Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Che gli vuoi dire a uno che ha suonato con Ricky Nelson, Johnny Cash, Merle Haggard, John Denver, Gram Parsons, Emmylou Harris, Jerry Lee Lewis, Elvis Costello, Roy Orbison e, ovviamente, il re Elvis?
Che gli vuoi dire a uno che a 18 anni aveva già inciso uno dei più importanti riff della storia del rock’n’roll?
Niente, naturalmente, se non “chapeau”!
Quindi tanto di cappello all’incredibile JAMES BURTON, il “Mago” della Fender Telaster!
Per i poveri di cuore e di spirito, James Burton è stato il “secondo” chitarrista di Elvis, quello dopo il mitico Scotty Moore, ma in realtà è stato uno dei più importanti chitarristi rockabilly e country di sempre, uno dei più grandi innovatori della tecnica e del sound del nostro genere preferito.
Incommensurabile la sua influenza su centinaia e centinaia di strimpellatori della sei corde che hanno ripreso pari pari il suo stile per riproporlo in migliaia e migliaia di registrazioni!

James Burton11Il suo suono caratteristico combina flatpicking e fingerpicking eseguiti su una Fender Telecaster, ottenendo una melodica, fluida raffica di note stoppate conosciuta come "chicken pickin". 
Burton è anche abilissimo con la pedal steel e col dobro, e ha traportato le caratteristiche distintive di quegli strumenti al suo lavoro sulla chitarra.
Il suo dobro, sovrainciso sul pezzo dei Buffalo Springfield "A Child's Claim to Fame", è considerato un classico.
Come classica è la sua rifinitura di chitarra su “Suzie Q”, il brano di Dale Hawkins che darà l’avvio allo “swamp-rock” e, di conseguenza, alla psichedelia e allo psychobilly.
E aveva solo 18 anni quando l’ha registrata!
Nella lunga lista di stelle che ha accompagnato su disco e sul palco non ci sono solo quelle citate all’inizio: loro erano solo i suoi datori di lavoro, diciamo, a lungo termine!
Come musicista session-man impegnato nell'affollata scena di Los Angeles della metà degli anni Sessanta, Burton ha suonato in modo anonimo su innumerevoli dischi di gente come Everly Brothers, Beach Boys, Sonny e Cher, Buck Owens, Fifth Dimension e tutta la scuderia di artisti di Phil Spector.
Un curriculum unico, impressionante incredibile!
James Burton nasce a Dubberly, in Louisiana, il 21 agosto del 1939. 
Presto si sposta con la famiglia a Shreveport, sempre in Louisiana, ed è qui che si formerà il suo gusto peculiare: Burton si sintonizza spesso sul Rhythm’n’blues alla radio e ascolta musica country attraverso il “Louisiana Hayride”, un diffusissimo programma che lancerà le carriere di Hank Williams, Elvis Presley, Johnny Cash e altri, messo in onda presso la stazione locale KWKH.
I suoi primi amori sono quelli che lo segneranno per sempre: il blues di Muddy Waters e Howlin’ Wolf e il country di Hank Williams, Lefty Frizzell e del suo idolo Chet Atkins. 
James impara a suonare da autodidatta dopo che i genitori decidono di regalargli la sua prima chitarra, una Silvertone acustica.
Dopo poco tempo, sorpresi dalle sue abilità innate, i Burton gliene acquistano una elettrica, una Rex imitazione di una Gretsch che dura però solo pochi mesi: il ragazzo si è preso una scuffia per un’altra chitarra, cui rimarrà fedele per tutta la vita, una Fender Telecaster.
È un vero amore a prima vista: lunga, sottile, rossa, le vede nella vetrina dell’unico negozio di strumenti musicali del paese e decide che deve essere sua!
Torna a casa e non smette di rompere le palle ai suoi fino a che questi, esausti, decidono di comprargliela.
È il 1953: James Burton ha trovato la sua chitarra e, quello stesso anno, troverà il suo sound.
Diventa rapidamente bravissimo e, appena adolescente, assiste ad una Epifania: il 16 ottobre del 1954 Elvis Presley, insieme a Scotty Moore e Bill Black, partecipa al Louisiana Hayride.
Burton è lì e avrà una rivelazione, come avverrà per la maggior parte dei giovani degli Stati Uniti e, posteriormente, del mondo: viene contagiato dalla febbre del rock’n’roll!

James Burton2A metà degli anni ’50, il nostro riesce ad entrare a far parte della house band del “Louisiana Hayride”, suonando per ospiti occasionali o regolari della trasmissione come George Jones e Johnny Horton.
Nel 1957, non ancora maggiorenne, Burton si trasferisce a Los Angeles.
È qui che diventa un session man di studio e suona le inimitabili leccate di chitarra su "Susie-Q" di Dale Hawkins, un brano che rivoluzionerà il rock’n’roll, dandogli quell’atmosfera paludosa e oscura, assolutamente vudù, che farà poi la fortuna di Link Way e dei Creedence Clearwater Revival, fino ad arrivare ai Cramps.
Burton sostiene di aver composto lui la musica, anche se non compare nei crediti: ad ogni modo, di quel pezzo è fondamentale il sound, il mood, e questo si deve comunque alla sua chitarra! 
Incontra poi un altro di quei famosi giovani folgorati dal “Pelvis”: Bob Luman, un cantante country che si è convertito al rockabilly e che prende Burton come suo braccio destro.
E saranno i singoli insieme a Luman quelli che lo trasformeranno in una stella. 
Dopo il successo di “Red Cadillac And A Black Moustache”, invitano Luman a partecipare in un film chiamato “Carnival Rock”: Burton naturalmente lo accompagna a Los Angeles, dove registrarono “My Gal Is Red Hot”.
Durante le incisioni, un altro giovane innamorato del rock’n’roll li ascolta e rimane affascinato dal chitarrista. 
Si tratta di Ricky Nelson, una un teen-idol con già tre “top ten” alle spalle, alla ricerca di giovani musicisti per attualizzare il suo sound.
Luman non può certo competere con l’offerta di Nelson e Burton diventa il suo chitarrista. 
Il rapporto fra i due diventa così stretto che per anni Burton vive con Ricky e i suoi genitori. 
Questi ultimi conducono un programma televisivo, la sit-com settimanale “Ozzie & Harriet”, che Ricky e James terminano suonando un pezzo. 
In studio Burton deve lottare contro i pregiudizi della vecchia guardia: fino a quel momento, il chitarrista principale di Nelson è il famoso Joe Maphis, specializzato nel country. 
Nella prima sessione di registrazioni del dicembre del 1957, che partorisce i pezzi “Waitin’ In School” e “Stood Up”, Burton viene relegato solo alla ritmica.
Ma la cosa cambierà in fretta: Burton, con intuizione geniale, sostituisce le prime quattro corde della sua chitarra con quelle di un banjo, cambiandone anche l’accordatura per rendere molto più semplici i bendings.
Il suo stile non sarà più lo stesso…
Il risultato non si farà attendere: agli inizi del 1958, Nelson registra “Believe What You Say”, con Burton come lead guitar per la prima volta. 
Nasce la terza grande coppia cantante/chitarrista del rockabilly, dopo quelle formate da Elvis e Scotty Moore e Gene Vincent e Cliff Gallup. 
La seguente registrazione,” Poor Little Fool”, è il primo ‘Numero 1’ della carriera di Nelson: con Elvis occupato dal servizio militare, era la nuova faccia (questa volta pulita) del rock’n’roll.
Ma molti ascoltavano più che altro il suo chitarrista…
Anni dopo, Keith Richards arriverà ad affermare: “Io non compravo dischi di Ricky Nelson: compravo dischi di James Burton”.
Fra le canzoni più importanti della loro collaborazione, vale la pena ricordare le leggendarie “Lonesome Town” (con Burton all’acustica), “Travelin’ Man”, “Hello Mary Lou”, “It’s Up To You” e “Fools Rush In”. 
Purtroppo per Nelson arriva il 1964, portandosi dietro gli “Scarafaggi” inglesi coi loro caschetti!
in piena esplosione della Beatlemania, la sua carriera e quella di tanti teen-idol banana come lui, comincia inesorabilmente a declinare. 
Burton ha sempre un contratto d’esclusiva con lui ma, vedendo che i concerti non vanno più come prima, tira i remi in barca e inizia una ricca carriera da turnista: in breve tempo diventa uno dei chitarristi più ricercati, gomito a gomito con i mitici membri dei Wrecking Crew come Hal Blaine o Glen Campbell.
La grande opportunità arriva quando Johnny Cash lo chiama per accompagnarlo nel suo nuovo programma televisivo “Shinding!” per suonare il dobro, strumento di cui è un esperto.
Ma il produttore del programma è un grande fan del lavoro di Burton con Nelson ed è per quello che gli chiede di restare come membro fisso della band dello studio, poi conosciuta come gli Shindogs, uno dei gruppi migliori che uno studio televisivo potesse vantare.
Grazie alla gran visibilità del programma, in cui suona con gente come Muddy Waters, Ray Charles, Howlin’ Wolf e Chuck Berry, James diviene uno dei turnisti più alla moda e partecipa alle registrazioni degli Everly Brothers, dei Monkees, Nancy Sinatra e centinaia di altri artisti ancora, con un ritmo di 4 o 6 sessioni giornaliere. 
In questo periodo della sua carriera il nostro si avvicina sempre più al country grazie ai creatori del “Bakersfield sound”, Buck Owens e, soprattutto, Merle Haggard. 

James Burton1Nel 1968, Burton è talmente impegnato che si permette di rifiutare l’invito di Bob Dylan ad accompagnarlo in tour e si nega anche di partecipare allo special televisivo del ritorno di Elvis Presely: dopotutto sta registrando con “The Voice” in persona, Mr. Frank Sinatra!
Con Dylan non ci sarà una seconda occasione, ma il Re non accetterà un altro “no” come risposta alla seconda chiamata: il 31 luglio del 1969 è al fianco del Re, nel suo primo concerto dal 1957.
Burton diventa il principale chitarrista e leader della band di Presley dal 1969 fino alla sua morte nel 1977. 
Non si perderà neanche un concerto e insieme registrano classici come “The Wonder Of You”, “Burning Love”, “Patch It Up” e “Promise Land”. 
Anche se non suonerà mai con Dylan, farà in modo che Elvis registri una fantastica versione di “Don’t Think Twice It’s All Right”.
È con Elvis che iniziamo a vedere Burton imbracciare la più classica delle sue chitarre, la Paisley Pink Telecaster. 
In questo periodo suona anche con Gram Parsons e Emmylou Harris, unendosi alla Hot Band di quest'ultimo durante i suoi tempi di inattività con Presley.
In seguito, dopo la morte del Re, andrà in tour per molti anni con John Denver e diverrà parte della band di Jerry Lee Lewis nei primi anni Ottanta.
Suona con un altro Elvis (Costello) in uno dei suoi classici degli anni ‘80, “King Of America”, e nel 1987, insieme al resto della TCB Band di Elvis, accompagna Roy Orbison nel suo bellissimo special “A Black & White Night”, a cui prendono parte personaggi del calibro di Elvis Costello, Tom Waits, K.D. Kang e Bruce Springsteen per cantare insieme all’autore di “Pretty Woman”. 
Nel corso della sua carriera, pubblica un album di duetti (con il suonatore di pedal steel Ralph Mooney, della band di Buck Owens) e un discreto album solista, “The Guitar Sounds of James Burton” (1997).
Ma essenzialmente rimarrà un consumato side-man rock’n’roll, anzi, per molti “il” sideman rock’n’roll per eccellenza, dimostrando sempre versatilità, tecnica e un gusto ineccepibile.
Nel 1990, Burton torna a vivere nella sua Shreveport, dove, in suo onore si tiene un festival annuale chiamato “James Burton Guitar Festival”. 
Dirige anche una fondazione a suo nome che si occupa di insegnare la musica ai giovani e si impegna in opere benefiche come la distribuzione gratuita di chitarre ai bambini ospedalizzati.
E chi dice ancora che Burton è “il secondo chitarrista di Elvis”, che gli pigli un malanno!
James non è secondo a nessuno!
Mai!
Tanti auguri, James!

"Non è quanto suoni, è ciò che suoni e dove lo suoni. Anzi, di solito è ciò che non suoni che fa il pezzo."
James Burton

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