Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Maggio, la primavera esplode, le piante fioriscono e c’è tanto ammmore nell’aria…
Gli ormoni sono ormai in fibrillazione quindi occhio, cari amici dei Mutzhi Mambo, che l’Almanacco di oggi potrebbe essere molto pericoloso!
Una bella manza vintage come DIANA DORS potrebbe risvegliare i vostri più bassi istinti e farvi compiere azioni di auto-erotismo compulsivo e selvaggio!
Non vogliamo certo sentirci responsabili della vostra miopia precoce e di fastidiose tendiniti al polso, quindi non dite che non vi abbiamo avvisato!
Fra i suoi tanti epiteti si citano “La sirena di Swindon”, “L’Uragano”, “The Blondie Bombshell”, “La Marylin inglese”…
Ecco, Diana Dors era una vera e propria sventola ma il paragone con la Monroe proprio non regge: era più la classica bellezza platinata, formosa e aggressiva che può ricordare meglio la procace sfrontatezza di una Jayne Mansfield che il burroso e dolce fascino di Norma Jean; una di quelle che quando le vedi ti tira direttamente la patta dei pantaloni senza passare dal via, sapendo che a letto sarebbero state scintille...
In America la "platinata atomica" era un marchio di fabbrica, il massimo della “femmina”, un cliché.
Parecchie fanciulle incarnavano questo modello con più o meno fortuna (e con storie più o meno tragiche alle spalle) ma all’epoca questa tipologia di fragorosa pin-up non era ancora approdato in Europa, non esisteva il prototipo a chilometro zero: Diana Dors era lì, pronta a conquistarsi a forza di labbra carnose, sguardi ammiccanti, abiti vistosi e “balconi” in primo piano, lo scettro della più desiderata del vecchio continente.
In sua difesa si può dire che era un’attrice più brava di quanto le sue curve facessero immaginare, che possedeva una simpatica e spietata franchezza e che, nonostante non abbia saputo invecchiare con classe (come quasi sempre succede alle bombe sexy), da brava inglese, non gliene è mai fregato un cazzo.
Pur vedendo disfarsi inesorabilmente le sue invidiabili forme, non ha mai lesinato charme e carisma e non ha mai perso la sua impagabile (auto)ironia.
Ha capito dove tirava il vento e, a fine carriera, non è stata schizzinosa e si è saputa riciclare come interprete di horror e commedie scollacciate, come tante sue colleghe che per questo hanno un posto speciale nel nostro cuore.
Peccato che, dopo una vita degna di un romanzo Pulp, ci abbia lasciato relativamente giovane, a soli 52 anni; ma la sua è stata sfiga, non il risultato di vicende drammatiche o pulsioni autodistruttive, come spesso siamo costretti a testimoniare in questo Vostro Almanacco.
Questa volta si tratta del solito, vecchio, banale cancro...

Diana Mary Fluck (così all’anagrafe) nasce il 23 ottobre del 1931 a Swindon, nel Wiltshire, in Inghilterra. 
Durante il parto, sia lei che sua madre sono quasi morte per problemi legati al travaglio.
A causa del trauma (e del fatto che, avendo avuto una relazione fedifraga nel periodo del concepimento, non abbia la “certezza” della vera identità del padre…), sua madre vizia Diana in modo inverosimile, accontentandola su qualsiasi cosa e su tutto ciò che vuole: vestiti, bambole e giocattoli, lussuose lezioni di danza, tutto per gratificare la piccina. 
La passione di Diana per i film inizia quando sua madre la inizia a portare nei cinema locali. 
Le attrici sullo schermo, così belle ed eleganti, catturano immediatamente l'attenzione di Diana e fin dall'età di tre anni la nostra vuole a tutti i costi diventare un'attrice.
Viene educata nelle migliori scuole private, con grande scorno di suo padre che, a quanto pare, ritiene che l'istruzione privata sia uno spreco di denaro. 
Fisicamente, Diana è precoce e cresce velocemente: all'età di 12 anni, sembra più grande dei suoi anni e nelle recite, le danno parti da adulta.
Gran parte è dovuto alle attrici che la nostra studia minuziosamente sul grande schermo, cercando di emularle. 
Il suo unico sogno è andare negli Stati Uniti, a Hollywood, per avere la possibilità di sfondare nella Mecca del cinema. 
Dopo essersi ben piazzata in un concorso locale di bellezza, a Diana viene offerto un ruolo in un gruppo teatrale, quando ha solo 13 anni.
L'anno seguente, si iscrive all'Accademia di Musica e Arti drammatiche di Londra (LAMDA) per affinare le sue abilità recitative: è la più giovane della sua classe. 
A 16 anni, firma un contratto con la “Rank Organization”, e si unisce alla "Charm School" di J. Arthur Rank per giovani attori, che appariranno successivamente in molti film. 
La nostra si fa notare grazie alla sua disponibilità a farsi fotografare in scatti glamour e a presenziare alle anteprime. 
Un articolo del agosto 1947 la chiama "The Body"!
Adotta come cognome d’arte “Dors”, che è quello da nubile di sua nonna.
La sua prima apparizione sullo schermo è in “Ricatto” (1947).
Non le interessa che sia un piccolo ruolo non accreditato; per lei l’importante è essere “nel” cinema e a 16 anni, questo è tutto ciò che conta. 
Presto segue una particina in “Dancing with Crime” (1947), che consiste in nient'altro che una comparsata.
Fino ad ora, Diana ha finto di avere già compiuto 17 anni (se i produttori avessero conosciuto la sua vera età, probabilmente non l’avrebbero neanche provinata): fortunatamente sembra più vecchia e quindi nessuno le fa dei problemi.
Il futuro di Diana incomincia a divenire roseo nel 1948, quando appare in non meno di sei film: in alcuni non è neanche accreditata, ma altri le consentono di mettere in mostra le sue doti. 
Il migliore è il ruolo di Charlotte nel classico “Le avventure di Oliver Twist” (1948), di David Lean. 
Le offrono una parte più consistente in “La città dei diamanti”, film drammatico del 1949 di David MacDonald, ambientato nel Sudafrica di fine secolo, un sonoro flop commerciale dove la Dors interpreta la proprietaria di una berlina; ha più successo il successivo “Ragazze inquiete” (1950), di Charles Crichton, dove la nostra è una delle quattro protagoniste femminili.
Dopo un'apparizione con Barbara Murray in “The Cat and the Canary” al Connaught Theatre, Diana viene affidata ad Elstree Studios, dove la scelgono per interpretare un ruolo in “Man of the World” con Lionel Jeffries, che apre la stagione dello Shakespeare Memorial Theatre.
Tuttavia, avendo contratto debiti per 18 milioni di sterline, Rank è costretto a chiudere la "Charme School” lasciando a piedi la Dors. 
Riesce comunque a ottenere un ruolo da protagonista in un film TV per la BBC, “Face to Face” (1951) e supporta Ronald Shiner in “Worm's Eye View” (1951), una commedia di successo.
Con il suo pigmalione in prigione e dopo aver subito il suo primo aborto clandestino (a causa di una relazione con un uomo sposato), Diana incontra lo scaltro Dennis Hamilton Gittins nel maggio 1951 durante le riprese di “Nuda ma non troppo”, di Frank Launder.
La coppia si sposerà cinque settimane dopo a Caxton Hall.
Nel corso degli anni '50, grazie anche alle spregiudicate trovate del marito, la Dors diventerà sempre più celebre in Gran Bretagna, come una versione “casalinga” di Marilyn Monroe, la bellezza più popolare negli Stati Uniti. 
Anche il Regno Unito può vantare finalmente la sua “bombshell” ufficiale!
Diana infatti spesso interpreta personaggi “a la Monroe”, donne bellissime ma fragili che soffrono di un amore non corrisposto.
Hamilton si assicura pure che la mogliettina abbia uno stile di vita esagerato, da vera diva, accettando un contratto con la Rolls-Royce (di affitto, chiaramente…) in modo tale che risulti nei tabloid che la Dors, all'età di 20 anni, sia la più giovane “proprietaria” di una di queste lussuosissime auto nel Regno Unito.
E poi abiti, gioielli, ville (Diana dichiarerà che non ha mai abitato in una villa senza piscina perché da piccola le piaceva giocare nelle pozzanghere…): Hamilton farà di tutto per lanciare la carriera della Dors e soprattutto, per incrementare il suo reddito o la sua influenza, tanto che assicura alla moglie la possibilità di scegliere registi, attori e produttori, cosa per l’epoca inaudita.
Diverranno leggendarie le feste piene di vip nella loro villa: Hamilton ingaggia pure delle “attricette” per fare dei servizietti agli ospiti, il tutto ripreso da telecamere messe ad hoc.
Sembra però che non siano filmati a scopo di ricatto, ma che li usino in modo “ricreativo”: in particolare è proprio la nostra Diana che si diverte un mondo a rivederli…
Nel 1952 appare in tre produzioni teatrali di scarso successo ma, grazie al marito, ne ricava lo stesso una bella pubblicità.
La Dors recita poi nel noir “Esca per uomini” (1952), diretto da Terence Fisher per la Hammer Films, e prodotto da Robert L. Lippert; Lippert le offre inoltre un contratto in esclusiva, a condizione però che divorzi da Hamilton. Diana rifiuta.
Torna alla commedia, interpretando ruoli marginali in “My Wife's Lodger” (1952), “The Great Game” (1953), e “La banda del Tamigi” (1953), di Seymour Friedman, e come protagonista in “È necessaria la luna di miele? (1953), di Maurice Elvey.
Dopo un altro film brillante, “It's a Grand Life” (1953), con Frank Randle, la Dors offre un’ottima prova nel prison movie “Penitenziario braccio femminile” (1954), diretto da J. Lee Thompson, che avrà grande successo in Gran Bretagna.
Nel 1954, Hamilton ha l'idea di sfruttare la nuova tecnologia 3D per la stampa, per valorizzare ancora di più le forme della consorte.
Ingaggia il fotografo Horace Roye per scattare diverse fotografie nude e semi-nude della Dors che il marito successivamente edita in due formati; le immagini semi-nude vengono pubblicate in un set chiamato "Diana Dors 3D: the ultimate British Sex Symbol", che viene venduto insieme ad un paio di occhiali 3D; le fotografie di nudo diventano parte del libretto di Roye "London Models" (1954). 
Ottiene l’offerta di Burt Lancaster per un ruolo da protagonista in “His Majesty O'Keefe” (1954), ma questa volta sarà lo stesso Hamilton a rifiutare la parte a suo nome prima ancora che lei sapesse dell'offerta. 
Il risultato è che la sua carriera iniziale si limita principalmente a film britannici.
Recita poi in “La pace torna in casa Bentley” (1955), di Thompson, con Jack Buchanan, e ottiene una parte importante nel popolare “Domani splenderà il sole” (1955), di Carol Reed, che le vale alcune delle sue migliori critiche.
Sempre nel ’55 è anche nelle commedie “Miss Tulip Stays the Night” (1955), “Febbre bionda” (1955), di Ken Annakin, e “An Alligator Named Daisy” (1955), quest’ultimo diretto da Thompson.
La Dors realizza un quarto film con Thompson, il crime “Gli uomini condannano” (1956), in cui la nostra dà il meglio di sé. 
Questa performance attira l'interesse di Hollywood: nel maggio del 1956 la Dors firma un contratto con la RKO per un film con George Gobel, “Mia moglie che donna”, di Hal Kanter.
Dovendo incontrare i giornalisti hollywoodiani, vengono organizzate interviste nella villa di un amico di Diana, il celebre parrucchiere Teasy-Weasy Raymond, con una lista di invitati che include Doris Day, Eddie Fisher, Zsa Zsa Gabor, Liberace, Lana Turner, Ginger Rogers, John Wayne e diverse altre celebrità. 
La pressione del pubblico e della stampa è tale che dopo soli 30 minuti, i padroni di casa e i coniugi Hamilton vengono spinti in piscina dalla folla.
Quando Hamilton emerge dall’acqua, sferra un pugno al primo fotografo che gli si para davanti: a causa della figuraccia e della pubblicità negativa che ne viene, la coppia non riesce più ad acquistare la casa di Lana Turner, stabilendosi in una proprietà in affitto a Coldwater Canyon. 
Comunque, nell'agosto del 1956, la Dors firma un contratto con la RKO Pictures per realizzare altri tre film, il primo dei quali è “Furia infernale” (1957), di John Farrow, durante le riprese del quale la nostra ha una breve, intensa relazione col partner Rod Steiger
Contemporaneamente, Hamilton inizia a sua volta una relazione con la moglie del parrucchiere Raymond a Londra. 
Per riconciliarsi col marito, la Dors torna per un breve periodo in Inghilterra, e nel frattempo gira “La strada è bloccata” (1957), di Ken Hughes, con Victor Mature, e il crime “Nel tuo corpo l'inferno (1958), di Gordon Parry.
I film della Dors per la RKO risultano però dei sonori flop e la casa di produzione sceglie di non realizzare gli altri due previsti dal contratto: interrompe il suo contratto con Diana, affermando che "è diventata un oggetto di disonore, inganno, maldicenza e ridicolo". 
La Dors cita in giudizio lo studio per 1.250.000 dollari di danni ma successivamente si accorderanno per un risarcimento di 200.000.
Interpreta poi un’americana nel franco-italiano “La ragazza del Palio” (1958), di Luigi Zampa, e fa la parte di una prostituta in “Passaporto per l'inferno (1958), di Alvin Rakoff.
Joseph Kaufman annuncia di voler fare un film con lei chiamato “Stopover”, ma non verrà mai realizzato. 
Intanto, durante le riprese di “La strada è bloccata”, la Dors aveva iniziato una relazione con Tommy Yeardye, l’aitante stuntman del co-protagonista Victor Mature. 
Lo stesso Yeadye farà poi trapelare tutti i dettagli sulla tresca alla stampa: Hamilton scopre così la relazione e inizia un altro periodo di separazione che porterà ad un procedimento di divorzio.
Dopo la separazione definitiva da Hamilton nel 1958, la Dors scopre con disappunto che la sua compagnia “Diana Dors Ltd” è zeppa di debiti.
Essendo stata costretta da Hamilton a bloccare tutti i suoi beni per la separazione, e avendo bisogno di soldi per pagare i suoi avvocati, accetta il suggerimento del suo agente di intraprendere un tour di avanspettacolo intitolato "The Diana Dors Show ".
Il suo amante Yeardye le suggerisce di assumere il comico Dickie Dawson, più tardi conosciuto come Richard Dawson, che successivamente sceneggerà lo spettacolo, scrivendo la maggior parte del materiale. 
La Dors inizia una relazione con Dawson mollando Yeardye, che per ripicca gli fotte 18.000 sterline e vende ai media i dettagli più scarsi della loro storia.
Ciò porterà molta pubblicità negativa allo show, ma il numero di spettatori si mantiene alto, il che permetterà alla Dors di avere più tempo per riassestare i suoi affari. 
Nel 1959, muore Hamilton e così Diana può sposarsi con Dawson a New York; "The Diana Dors Show" viene confermato per due serie televisive per la ITV.
Nel maggio del 1959 Diana dichiara la sua decisione di ritirarsi dalla recitazione e concentrarsi sugli altri suoi interessi, inclusa una fabbrica di shampoo. 
In questo periodo registra, dopo un paio di singoli, il suo unico album, “Swingin' Dors”, una raccolta di pezzi swing. 
L'LP viene originariamente pubblicato su vinile rosso e con una copertina apribile; l'orchestra di accompagnamento è diretta da Wally Stott.
Dopo la nascita del suo primo figlio, nel febbraio 1960, torna sui suoi passi e firma un contratto per recitare al “Dunes hotel and casino” di Las Vegas, soprattutto per poter stare in America col marito.
Appare anche in un paio di film statunitensi: “Un generale e mezzo (1961), di Melville Shavelson”, e “Il padrone di New York” (1962), un crime di Joseph M. Newman.
Vende le sue piccanti memorie a “News of the World” per 140.000 dollari.
Durante l'estate del 1961, la Dors gira "The Sorcerer's Apprentice", basato su una storia di Robert Bloch, per “Alfred Hitchcock Presents”: l'episodio è così raccapricciante che verrà soppresso per decenni. 
Reciterà anche in un episodio del 1963 di "L'ora di Alfred Hitchcock" intitolato "Run for Doom", interpretato da John Gavin e in un episodio di “Straightaway”.
Torna in Gran Bretagna e, nel 1961, scampa per un pelo alla morte: durante un party a cui sta partecipando, scoppia un incendio che ucciderà ucciso tre persone.
Appare poi in “I figli della mia fidanzata” (1962), di Max Varnel, “Chiamate West 11: risponde un assassino” (1963), di Michael Winner, “The Counterfeit Constable” (1964), “Il poliziotto 202” (1964), di Robert Dhéry e Pierre Tchernia, “The Sandwich Man” (1966), di Robert Hartford-Davis.
In America è guest star negli episodi di “Burke's Law” e “The Eleventh Hour” ma il matrimonio con Dawson non regge più e, nel 1966, se ne torna definitivamente nel Regno Unito, lasciando dietro di sé i suoi due figli. 
Riprende il lavoro nell’avanspettacolo ma successivamente le viene notificata la bancarotta. 
Dato che la sua popolarità non è più quella di un tempo (e, diciamolo, neanche la sua forma…), questa volta si deve accontentare di girare nei nightclub pur di poter lavorare.
Nel giugno 1968 dichiara che ha 53.000 sterline di debito, di cui 48.000 sterline con l’erario, ma possiede un patrimonio di poco superiore a 200 sterline: dichiara bancarotta nell'ottobre 1968.
La vita da signori bisogna potersela permettere...
La sua carriera cinematografica è caratterizzata ora da ruoli di secondo piano, in cui si dimostra però una brava interprete: “Danger Route” (1967); “Il cerchio di sangue” (1968), di Jim O'Connolly, con Joan Crawford; “Trafficanti del piacere” (1968), di David Miller; “La mano che uccide” (1968), di Seth Holt; “La pelle giovane” (1968), di Alastair Reid, “M'è caduta una ragazza nel piatto” (1970), di Roy Boulting; “La ragazza del bagno pubblico” (1971), di Jerzy Skolimowski (1971).
Viene presa in considerazione per il ruolo di Venus De Marco nel film horror “The Ice House” (1969), parte che invece andrà a Sabrina.
Nel 1970 torna anche a recitare a teatro, nel West End, in “Tre mesi andati”. 
Nel 1972, si unisce a una campagna volta a permettere ai prigionieri di avere rapporti sessuali con le loro mogli, in prigione.
Nel 1974, contrae la meningite ma sopravvive miracolosamente.
Ha il ruolo principale in una sitcom, “Queenie's Castle” (1970-72), che durerà tre stagioni mentre meno popolare sarà un altro sceneggiato in cui recita, “All Our Saturdays” (1973).
Interpreta poi “perle” come “La texana e i fratelli Penitenza” (1971), di Burt Kennedy; “Il cervello dei morti viventi” (1972), di Peter Sasdy; “Every Afternoon”, (1972), di Joseph W. Sarno; “The Amazing Mr. Blunden” (1972), di Lionel Jeffries; “Il pifferaio di Hamelin” (1972), di Jacques Demy; “Steptoe and Son Ride Again” (1973), di Peter Sykes; “La bottega che vendeva la morte” (1973), di Kevin Connor; “Oscar insanguinato” (1973), di Douglas Hickox; “Il buio macchiato di rosso” (1974), di Freddie Francis.
A metà degli anni settanta diviene molto richiesta per le commediacce soft-core: “Voglie pazze, desideri... notti di piaceri” (1974), di Derren Nesbitt; “A Man with a Maid” (1975), “Bedtime with Rosie” (1975), “What the Swedish Butler Saw” (1975), “Three for All” ( 1976), “Adventures of a Taxi Driver” (1976), “Keep It Up Downstairs” (1976), “Adventures of a Private Eye” (1977) e “Confessions from David Galaxy Affair” (1979).
Nei suoi ultimi anni, dopo essersi convertita la cattolicesimo, Diana trascorrerà molto tempo lavorando per vari gruppi religiosi e di beneficenza.
Le ultime apparizioni della Dors sono in “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” (1980), “The Two Ronnies, Timon of Athens” (1981), “Dick Turpin” (1981) e “Cannon and Ball” (1981)
Dopo aver filmato "Steaming, il bagno turco" (1985), a Diana viene diagnosticato un cancro al cervello: per gli inglesi sarà un vero lutto quando arriva la notizia della sua morte all'età di 52 anni, il 4 maggio del 1984 a Windsor, nel Berkshire.
Il suo terzo marito, Alan Lake, si suicida cinque mesi dopo la sua morte.
Un omaggio a Diana Dors, "Good Day", verrà scritto da Ray Davies dopo la sua morte ed è incluso nell’album "Word of Mouth" dei Kinks.
Ma non basta una canzone per ricordare la splendida “Hurricane”…
Che alla fine, hai voglia di ville e piscine: è rimasta la maggior parte del tempo a sguazzare nelle pozzanghere di fango.
Come faceva da bambina...
Onore a Diana Dors!

“I've played my share of drunken sluts, good time girls, and whores. Being bumped off is really no novelty for me. I've been shot, hanged, strangled, gassed, burned to death, and even pushed off a cliff. And for a TV episode of Alfred Hitchcock presents (1955), I was sawn in half by an electrical buzz saw.”
Diana Dors

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

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