Dall’incontro delle sonorità malate di Cramps, Dick Dale e Tom Waits con la narrativa horror pulp e l’hard boiled feroce di James Ellroy e Joe Lansdale, vedono la luce i Mutzhi Mambo.  La culla: la Firenze marcia e decadente dei fetentissimi anni Novanta. Quando ai tre membri fondatori (i poco raccomandabili Lewis Balsamo alla voce, Frenz Spina alla chitarra e Poison Muzhi al contrabbasso) si uniscono Marcus Hür alla batteria e Saint Ford all’altra chitarra, lo scellerato progetto prende definitivamente forma. Nel  2002 pubblicano il loro primo album, “La Terra Brucia”, per l'etichetta di culto Nicotine Records: una miscela di rockabilly, surf, punk e blues acido cantato in italiano, la lingua che i cinque scelgono per rappresentare, con testi visionari, feroci e disturbanti, le fosche e grottesche vicende dei protagonisti delle loro storie. Il disco convince fin da subito e viene ottimamente recensito dalle principali riviste del settore, si parla addirittura di Celentano e Clem Sacco che incontrano i Meteors! Lo stesso anno vincono il premio della critica al prestigioso “Rock Contest” di Controradio con la canzone “L’amore è cieco”, una morbosa ballata sull’incesto e l’ira divina. Nel 2006 escono per Billy’s Bones Records con uno split CD condiviso con i laziali Bone Machine, fautori anch’essi di un viscido e diretto psychobilly in salsa italiana. Il prodotto degenere di questo insano connubio è “Storie Nere”, un vero e proprio must in cui si sono ridefiniti i canoni del rock’n’roll in lingua italica. Anche l’accoglienza delle riviste è straordinaria, tanto che Rocksound lo definisce un “must to have”. Ottimo riscontro della critica che non è mancato neanche alla loro fatica successiva, l’album “Veniamo Per Te” (2009), una coproduzione Billy’s Bones - Area Pirata. 13 canzoni in cui il combo fiorentino si conferma come vero outsider nel panorama italiano: i suoni più curati (con il missaggio del veterano del rockabilly Marco Di Maggio) ne rendono la resa ancora più incisiva, senza scalfire la consolidata tensione tra la violenta immediatezza del loro rock’n’roll e l’originalità dei testi e delle visionarie tematiche trattate: nulla infatti è stato concesso, anche in questa produzione, all’easy listening e alla “piaceria” ruffiana. In tutti questi anni di attività i Mutzhi Mambo hanno comunque espresso il meglio (o il peggio?) di loro stessi grazie all’energia che sprigionano nelle loro infuocate esibizioni live: hanno violato i palchi di tutta Italia, con significative puntate in Austria e Germania: hanno suonato in festivals prestigiosi come l’Independent Explosion Tour, lo Swamp Room Happening e l’Interiora Indipendent Horror Festival. Hanno supportato personaggi di culto come Rudi Protrudi, Hugo Race e Tav Falco e bands come i Mad Sin, non sfigurando neanche quando si sono trovati ad aprire per artisti non propriamente affini, come Giuliano Palma e la Bandabardò. I loro pezzi sono passati per le principali radio alternative italiane e su Radio Rai 2. Alla fine del 2009 Saint Ford abbandona il gruppo per motivi personali, ma continua a collaborare saltuariamente con i suoi vecchi compagni di merende. Viene sostituito dal poco raccomandabile Tony Speciale (attivo da anni nella scena palermitana, già collaboratore, fra gli altri, dei Pan del Diavolo) che si integra subito nello “spirito malato” del gruppo, contribuendo alle perverse composizioni ed alle infuocate esibizioni live. Dopo 4 anni anche lui, a malincuore, deve lasciare il progetto per altri impegni, venendo provvisoriamente sostituito dal bieco Lucky Giuliano (già conosciuto per Capitan Nice, i Ganzi e varie collaborazioni con artisti nazionali quali il compianto Freak Antoni). Il 7 luglio del 2023, dopo una lunghissima e travagliata gestazione, esce l’ultimo scempio della band: “Il Male è Dentro”, ennesima raccolta di brani malati in cui il disagio e la violenza la fanno da padroni. Il sound rimane fedele alle origini ma le diverse, pregevoli ospitate, riescono a dare un respiro diverso alle canzoni. Ciliegina sulla torta: Tonino Carotone che interpreta una versione di “Whisky Facile” talmente ubriaca da far impallidire Il buon vecchio Fred in persona!