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LA FESTA DEL FETISH

Buona festa a tutti, cari amici dei Mutzhi Mambo!
Oggi, per celebrare degnamente la Festa dei Lavoratori, parliamo di uno dei più morbosi disegnatori di fumetti fetish mai esistiti, il famigerato GENE BILBREW!
Si sa mai vi prendessero delle voglioline per passare la giornata di vacanza e aveste bisogno di qualche ideuzza per rallegrarla in modo “creativo”, Gene Bilbrew è proprio l’autore che fa per voi…
BDSM, submission, bondage, bizzarre, travestitismo, il nostro Gene non faceva mancare nulla agli occhi dello spettatore.
Spesso usava pseudonimi, tra i quali ENEG, Van Rod, e Bondy, a seconda di che genere disegnava.
È pur vero che rispetto ad un qualsiasi manga erotico attuale, la produzione di Bilbrew pare roba da educande.
Ma possiede una cosa che nessun fumetto attuale, neanche il più estremo, può vantare: il fascino del proibito!
Bilbrew è solo uno degl artisti dimenticati attivi nell'oscuro underground sessuale di Manhattan durante gli anni di Eisenhower.

Gene Bilbrew11Le illustrazioni, le copertine, le vignette di questo autore, nell’America iperpuritana del periodo, erano veramente quanto di più “peccaminoso” potevi trovare in giro.
Anche solo acquistarli, richiedeva coraggio!
Dovevi andare nel negozio di fumetti, nelle ore più deserte, e sorbirti lo sguardo, fra l’indignato, il compassionevole e l’ironico, dell’edicolante, mentre ti passava, sottobanco, la “roba zozza”, confezionata ben bene per far trapelare il meno possibile del “contenuto”, a prezzi da rapina.
Oppure te la facevi arrivare direttamente a casa, col terrore che qualche vicino, un po’troppo curioso, sbirciasse nella cassetta della posta, scoprendo la tua “devianza”.
Il lavoro dell'artista, uno dei primi fumettisti neri ad essere accreditato, all’epoca dell’uscita era logicamente considerato “usa e getta” e una volta che i libri andavano in stampa, gli originali non venivano archiviati.
La salvezza di un piccolo gruppo di suoi lavori si deve ad membro del crimine organizzato, il cosiddetto "Padrino del rock’n’roll", Morris Levy, proprietario della Roulette Records e membro della famiglia Genovese.
Queste opere sono venute alla luce 50 anni dopo essere state disegnate e immediatamente acquistate dai collezionisti.
Comunque il lavoro di Bilbrew, avrebbe potuto essere più noto se una dozzina di libri con le sue copertine e illustrazioni non fossero stati confiscate e messi fuori legge alla fine degli anni ‘50.
Infatti pur avendo disegnato per 20 anni, il suo lavoro è ancora poco conosciuto al di fuori di un piccolo gruppo di collezionisti e appassionati di pubblicazioni morbose.
Per la maggior parte, i disegni di Bilbrew rimangono oggetto di un mercato underground mentre meriterebbero di essere divulgati, anche come esempio di cultura popolare ma al tempo sesso veramente alternativa.
Certo la sua tossicodipendenza e la sua morte precoce non hanno aiutato la sua popolarità…

Eugene Bilbrew nasce a Los Angeles il 29 giugno del 1923.
Inizia a disegnare e suonare molto giovane.
Si fa le ossa nella zona di Central Avenue a Los Angeles, all'epoca un centro di cultura afro-americana, jazz e locali notturni.
Bilbrew esordisce come musicista e viene preso a cantare nel gruppo Rythm’n’blues dei Basin Street Boys, una band doo-wop che piazza un’unica hit, "I Sold my Heart to the Junkman".
La canzone si rivelerà profetica, in quanto Bilbrew vivrà e morirà davvero come un junkie.
Parallelamente persegue anche la sua passione per il disegno e stringe amicizia con il collega illustratore Bill Alexander.
Anche Alexander è coinvolto nella fiorente scena musicale di L.A. disegnando illustrazioni per l'etichetta jazz di Roy Milton, la Miltone.
Insieme Bilbrew e Alexander creano quello che è generalmente considerato il primo supereroe nero, "Bronze Bomber", pubblicato nel Los Angeles Sentinel, il settimanale (parecchio conservatore) preferito dalla comunità afroamericana di Central Avenue, che viene ancora pubblicato dopo 70 anni.
Bilbrew si trasferisce a New York in seguito ad un abortito tour dei Basin Street Boys, e riaccende le sue ambizioni artistiche iscrivendosi alla School of Visual Arts, allora conosciuta come la Cartoonists and Illustrators School.
Fondata da Silas Rhodes e Burne Hogarth (il famoso disegnatore si Tarzan), la scuola inizialmente aveva lo scopo di addestrare i veterani di ritorno della Seconda Guerra Mondiale: mentre oggi sforna alcuni dei più importanti illustratori sul mercato, negli anni '50 ha solo poche dozzine di studenti.
Rhodes e Hogarth vengono pure inquisiti dalla famigerata commissione del senatore Joseph McCarthy e vengono interrogati per sospette attività comuniste .

Gene Bilbrew16A scuola, Bilbrew incontra due artisti che influenzeranno profondamente il suo lavoro: Eric Stanton, il noto disegnatore fetish che ha contribuito a creare graficamente il personaggio di “Spiderman” con Steve Ditko, e Will Eisner, il famoso artista della serie The Spirit.
Stanton guida Bilbrew verso l'illustrazione S&M, mentre Eisner gli offre un lavoro: disegnare “Clifford”, una serie per bambini.
Sta già disegnando i capelli unti che caratterizzeranno le sue copertine di libri soft-core.
Ci sono tre personaggi che smerciano le opere di Gene negli anni '50, tutti attivi a New York.
Uno è il celebre Irving Klaw, “the pin-up king", il produttore/fotografo/editore che ha reso popolare la modella Bettie Page.
Un altro è Leonard Burtman, un importante editore di materiale fetish che non ha mai raggiunto il mercato popolare, ma ne ha influenzato la moda per decenni.
Infine il gangster di basso livello Edward Mishkin, proprietario di librerie a Times Square ed uno dei più grandi pornografi attivi all'epoca.
Per Klaw, Bilbrew disegna serie fantastiche di donzelle in difficoltà, un lavoro feticistico che attirato lo stesso pubblico avvezzo alle corde del bondage di John Willie, uscito un po 'prima.
Per Burtman, Gene realizza le copertine per “Exotique”, un influente periorico fetish, chen nel 1998 verrà ristampato dalla Taschen.
Per il bieco Mishkin, invece illustra un numero di libri, tutti sequestrati dalla polizia di NY che intenta contro l’editore un caso per oscenità che arriva fino a la Corte Suprema.
Mishkin viene condannato.
Le opere più note di Bilbrew sono le bizzarre copertine che disegna per editori di libri pulp tascabili come Stanley Malkin (come Mishkin, anch’egli di dubbia reputazione), e in seguito gli straordinari libri di “Satan Press” prodotti da Joe Sturman, il fratello del grande pornografo Reuben Sturman.
Ma a questo punto, le abilità di Bilbrew come disegnatore stanno cominciando a calare, e le copertine sono oggi apprezzate dai collezionisti più per la loro assurdità che per la loro qualità.
Gene mantiene il rapporto col mondo della musica, disegnando diverse copertine di dischi per il gigante del jazz Charles Mingus e persino un cartone animato usato dal musicista per combattere la pratica di registrare i bootleg.
A metà degli anni '60, mentre la censura si attenua e agli editori porno viene concessa la licenza gratuita, i disegni piccanti di Bilbrew sono meno richiesti.
Le illustrazioni pruriginose ora possono essere fotografie reali, e il bisogno di artisti dedicati alla produzione erotica cala dtrasticamente.

James Brown1Alla fine Burtman si trasferisce in California, Klaw viene praticamente estromesso dali mercato e Mishkin inizia a fare affidamento su materiale artistico molto meno redditizio ma più “sicuro”.
Inoltre la qualità del lavoro di Bilbrew peggiora sempre di più, i suoi disegni si fanno via via più sciatti, probabilmente a causa della sua tossicodipendenza.
Il nostro cade ben presto e inesorabilmente nel dimenticatoio.
Tanto che la sua squallida morte per overdose nel retro di una libreria per adulti di New York di proprietà della mafia (alcuni dicono addirittura che potrebbe essere morto in un altro luogo e trasferito successivamente nel negozio), passa completamente inosservata.
È il 1 maggio del 1974.
Con la speranza che le opere del grande fumettista vengano rivalutate per quello che rappresentano, ovvero un monumento al coraggio e alla libertà di espressione, non resta che organizzare una bella festicciola in suo onore.
Noi portiamo le fruste, le corde e gli abiti in lattice, voi portate le ragazze…
Onore a Gene Bilbrew!

“All over town they're talking about me
The whole world knows you're happy without me
You've broken my heart, So what do I care?
I'm thru with love, no more will I need it
The word itself, I'll never repeat it
A sign on my back I will wear, "This is my last love affair"
I gave my heart to you, the one that I trusted
You brought it back to me all broken and busted
So I sold my heart to the junkman…”
Basin Street Boys – I Sold My Heart To The Junkman

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