UN UOMO, UN AVVENTURA
Vabbè, è inutile che insistete: lo sappiamo benissimo che il carismatico HUGO PRATT ha poco a che spartire col Pulp…
E allora?
E noi invece, cari amici dei Mutzhi Mambo, lo omaggiamo lo stesso perché Hugo Pratt, oltre ad essere un bel personaggione, è uno dei più grandi autori di storie avventurose di tutti i tempi, non solo italiani.
Perché i suoi fumetti hanno un fascino ineguagliabile, pura spremuta concentrata del meglio del meglio della narrativa avventurosa di sempre: ci sono i ricordi di Jack London, Zane Grey, Bruce Chatwin, Joseph Conrad, Herman Melville, Robert Louis Stevenson, Rudyard Kipling, Emilio Salgari...
Ma non solo: ci sono i comics di Lyman Young, Lee Falk, Will Eisner, Milton Caniff, c’e la scuola argentina di Héctor Oesthereld e Alberto Breccia, ci sono gli scritti esoterici di Gurdjieff, Eliade e Borges, c’è la simbologia ermetica alchemica e massonica...
E soprattutto Pratt ci ha fatto viaggiare (a noi che per viaggiare, più che i soldi e il tempo, è mancato il coraggio) con la fantasia come pochi altri!
Tiè!
Oltretutto si deve considerare il fatto che i fumetti in generale (a parte quelli per bambini ma non sempre, visto il “Popeye” di Segar…) col Pulp hanno sempre un po’a che fare; anche quando i loro contenuti non sono esplicitamente violenti, deliranti o erotici.
Per la loro natura popolare di letteratura avventurosa disegnata, sono attigui al cinema e la narrativa di genere, che del Pulp sono la sostanza.
Infine va notato che Hugo, almeno nel primo periodo, non faceva certo una produzione “raffinata” ma ha disegnato roba robusta, vigilantes mascherati, western, guerra e quant’altro…,
Certo bisogna anche ammettere che il suo personaggio più amato e popolare, il marinaio vagabondo Corto Maltese, tanto “popolare” non lo è, specie da un certo punto in poi, anzi è uno (se non il maggiore) dei responsabili dell’appropriazione intellettualoide del fumetto “d’autore”.
Passaggio odioso, avvenuto alla fine degli anni ’60, quello in cui si sono iniziati a fare distinguo, a mettere i paletti, fra autori di “Serie A”, colti, raffinati, complessi, corteggiati dall’intellighenzia, invitati nei salotti bene, stampati su riviste prestigiose e carta patinata, in una parola “artisti”, e autori di “Serie B”, popolari, commerciali, sempliciotti, trasandati, volgari, financo anonimi e immorali, stampati su carta di merda in tascabili da comprare di nascosto, in una parola “mestieranti”.
Probabilmente è stata una fase inevitabile, un male necessario per dare dignità culturale ad un mezzo fin qui trascurato dalla “Cultura” con la “C” maiuscola, ma quanta puzza di snob…
Salvo poi accorgersi, gli snob, dopo qualche decennio, che sì, non era proprio proprio tutta merda, quella lì…
Comunque il nostro Pratt, prima di diventare l’alfiere più noto di un certo approccio intellettualistico alle nuvole parlanti, le ossa se l’era fatte nel famigerato fumetto popolare (e, va detto, con una giovinezza davvero errabonda e avventurosa), come pure viene dai luridi tascabili porno l’osannato Milo Manara, maestro di erotismo “raffinato” coccolato da Fellini, o dai “neri” arrivava l’immenso Magnus, che almeno ha avuto sempre l’accortezza ed il gusto di non rinnegare le sue origini e rimanere liminare fra i due mondi.
Ma ora perdonateci per questa pallosa premessa e torniamo ad occuparci di colui che, nel bene e nel male, è stato il più grande autore di fumetti del nostro Paese.
Hugo Eugenio Pratt nasce il 15 giugno del 1927 a Rimini, figlio di un militare di carriera romagnolo di origini inglesi, e della figlia di un poeta veneziano.
Molto tempo, durante la sua infanzia, lo passa a Venezia, che un randagio come lui, vedrà sempre un po' come la sua patria d'elezione.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia di Prat si trova nell'Africa Orientale Italiana, dove il padre era stato arruolato nella Polizia dell'Africa Italiana.
Nel 1941 alla caduta della colonia, la famiglia Pratt viene internata in un campo di concentramento francese, a Dire Daua, dove il padre muore l'anno successivo.
Dopo avere perso il papà, il nostro riesce a rientrare in Italia grazie all'intervento della Croce Rossa a favore dei prigionieri.
Lo spediscono a Città di Castello dove, per qualche tempo, frequenta un collegio militare.
In seguito all'armistizio di Cassibile, nel 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, per poi militare nel Battaglione Lupo nella X Flottiglia Mas come marò.
Un anno più tardi, accusato di essere una spia sudafricana, rischia di essere fucilato dalle SS, ma riesce a salvarsi.
Nel 1945 si unisce alle forze alleate dove viene utilizzato come interprete per i militari angloamericani.
Dopo avere organizzato diversi spettacoli a Venezia per sollevare il morale delle truppe anglofone, fonda, con Alberto Ongaro e Mario Faustinelli, la testata "Albo Uragano", che a partire dal 1947 prende il nome di "Asso di Picche - Comics".
Il nome deriva dal suo personaggio principale, un eroe mascherato con un costume giallo, che si chiama proprio "Asso di Picche", modellato sul celebre "Uomo Mascherato" di Lee Falk e Ray Moore ma dall'ambientazione più urbana, da vigilante modello "The Shadow".
La rivista attira numerosi giovani talenti come Dino Battaglia, Rinaldo D'Ami, Giorgio Bellavitis, il cosiddetto "Gruppo di Venezia" che tanto innoverà il panorama fumettistico italiano del periodo.
Il personaggio, con il passare del tempo, ottiene un successo sempre maggiore, in modo particolare in Argentina.
Anche per questo motivo, su invito della Editorial Abril, Pratt si trasferisce, con altri amici veneziani, nel Paese sudamericano, stabilendosi a Buenos Aires per tredici anni.
La collaborazione con la casa editrice di Cesare Civita, tuttavia, si esaurisce in breve tempo; successivamente Hugo passa alla Editorial Frontera diretta dal geniale Héctor Oesterheld, forse lo sceneggiatore di fumetti più innovativo e importante di quegli anni, che purtroppo finirà fra i desaparecidos nel 1977 per mano dei militari golpisti.
Pratt inizia a disegnare "Junglemen", scritta da Alberto Ongaro, e riprende il personaggio del "Sgt. Kirk", scritto dallo stesso Oesterheld, che inizia ad essere pubblicato nel 1953.
Western revisionista per l'epoca assolutamente fuori dai canoni, narra le avventure di un ex soldato della guerra civile americana che dopo la fine della guerra va a servire l'esercito nel selvaggio West ma, costretto a partecipare a un massacro di nativi americani da parte dell'esercito degli Stati Uniti, sceglie di difendere gli indiani.
Sempre con Oesterheld, il nostro firma altri capolavori: "Ernie Pike", uscito a singhiozzo e con una storia editoriale caotica dal 1957, ovvero alcune, amare vicende belliche raccontate da un disilluso corrispondente di guerra ispirato dalla reale figura del reporter americano Ernie Pyle, e "Ticonderoga", uscito fra il 1957 e il 1962, altro western atipico, una vera epopea di frontiera ambientata nel Nord America durante le guerre franco - inglesi prima della fondazione degli Stati Uniti.
Contemporaneamente, Pratt tiene dei corsi di disegno con Alberto Breccia alla Escuela Panamericana de Arte di Enrique Lipszyc.
In questo periodo non disdegna di viaggiare in Brasile, facendo diverse escursioni nel Mato Grosso e in Amazzonia.
Da queste Pratt si ispirerà per completare il primo fumetto interamente realizzato da lui, non a caso intitolato "Anna nella giungla", quattro storie apparse tra il 1959 e il 1961.
Sono le avventure di una coppia di ragazzini europei nell'Africa degli anni '10, con sentiti omaggi alle avventure di Cino e Franco, in cui confluiranno anche diversi elementi della personale esperienza dell'autore durante gli anni della giovinezza passati nel Continente Nero.
Già si vedono tutte le caratteristiche del Pratt "maturo", ovvero avventure esotiche, precisi riferimenti storici e geografici,e soprattutto la mancanza di personaggi negativi a tutto tondo: non esistono personaggi tutti buoni e tutti cattivi nel mondo del disegnatore riminese.
Fra l'altro è qui che farà capolino per la prima volta uno "strano marinaio", che diverrà poi il celebre "Corto Maltese".
Più tardi è la volta di "Wheeling", uno splendido romanzo grafico pubblicato in tre fasi, dal 1962 al 1995, ispirato ai lavori di Kenneth Roberts e Zane Grey.
Come "Ticonderoga", è ambientato nel preriodo precedente la rivoluzione americana, più precisamente nella città omonima alla confluenza del Wheeling Creek con il fiume Ohio, durante la guerra franco-indiana.
Alla fine degli anni Cinquanta, Pratt lascia l'America Latina e si sposta a Londra, dove per Fleetway Publications disegna alcune storie di guerra.
Ma l'Europa gli sta stretta e fa ritorno nel continente americano, dapprima negli Stati Uniti, dove però il suo stile non viene granché apprezzato, e poi di nuovo in Sud America.
Nel 1962, infine, si stabilisce definitivamente in Italia, cominciando a collaborare con "Il Corriere dei Ragazzi" e dedicandosi alla trasposizione a fumetti di celebri romanzi, come "L'isola del tesoro" di Robert Louis Stevenson.
Dopo dà vita a "L'Ombra", il suo secondo eroe mascherato, nato sempre dalla collaborazione con Ongaro, dalla durata però effimera (solo tre episodi).
Pratt incontra Florenzo Ivaldi, editore e imprenditore di Genova, con cui fonda una rivista chiamata "Sgt. Kirk", sulla quale vengono pubblicate le sue opere argentine, insieme ad altri inediti e classici americani.
Il primo inedito del nostro, sul primo numero della pubblicazione, è la prima avventura di "Corto Maltese", intitolata "Una ballata del mare salato", un capolavoro del fumetto tuttora ineguagliato, ispirato ai grandi romanzi di avventura di Dumas, Melville e Conrad, ma soprattutto all'autore di "Laguna Blu", Henry De Vere Stacpoole.
Il marinaio nato a La Valletta ideato da Pratt rappresenta un prototipo di protagonista del tutto innovativo e lontano dai canoni dell'eroe classico: piuttosto cinico e disincantato, sornione ma capace di solidarietà e slanci di romanticismo, usa la violenza solo quando serve.
Anche le sue avventure sono assolutamente originali e si caratterizzano per i temi adulti e per lo stile, per il contesto storico preciso e documentato e per le notazioni geografiche puntuali e coerenti, con riferimenti dotti e culturali disseminati nell'opera senza appesantire la narrazione e per la profondità della caratterizzazione di tutti i personaggi.
In particolare "Una ballata del mare salato" viene ritenuta da subito un classico del genere, un graphic novel ante-litteram che farà scuola.
Sempre su "Sgt. Kirk" debutta nel 1969 la serie "Gli scorpioni del deserto", ambientata in Africa Orientale tra il 1940 e il 1942 e avente come protagonista ha il capitano polacco Koinsky del Long Range Desert Group; Pratt disegnerà le prime cinque avventure (pubblicate da "Linus" e "Alter Alter")
Alla fine degli anni Sessanta, lavora, per "Il Corriere dei Piccoli", con Mino Milani per l'adattamento di due opere di Emilio Salgari, "Le tigri di Mompracem" e "La riconquista di Mompracem".
Nel 1970 entra nel staff di "Pif Gadget", una rivista per ragazzi francese, per cui continua le avventure del suo marinaio a partire da "Il segreto di Tristan Bantam", a cui seguiranno, tra gli altri, "Per colpa di un gabbiano", "L'ultimo colpo" e "La laguna dei bei sogni".
L'ultima che esce per la rivista francese è "Leopardi" (1973) perché il nostro viene licenziato, in quanto accusato di libertarismo dall'editore, vicino politicamente al Partito Comunista Francese.
Intorno alla metà degli anni Settanta il fumettista stringe amicizia con Lele Vianello, che in breve diventa il suo assistente e collabora alle sue opere graficamente, soprattutto nella cura degli sfondi e dei mezzi; a lui si aggiungerà più tardi anche Guido Fuga.
Purtoppo che le tavole di Pratt siano evidentemente frutto di varie mani è una cosa che diventerà sempre più eclatante e fastidiosa con gli anni, man mano che lo stile dell'autore si farà essenziale e diventerà evidente la discrepanza fra il tratto rapido, quasi sciatto, del nostro nel disegnare le figure e la cura certosina che i collaboratori mettono nel riprodurre certi dettagli tecnici o di sfondo.
Nel 1974 infatti Hugo comincia a lavorare a una nuova storia di Corto, "Conte Sconta detta Arcana", che mostra un evidente cambiamento stilistico verso una maggiore semplificazione e pure l'inizio di una nuova fase di avventure in cui il lato esoterico-iniziatico si farà sempre più marcato: "Favola di Venezia" (1977), "La casa dorata di Samarcanda" (1980-1985), "La giovinezza" (1981-1982), "Tango (... y todo a media luz)" (1985-1986), "Le Elvetiche: Rosa Alchemica" (1987)
Un paio di anni più tardi, il 19 novembre del 1976, viene davvero iniziato apprendista massone nella Loggia Hermes, entrando a far parte della Gran Loggia d'Italia degli Alami; l'anno successivo passa compagno per poi diventare maestro massone.
Sempre nel 1977 lavora a "L'uomo dei Caraibi", cui fanno seguito nel 1978 "L'uomo del Sertao", nel 1979 "L'uomo della Somalia" e nel 1980 "L'uomo del grande Nord", per la prestigiosa collana editata dalla Cepim di Sergio Bonelli "Un uomo un'avventura".
Nel 1983 Hugo collabora con Milo Manara, che disegna la sua "Tutto ricominciò con un'estate indiana", cui seguirà "El Gaucho" nel 1991.
Si trasferisce in Svizzera, vicino al Lago Lemano, nel cantone di Vaud,nel 1984.
Il 24 aprile del 1987 cede a CONG SA, la società svizzera, fondata da una sua collaboratrice, incaricata di curare la sua opera, la proprietà di tutta la sua produzione, sia del passato e del futuro, e l'esclusiva dell'esercizio del diritto di autore, escludendo di fatto i i figli dall’eredità .
Fra il 1988 e il 1991 esce l'ultima avventura di "Corto Maltese" scritta e disegnata da Pratt, "Mū - la città perduta".
Ne seguiranno altre due, "Sotto il sole di mezzanotte" (2015) ed "Equatoria" (2017), realizzate dalla coppia Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero.
Niente male ma, come si dice…rimaniamo perplessi…
Anche se la volontà espressa da Pratt è quella di continuare a far vivere il suo personaggio, non ci pare che "Corto Maltese" sia l' "Uomo Ragno" o "Superman", che tanto è uguale chi lo scrive, lo scrive e chi lo disegna, lo disegna… (in realtà non è proprio così ma ci siamo capiti, vero?)
Nel 1989 Hugo entra negli alti gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato, nella Loggia di perfezione La Serenissima del Supremo Consiglio d'Italia.
Il Maestro muore il 20 agosto del 1995 a Losanna per colpa di un cancro al colon-retto.
Probabilmente nella simbologia numerologica alchemica ermetica, questa data avrà un suo preciso significato...
Per noi ha significato solo tanta tristezza.
Onore a Hugo Pratt!
"Quando ero bambino mi accorsi che non avevo la linea della fortuna sulla mano. Così presi il rasoio di mio padre e zac! Me ne feci una come volevo."
Hugo Pratt - da: Corto Maltese. Una ballata del mare salato