 1959, la nostra vince un concorso di bellezza, aggiudicandosi la fascia di Miss Gidget, grazie al suo ragazzo di allora, che aveva mandato una sua foto agli organizzatori del concorso che la vogliono immediatamente per la manifestazione. 
Da quel momento in poi, le si aprono le strade della moda e dei concorsi di bellezza, grazie ai quali riesce ad acquistare altri titoli, come quello di Miss China Beach, e a partecipare al corpo di giovani ballerini del KPIX Dance Party dal ’59 al ’62.
È un'amica di suo padre, una modella che lavora a Hollywood, a convincere Barbara che sicuramente nel cinema avrebbe trovato un lavoro stabile come attrice.
Lei non se lo fa ripetere due volte e si trasferisce, ospitata a casa della donna; cambia pure il nome (il suo non si pronuncia proprio e poi fa troppo crucca…) in Barbara Bouchet, che fa tanto Paris…
La sua carriera di attrice inizialmente non decolla: infatti l'unico contratto firmato è quello per una pubblicità di parrucche.
Per il resto, purtroppo, si vedrà costretta ad accettare ancora dei lavori come modella, apparendo nelle copertine di moltissime riviste. 
Notata dal produttore Martin Melcher, riesce finalmente a essere introdotta a Hollywood, ma inizialmente solo come comparsa. 
Dal film con Bob Hope, Michèlle Mercier e Yvonne De Carlo “I guai di papà” (1964) di Jack Arnold alle pellicole di J. Lee Thompson, da “La signora e i suoi mariti” (1964) con Paul Newman, Robert Mitchum, Dean Martin e Gene Kelly a “I due seduttori” (1964) con Marlon Brando e David Niven, passando per “Scusa, me lo presti tuo marito” (1964) di Jack Lemmon.
Sempre nel 1964, recita nel telefilm “The Rogues”, ancora una volta con Niven, poi passa di nuovo al cinema con “Donne v'insegno come si seduce un uomo” (1964), di Richard Quine, con Natalie Wood e Henry Fonda. 
Ha solo 17 anni, quando riesce a fare colpo su Otto Preminger, il quale le offre un contratto per 7 anni come attrice.
Riesce così ad avere un ruolo importante nella sua pellicola “Prima vittoria” (1965) accanto a John Wayne e Kirk Douglas e in “Agente H.A.R.M.” (1966), di Gerd Oswald.

Barbara Bouchet6I film vanno così bene che in America la proclamano nuova star dell'anno, ma purtroppo alla gloria non si accompagna il lavoro: inoltre la vita degli Studios non fa decisamente per lei per via delle troppe costrizioni cui si dovrebbe dovuta sottoporre. 
Così si presenta da Preminger, a New York, per recedere dal suo contratto: lui lì per lì rimane di sasso (non capita tutti i giorni una che se ne vuole andare di sua spontanea volontà), però ne comprende le ragioni e la spedisce da un altro produttore che aveva chiesto di lei. 
Questi la porta con sé a Cannes, dove viene avvicinata dal produttore italiano Carlo Ponti che le propone di girare un film con Michelangelo Antonioni, a Londra. 
Lei vuole sottoporsi al provino e, proprio mentre è in partenza per la capitale britannica, conosce all'aeroporto Charles K. Feldman, un altro produttore cinematografico, che le propone una parte in “Casino Royale” (1967): se accetta, la Bouchet sarà Miss Moneypenny, la mitica segretaria di 007.
È indecisa, ma poi sceglie di fare il provino con Antonioni (?) che però non sembra particolarmente colpito da lei...
Chiaramente, a questo punto, torna sui suoi passi e accetta al volo il ruolo nel film di 007, firmando un nuovo contratto da 7 anni con Feldman, che solo alla morte di quest'ultimo la libererà dai vincoli lavorativi imposti. 
Pur con tutte le ormai leggendarie difficolta produttive (si avvicendano ben cinque registi: John Huston, Ken Hughes, Val Guest, Robert Paris e Joseph McGrath), “Casino Royale” al botteghino va più che bene e l'attrice si troverà a lavorare ancora con Niven, ma anche con Peter Sellers, Orson Welles, Woody Allen, William Holden, John Huston e Jean-Paul Belmondo. 
È protagonista dello spionistico “La mano che uccide” (1967), di Seth Holt ed è nel cast dell’avventuroso “Fino allo spasimo” (1969), di Wray Davies.
Dopo un numero consistente di apparizioni nella televisione statunitense, principalmente in telefilm come “Il virginiano” (1967), “Tarzan” (1968) e “Star Trek” (1968), arriva in Italia per girare “Sweet Charity” (1969) di Bob Fosse, il melenso remake americano de “Le Notti di Cabiria” di Fellini.
Qui Barbara conosce Piero Zuffi che la vuole nel suo poliziesco “Colpo rovente” (1970), con Carmelo Bene (!).
Esplode immediatamente il "fenomeno Bouchet": in soli sei mesi diventa una delle attrici più apprezzate della prima generazione della commedia sexy italiana, apparendo senza veli in riviste soft-erotiche come “Playmen Italia”.
La Bouchet trova l'America nel Belpaese e di fatto non abbandonerà mai la penisola. 
Arriva a lavorare perfino sei giorni alla settimana, in pellicole dove spesso si ritrova a recitare senza neanche uno straccio di copione, a partecipare ad una scena, senza sapere in che film andrà montata, perché allora il cinema bis italiano produce coi ritmi di una vera e propria industria.
La Bouchet, in questo senso, è la donna che ci vuole: è bellissima, se la cava a recitare e si spoglia senza fare troppe storie...
Dopotutto sono i primi tempi dove si possono mostrare le tette al vento e il nudo femminile viene utilizzato per sopperire alla perenne mancanza di idee e di mezzi nel cinema di quegli anni.
Tanto agli spettatori un po’di coscia e un capezzolo qua e là gli basta…
E ora parte la sfilza di titoloni!
Sentite che roba!

Barbara Bouchet7Si comincia con commedie e decamerotici: “L'asino d'oro: processo per fatti strani contro Lucius Apuleius cittadino romano” (1970), di Sergio Spina, con Paolo Poli; “Il debito coniugale” (1970), di Franco Prosperi, con Lando Buzzanca, Pippo Franco e Anita Ekberg; “Non commettere atti impuri”, di Giulio Petroni, con Marisa Merlini e Luciano Salce; “Il prete sposato” (1971), di Marco Vicario, con Lando Buzzanca, Rossana Podestà ed Enrico Maria Salerno; “Le calde notti di Don Giovanni” (1971), di Alfonso Brescia, il primo film in cui “divide” le scene con la sua storica rivale Edwige Fenech; “Racconti proibiti... di niente vestiti” (1972), di Brunello Rondi, con Rossano Brazzi e Tina Aumont; “Finalmente... le mille e una notte” (1972), di Antonio Margheriti, con Femi Benussi; “La calandria” (1972), di Pasquale Festa Campanile, con Buzzanca e Agostina Belli; “Una cavalla tutta nuda” (1972), di Franco Rossetti, con Renzo Montagnani e Don Backy; “Il tuo piacere è il mio” (1973), di Claudio Racca, con Aldo Giuffrè e la Benussi; “L'anatra all'arancia” (1975), di Luciano Salce, con Ugo Tognazzi e Monica Vitti; “L'amica di mia madre”, di Mauro Ivaldi, con Carmen Villani; “Amore vuol dir gelosia” (1975), di Mauro Severino, con Enrico Montesano e Milena Vukotic; “Spogliamoci così, senza pudor...” (1976), episodio “L’armadio di Troia”, di Sergio Martino, con Alberto Lionello e Nadia Cassini; “40 gradi all'ombra del lenzuolo” (1976), episodio “I soldi in bocca”, di Sergio Martino, con Montesano; “Tutti possono arricchire tranne i poveri” (1976), di Mauro Severino, con Montesano e Anna Mazzamauro; “L'appuntamento” (1977), di Giuliano Biagetti, con Montagnani e Mario Carotenuto; “Come perdere una moglie e trovare un'amante” (1978), di Pasquale Festa Campanile, con Johnny Dorelli; “Sabato, domenica e venerdì” (1979), episodio "Domenica", di Pasquale Festa Campanile, con Michele Placido; “Liquirizia” 1979), di Salvatore Samperi, con Christian De Sica e Carmen Russo; “La moglie in vacanza... l'amante in città” (1980), di Sergio Martino, con la Fenech, Montagnani e Lino Banfi; “Crema, cioccolata e pa... prika” (1981), di Michele Massimo Tarantini, con Montagnani e Silvia Dionisio; “Spaghetti a mezzanotte” (1981), di Sergio Martino, con Banfi e Teo Teocoli; “Perché non facciamo l'amore?” (1982), di Maurizio Lucidi, con Montagnani; “Per favore, occupati di Amelia” (1982), di Flavio Mogherini, con Montagnani e Gianni Cavina.
Praticamente la Storia, con la “esse” maiuscola”, del genere!
Passiamo poi agli erotici propriamente detti (che a noi interessano di più): “Donne sopra, femmine sotto” (1971), di Boro Draskovic, con Margaret Lee; “Alla ricerca del piacere” (1972), di Silvio Amadio, con Rosalba Neri; “Valeria dentro e fuori” (1972), di Brunello Rondi, con Pier Paolo Capponi; “Ancora una volta prima di lasciarci” (1973), di Giuliano Biagetti, con Corrado Pani; “La Badessa di Castro” (1974), di Armando Crispino, con Mara Venier; “La Svergognata” (1974), di Giuliano Biagetti, con Philippe Leroy.
Delle brevi parentesi con l’action “Forza "G" (1972), di Duccio Tessari, e il cinema d’autore, con “Per le antiche scale” (1975), di Mauro Bolognini, e “Sono Fotogenico” (1980), di Dino Risi, e si passa finalmente al thriller, dove si comincia veramente a carburare! 
Il giallo hard-boiled "L'uomo dagli occhi di ghiaccio” (1971), di Alberto De Martino; il thriller alla Dario Argento “La tarantola dal ventre nero” (1971), di Paolo Cavara, con Giancarlo Giannini e Stefania Sandrelli; il thriller–gotico “La Dama Rossa uccide Sette Volte” (1972), di Ennio Miraglia, con Ugo Pagliai; il torbido ma sconclusionato “Casa d'appuntamento” (1972), di Ferdinando Merighi, col sosia di Humphrey Bogart Robert Sacchi; il leggendario “Non si sevizi un paperino” (1972), di Lucio Fulci, con Tomas Milian, Florinda Bolzano e Irene Papa, uno dei più agghiaccianti e riusciti prodotti del giallo all’italiana (la scena in cui la Bouchet si mostra nuda davanti al bambino conturbato è una delle più forti del periodo e avrà qualche guaio con la censura); il giallo in salsa greca “L’Adultera”, di Erricos Andreou

Barbara Bouchet47Finiamo in bellezza con i nostri amati poliziotteschi: il capolavoro “Milano Calibro 9”, di Ferdinando Di Leo, con Gastone Moschin (probabilmente, insieme a “Non si sevizia…” la migliore prova della Bouchet); il violento noir-crime “Un tipo con la faccia strana ti cerca per ucciderti” (1973), di Tullio Micheli, con Christopher Mitchum; il mafia-movie “Quelli che contano” (1974), di Andrea Bianchi, con Henry Silva; il serrato “Con la rabbia agli occhi” (1976), di Antonio Margheriti, con Yul Brinner e Massimo Ranieri; il tesissimo “Diamanti sporchi di sangue” (1978), di Fernando Di Leo, praticamente un remake “rovesciato” di “Milano Calibro 9”, con Claudio Cassinelli e Martin Balsam.
L’ultimo film della Bouchet, prima di una lunghissima pausa di quasi vent’anni dal grande schermo, è il tremendo (nel senso di brutto) action-movie “Diamanti che scottano” (1983), di Sergio Bergonzelli: inguardabile!
Nel frattempo, nel 1974, si era sposata con Luigi Borghese, dal quale avrà due figli: il famigerato chef Alessandro e il barman Massimiliano. 
Il matrimonio si concluderà con una separazione. 
Con il declino della commedia sexy all'italiana, la Bouchet cerca di togliersi di dosso lo status di sex symbol (difficile...) e di entrare in televisione, adattandosi, di quando in quando, anche a qualche ruolo teatrale ("Harold & Maud" o "La presidentessa").
Diventata spalla femminile della coppia Franco & Ciccio prima nel film “Crema, cioccolato e pa... prika” (1981) e poi nella serie tv “Beauty Center Show” (1983), torna a lavorare persino in America nel film tv “Scarlatto e nero” (1983) con Gregory Peck. 
Nel 1985 si lancia nella produzione di una serie di libri e videocassette di aerobica di notevole successo, accompagnate dall'apertura di una palestra a Roma.
Nel contempo, sporadicamente, recita, apparendo in qualche telefilm (“Quelli della speciale”, 1992). 
Poi arriva Tarantino che proclama la Bouchet una delle sue muse ispiratrici e per lei si riaprono le porte del mondo dello spettacolo: ha un piccolo ruolo nel film di Martin Scorsese “Gangs of New York” (2002); entra a lavorare in alcune soap, passando poi a film tv come “Diritto di difesa” (2004), “La provinciale” (2006) e i telefilm “Capri” (2006) e “Ho sposato uno sbirro” (2007). 
Ritorna al cinema accanto a Gérard Depardieu e Franco Nero in “Bastardi” (2007), di Federico Del Zoppo; nel bizzarro “Butterfly zone - Il senso della farfalla” (2009), di Luciano Capponi; nel drammatico “La vita dispari” (2009), di Luca Fantasia; nel malinconico road movie “Easy - Un viaggio facile facile” (2017), di Andrea Magnani; nella black comedy “Metti la nonna in freezer” (2018), di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi.
Felici di questo rinnovato interesse per lei, la aspettiamo però al varco con qualche bel thriller cinico e violento come solo lei sa fare.
Tanti auguri, Divina!

“Dai guardami…hai visto tutto bene? È la prima volta che vedi una donna nuda?”
Patrizia/Barbara Bouchet – Non si sevizia un paperino

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