Ci sono dei momenti in cui l'impegno quotidiano di compilare questo vostro almanacco diventa leggero come una piuma, se abbiamo la gioia di parlare di personaggi come l'immenso ROBERT DE NIRO!
Cari amici dei Mutzhi Mambo, per più di tre decenni De Niro è stato il migliore, il più bravo, il più inimitabile; il suo nome era garanzia che avremmo visto un film per lo meno buono e un bel ritratto di delinquente.
Nessuno come lui ha saputo interpretare e infondere umanità a ruoli scomodi di gangster, mafiosi, reduci, sociopatici, sbirri, sbandati e perfino Frankenstein e Lucifero in persona!
Nessuno come lui ha saputo incarnare sullo schermo la violenza urbana, la brutalità del crimine, la sottile malvagità dell'animo umano, il fascino del lato oscuro della strada e questo è fuori discussione!
Robert Anthony De Niro Jr. nasce a New York il 17 agosto del 1943, figlio di un artista di origini mezze italiane (molisane per la precisione) e mezze irlandesi e di una scrittrice americana.
Dopo il divorzio dei suoi (Bob ha appena due anni), cresce con la madre a Little Italy e questo imprinting gli rimane, visto che in seguito dichiarerà sempre con orgoglio italoamericano.
Ossessionato dal palcoscenico, non finisce nemmeno le superiori per iniziare a recitare.
Il suo debutto sul grande schermo avviene nel 1963 con un film di Brian De Palma, "La festa di nozze", che però è uscito solo nel 1969; con De Palma lavora ancora in seguito nei film "Ciao America!" e "Hi, mom!".
Il suo primo ruolo importante è quello del piccolo delinquente Johnny Boy nel bellissimo "Mean Street" di Martin Scorsese, prima di una serie di collaborazioni fra i due che darà succosissimi frutti.
La svolta avviene con il "suo" giovane Vito Corleone, nel secondo capitolo del "Padrino" di Francis Ford Coppola, parte che gli frutta l'Oscar come miglior attore non protagonista (tra l'altro è stato l'unico caso di due Oscar dati per il medesimo personaggio: due anni prima l'aveva vinto Marlon Brando).
Dopodiché l'apoteosi!
In seguito ci limiteremo a elencare solo le sue interpretazioni che a noi sono piaciute di più, omettendo i nomi dei registi (che tanto li sapete e sennò fa lo stesso...), ma anche così è una lista da mozzare il fiato: il tassista paranoico Travis Bickle in "Taxi Driver", il proprietario terriero filofascista Alfredo in "Novecento", il veterano del Vietnam Mike Vronsky ne "Il Cacciatore", il pugile Jake La Motta in "Toro scatenato", il comico pazzo Rupert Pupkin in "Re per una notte", il gangster ebreo David "Noodles" Aaronson in "C'era una volta in America", il terrorista Archibald "Harry" Tuttle in "Brazil", il mefistofelico avvocato Louis Cyphre in "Angel Heart", Al Capone ne "Gli Intoccabili", il mafioso Jimmy Conway in "Quei bravi ragazzi", l'ex galeotto psicopatico Max Cady in "Cape Fear", il gestore di bische Sam "Asso" Rothstein in "Casinò", il rapinatore Neil McCauley in "The Heat", il tenente Moe Tilden in "Cop Land", il balordo di mezza tacca Louis Gara in "Jackie Brown", il mercenario allo sbando Sam in "Ronin", il senatore corrotto e carogna McLaughlin in "Machete" (tanto che siamo a citare, ricordiamo pure il "Frankenstein di Mary Shelley" dove il buon Bob interpreta il mostro: lui bravo ma il film è una mezza ciofeca e Boris Karloff francamente era un'altra cosa...).
Mamma Mia! Ma vi rendete conto?
Sono titoli risaputi ma, a vederli tutti insieme, ci vengono ancora le vertigini!
Troppo per un solo uomo, troppo!
Peccato che il nostro eroe, ultimamente, non ne azzecchi (quasi) più una: ha lavorato in schifezze talmente inenarrabili ("Manuale d'amore 3", per dirne uno: ma stiamo scherzando?
De Niro in "Manuale d'amore 3" (“Nonno Scatenato”, per dirne un altro...), pellicole talmente inutili che temiamo un rincoglionimento precoce o qualche ricatto di cui siamo all'oscuro.
Qualcosina di decente l’ha fatta (la sua seconda regia “The Good Shepherd”, uno spy movie palloso ma interessante, il discreto action “Killer Elite” con Jason Statham, lo spionistico “American Hustle”, il simpatico “Cose Nostre”, il pugilistico “Hands of Stone”, la serie “The Wizard of Lies”, diretta da Barry Levinson) ma sembra quasi che non gliene freghi più niente di niente, che vada a timbrare il cartellino.
Ma i copioni li legge ancora o no?
E pensare che dire "un film con De Niro" era come mettere il bollino DOC a un vino...
Speriamo solo che si riprenda al più presto perché, senza di lui, "siamo solo chiacchiere e distintivo! Chiacchiere e distintivo!".
Certo all’orizzonte c’è “The Irishman” di Martin Scorsese, con Al Pacino e Joe Pesci… speriamo, speriamo...
Buon compleanno Bob, sappi che noi ti perdoniamo tutto!
Tanti auguri, Robert!
"Ma dici a me? Ma dici a me? ... Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Eh, Non ci sono che io qui. Di', ma con chi credi di parlare tu? Ah sì è e, va bene... "
Travis Bickle/Robert De Niro - Taxi Drive