Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

IL FICHISSIMO

Il detto dice: "O si ama o si odia".
Nel caso dell'affascinante GEORGE CLOONEY, però, non va bene, non è adatto...
E non perché l'attore e regista americano ci stia indifferente ma perché suscita in noi sentimenti ambivalenti: lo amiamo quando fa il gigone sfoderando i suoi migliori ruoli brillanti e non di rado imprevedibili, quando dirige film spesso scomodi e poco commerciali; lo odiamo quando la menano con le sue lussuose pubblicità di aperitivi e caffè, quando ci ammorbano coi gossip dei suoi flirt, fidanzamenti e relazioni varie...
Soprattutto lo odiamo perché banalmente siamo invidiosi del suo charme, della sua eleganza e del suo appeal col gentil sesso!
Quindi confermiamo che siamo stati titubanti sul dedicargli o meno un Almanacco ma poi la ragione ha prevalso.
Si può infatti negare un omaggio, in un Almanacco "Pulp" che si rispetti, al protagonista di "Dal Tramonto all'Alba", a un attore feticcio dei fratelli Coen?
Certo che no, cari amici dei Mutzhi Mambo, certo che no...
Dopotutto, a suo modo, è anche lui un'icona Pulp!
Di uno così belloccio, è difficile comunque non essere invidiosi ma almeno, quando vuole, sa essere simpatico, autoironico ed ha davvero una classe e carisma innati, bisogna ammetterlo, una classe e un carisma di altri tempi (anzi senza tempo...) quasi completamente scomparsi nel cinema contemporaneo.
Quindi, bando a invidie e gelosie e andiamo a festeggiare il compleanno di uno degli ultimi veri divi di Hollywood!

George Timothy Clooney nasce a Lexington, in Kentucky, il 6 maggio del 1961, figlio di un presentatore televisivo e di una ex-reginetta di bellezza, cugino e nipote di vari personaggi dello spettacolo.
Durante le scuole medie, soffre della paralisi di Bell, una sindrome debilitante che paralizza parzialmente il volto: la malattia guarirà in un anno, giusto il tempo sufficiente al povero George per essere considerato un mostro e diventare lo zimbello dei suoi compagni di scuola.
Per fortuna si rifarà ampiamente in seguito...
Frequenta la Augusta High School dove si distingue come giocatore di basket e baseball, tanto che, nel 1977, sostiene un provino con i Cincinnati Reds per diventare professionista del diamante, ma si infortuna e non gli verrà offerto nessun contratto.
Si iscrive poi ai corsi di storia e scienze politiche alla Northern Kentucky University e poi all'Università di Cincinnati, ma non riuscirà a laurearsi.
L'idea di seguire le orme paterne e di lavorare come giornalista e attore in televisione, dopo il suo esordio davanti alla telecamera nella serie tv "Centennial", del 1978, accanto a Richard Chamberlain, non dura molto.
Si adatta così ai lavori più disparati; venditore di abiti da uomo, di tabacco, di scarpe da donna e di polizze assicurative porta a porta.
A ventun anni, quando il cugino, l'attore Miguel Ferrer, si ferma nella sua città e Clooney lo aiuta a imparare una piccola parte per un film, il nostro si convince del fatto che la sua vocazione è solo quella di recitare.
Così, nel 1983, si trasferisce a Los Angeles per studiare alla Beverly Hills Playhouse.
In quegli anni, divide l'appartamento con l'attore Thom Mathews e il letto con le attrici Dedee Pfeiffer (sorella di Michelle Pfeiffer), Kelly Preston, (che gli regalerà forse il compagno più longevo della sua vita, il maiale Max, 130 chili di amore disinteressato, morto nel 2006), e Talia Balsam (che sposerà nel 1989 e dalla quale divorzierà nel 1990).
Ma non sara il cinema il suo primo approdo: comincia dalla televisione la sua vera e lunga marcia verso la popolarità.
Appare in telefilm come "Ripide", "La signora in giallo" e "Il falco della strada", muovendo i primi passi sul grande schermo in autentici B-movie horror come: "Grizzly II - The Concert" (1987), di David Sheldon, con Laura Dern e Charlie Sheen, "La scuola degli orrori" (1987), di Bill Froehlich, e il cultissimo, delirante "Il ritorno dei pomodori assassini" (1987), di John De Bello.
E mentre continua la sua lunga gavetta sul piccolo schermo, partecipando a un'immensità di serial ("L'albero delle mele", "Hunter", "Cuori senza età", "Pappa e ciccia", "Sisters"), si impegna in provini per il cinema: prova ad esempio il ruolo di J.D. (che andrà a Brad Pitt) in "Thelma & Louise", di Ridley Scott, e Mr. Blonde (che verrà assegnato a Michael Madsen) in "Le iene", di Tarantino, ma per tutti i ruoli interessanti viene scartato.
Lo si vede pure in piccole produzioni come "Giovani iene" (1990), di H. Gordon Boos e "The Harvest" (1992), di David Marconi.
Alla fine viene poi scelto per il ruolo del Dottor Ross nella serie "E.R. - Medici in prima linea" (1994), prodotta da Steven Spielberg e scritta da Michael Crichton, e sarà la svolta nella sua carriera: il ruolo del pediatra dongiovanni gli calza così a pennello che attira da subito l'attenzione del pubblico femminile e la critica che urla al nuovo Cary Grant.
Plurinominato ai Golden Globe e agli Emmy ma con il timore di rimanere confinato a vita dentro il piccolo schermo, sfrutta questo momento di popolarità mondiale (dalle riviste è unanimemente considerato l'uomo più sexy del mondo) per ottenere più ruoli possibili a Hollywood.
La mecca del cinema non si lascia scappare l'occasione e risponde immediatamente alla sua richiesta, così eccolo accanto a Michelle Pfeiffer nella commedia romantica "Un giorno, per caso" (1996) o nel cult Pulp/horror di Robert Rodriguez "Dal tramonto all'alba" (1996), scritto e interpretato da Quentin Tarantino, con Harvey Keitel e Juliette Lewis.
Scartato per il ruolo da protagonista in "Jack Frost" (1998), viene scelto per vestire i panni dell'Uomo Pipistrello nel pessimo "Batman & Robin" (1997) di Joel Schumacher, dove farà i conti con una verde Uma Thurman (Poison Ivy) e un gelido Arnold Schwarzenegger (Mr. Freeze).
Nella classifica dei peggiori Batman di sempre dovrà poi vedersela con Val Klimer ma scommettiamo che fra qualche anno verrà rivalutato anche questo film come cult Camp...
Brutto, è brutto a sufficienza!
Intanto il nostro passa da un fidanzamento all'altro, con la stessa facilità con cui passa da un set all'altro: il serrato spy-movie "The Peacemaker (1997), di Mimi Leder, con la bellissima Nicole Kidman; il poliziesco "Out of Sight" (1998), di Steven Soderbergh (con il quale stringerà una profondissima amicizia, nonché una collaborazione in affari), con la splendida Jennifer Lopez, tratto da un romanzo di Elmore Leonard; il war movie filosofico "La sottile linea rossa" (1998) di Terrence Malick; e l'action bellico "Three Kings" (1999), di David O. Russell, insieme al suo migliore amico Mark Wahlberg.
Ma non solo passera e cinema nel suo carnet: si butta pure nel business, ed eccolo dunque a capo della compagnia di produzione televisiva e cinematografica "Maysville Pictures", nonché della "Section Eight" (della quale rimarrà socio fino al 2006 assieme a Soderbergh) e della "Smoke House" assieme all'attore Grant Heslov.
Dopo il film tv "A prova di errore" (2000) di Stephen Frears, lasciati per sempre i panni del Dottor Ross, recita nel disaster-movie "La tempesta perfetta" (2000) di Wolfgang Petersen, passando finalmente a roba più interessante quando i fratelli Coen lo vorranno come protagonista dai baffetti alla Clark Gable nel visionario "Fratello, dove sei?" (2000) per il cui ruolo di un Odisseo moderno vincerà il Golden Globe come miglior attore.
Soderbergh, che in lui individua quel fascino sornione alla Frank Sinatra, gli offre il ruolo di Ocean, criminale con lo smoking che organizza il colpo della sua vita (rubare soldi e amante al proprietario di un casinò di Las Vegas) nel remake di "Colpo grosso", "Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco" (2001), con un cast stellare che conta, oltre il nostro, Brad Pitt, Matt Damon e Andy Garcia.
Il film supera di gran lunga il prototipo e si candida come uno dei più efficaci heist - movie del decennio; il successo sarà tale che si presterà anche per i due sequel del film (2004-2007), entrambi egregi e sempre diretti dal buon Soderbergh.
E dato che Clooney è uno che dà molto peso alle amicizie, eccolo in un piccolo ruolo nella trilogia per bambini "Spy Kids" (2001) di Robert Rodriguez, nonché nell'interessante remake del capolavoro sci-fi sovietico del 1972 di Andrej Tarkovskij, dall'omonimo titolo, "Solaris" (2002), ancora per Soderbergh, dove si presta per la sua prima scena di nudo, e nello sciagurato remake de "I soliti ignoti", "Welcome to Collinwood" (2002), di Anthony e Joe Russo.
Desideroso di esplorare nuove dimensioni, eccolo debuttare alla regia con l'intrigante "Confessioni di una mente pericolosa" (2003), pellicola con Sam Rockwell nei panni di un conduttore televisivo-spia e killer del governo.
Torna attore per i Coen nel 2003, quando recita nel corrosivo "Prima ti sposo poi ti rovino" (2003), a fianco di un'altra bellissima Catherine Zeta Jones; nonostante il pessimo titolo italiano, il film è una vera chicca di cinismo e umorismo nero.
Torna dietro la macchina da presa per firmare il politico "Good night, and good luck" (2005), all'interno del quale rivede le vicende della caccia alle streghe comuniste guidate dal senatore McCarthy con gli occhi del giornalista Ed Murrow.
Interessante ma oggettivamente palloso, viene nominato all'Oscar e ai Golden Globe per la miglior regia e la migliore sceneggiatura, anche se quell'anno, vincerà entrambe le ambite competizioni solo come miglior attore non protagonista, per un altro film: il complesso "Syriana" (2006), di Stephen Gaghan, che lo vedrà, sovrappeso, nei panni di un agente della CIA nel complicato scacchiere del Medio Oriente.
Nonostante sia ormai uno degli attori più celebrati e famosi di Hollywood, preferisce allontanarsi dai riflettori della Mecca cinematografica e ritagliarsi uno spazio tranquillo nella sua villa sul lago di Como: scelta che alla lunga si rivela vincente, visto che non fa che aumentare il suo fascino di "bello e impossibile" e ingrassare la curiosità del gossip.
Assolutamente antimilitarista, rifiuta il ruolo di John McLoughlin in "World Trade Center" (2006), scegliendo ancora Soderbergh per il noir manierista "Intrigo a Berlino" (2006), un polpettone in bianco e nero ambientato nella capitale del Reich.
Nel 2007 il bel thriller "Michael Clayton", di Tony Gilroy, con la tenebrosa Tilda Swinton, gli vale un Golden Globe e la candidatura all'Oscar come Migliore Attore.
Nel 2008, ha interpreta e dirige "In amore niente regole", una perdibile commedia romantica ambientata nel mondo del Baseball, da lui diretta per la Universal e primo film prodotto dalla Smoke House, la società di produzione di Clooney e Grant Heslov.
È poi la volta dell'irresistibile "Burn After Reading-A prova di spia" (2008) dei fratelli Coen, con i quali torna a lavorare per la terza volta; del drammatico "Tra le nuvole" (2009), di Jason Reitman, per il quale viene ancora una volta nominato all'Oscar; del bizzarro "L'uomo che fissa le capre" (2009), di Grant Heslov, delirante satira antimilitarista con Kevin Spacey, Ewan McGregor e Jeff Bridges; e del geniale film di animazione di Wes Anderson, "Fantastic Mr. Fox" (2009), nel quale presta la voce al protagonista.
E dopo il flop dell'action "The American" (2010), di Anton Corbijn, dirige e interpreta l'intenso "Le idi di marzo" (2011), con Ryan Gosling, thriller ambientato nel torbido mondo della politica a Stelle e Strisce.
Il 2012 inizia, per l'attore, con una commedia dai risvolti drammatici, "Paradiso amaro", di Alexander Payne, dove interpreta un marito e un padre in crisi; per questo ruolo si porta a casa l'ennesima nomination per l'ambita statuetta.
Gira poi il sofisticato sci-fi "Gravity" (2013), di Alfonso Cuarón, per poi tornare dietro la macchina da presa per dirigere e interpretare l'insipido "Monuments Men" (2014), poco riuscito ritratto dei soldati che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si occupavano di recuperare le opere d'arte trafugate dai nazisti.
Altro giro, altro flop col Disneyano "Tomorrowland - Il mondo di domani" (2015), di Brad Bird, confuso omaggio alle visonarie utopie del papà di Topolino; un mezzo fiasco è pure "Ave, Cesare!" (2016), quarta collaborazione coi fratelli Coen, in cui però il nostro offre una magnifica prova come interprete di un ottuso e ingenuo divo nella Hollywood degli anni '50.
L'ultimo suo impegno come attore sul grande schermo è il debole thriller "Money Monster - L'altra faccia del denaro" (2016), di Jodie Foster, con Julia Roberts, ma assai più interessanti sono il feroce e grottesco noir scritto dai Coen e da lui diretto, "Suburbicon" (2018), con Matt Damon e Julianne Moore, e la miniserie "Catch-22", deliziosa satira antimilitarista ambientata in Italia durante il secondo conflitto mondiale, adattamento del romanzo "Comma 22", scritto da Joseph Heller, che il nostro co-dirige (con Grant Heslov ed Ellen Kuras) e interpreta.
Dei vari progetti umanitari in cui il nostro si è gettato anima e corpo non ci occupiamo, né tanto meno delle sue varie fidanzatine; sembra però che dopo il matrimonio con l'avvocata Amal Alamuddin (2014), che gli ha dato due gemelli, abbia messo un po' il pisello a posto.
Vabbé, tanto, quanto e con chi scopa Clooney, è roba che a noi comuni mortali interessa il giusto...
Tanti auguri, George!

"I am a man of constant sorrow
I've seen trouble all my day
I bid farewell to old Kentucky
The place where I was born and raised…"
Traditional/Soggy Bottom Boys - Man of constant sorrow (da "Fratello, dove sei?")

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

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    "Ei fu, siccome immobile..." recitava l'ode di Manzoni a Napoleone, con cui ci hanno scassato la minchia a scuola. Ma questo 5 maggio non ha nulla di eroico, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché oggi... Franco Maresco