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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Qual'è il sax più rovente del rock'n'roll?

Manco a dirlo, cari amici dei Mutzhi Mambo, quello del fantastico BOBBY KEYS, il sassofonista degli Stones (e non solo)!

In questo Almanacco di sassofonisti ne vedrete pochi, ma lui c’è entrato a gamba tesa, di prepotenza, perché tutta la sua carriera "è" rock'n'roll!

Ha veramente suonato con tutti i più grandi e ha registrato in alcuni dei dischi più belli della storia.

Sul serio, a vedere la sua discografia tutta insieme possono venire le vertigini, tali e tante sono le sue collaborazioni…

Forse il contributo più famoso di Bobby Keys alla storia del rock è il suo ruggente, lascivo assolo (che fa il paio con i sottintesi sessuali dei testi di quel porcaccione di Mick Jagger) su "Brown Sugar”.

Ma non è certo la sua unica perla registrata con gli Stones: è stato anche protagonista in "Can not You Hear Me Knockin’”, “Happy” e tante, tante altre…

Musicista autodidatta che non ha mai imparato a leggere la musica, Keys è stato un vero rocker in tutti i sensi.

Nato (quasi letteralmente) all'ombra di Buddy Holly, è stato devoto per tutta la vita alla musica e allo “stile” di vita delle rock star: notti in bianco, sesso, alcol, droga e rock’n’roll.

Affermerà, poco prima di morire: "Ho fumato erba per oltre 50 anni, senza saltare un giorno a parte quelli passati in prigione. Sono un vero tossico di marijuana. E non ci vedo niente di male in ciò, tranne il costo!”

Quando si dice coerenza...

Robert Henry "Bobby" Keys nasce a Slaton, in Texas, lo stesso giorno di Keith Richards, il 18 dicembre del 1943.

Il padre è un militare dell'aeronautica e la madre lo mette al mondo quando ha solo sedici anni.

Nel 1946 il padre viene assunto dalle Ferrovie a Belen, in New Mexico, e tutta la famiglia si trasferisce là, lasciando il piccolo Bobby a crescere coi nonni a Slaton (cosa di cui Keys, a posteriori, si è detto alquanto soddisfatto).

Inizia ad andare in giro a suonare all'età di quindici anni con Bobby Vee e Buddy Holly, un texano come lui.

Riesce ad entrare nel giro dei turnisti americani, che vengono scelti dai cuginetti d'oltreoceano per conferire sonorità più "autentiche" alle incisioni delle star della British Invasion ed ha la fortuna di piacere ai Rolling Stones (conosciuti nel 1964 al San Antonio Teen Fair) che gli fanno incidere l’assolo lascivo di "Live with Me" su quel capolavoro di "Let It Bleed" (1969).

È amore alla prima session!

Su "Sticky Fingers" (1971) e "Exile On Main Street" (1972) Keys, assieme a Jim Price, suo compagno di fiati, regala agli Stones una marcia in più, dall’assolo mozzafiato di "Brown Sugar" al trionfo doloroso in stile Stax di "I Got the Blues" fino all’esaltazione soul di "Rocks Off" e "Tumbling Dice".

Se in sala di registrazione e sul palco l’intesa con Keith Richards segna l’età dell’oro dei Rolling Stones, lontano dai microfoni i due scrivono in diretta, a quattro mani, il manuale della decadenza per rockstar.

Nel film "Cocksucker Blues" (1972) di Robert Frank, fino a poco tempo fa inedito e circolato in maniera pirata, è leggendaria la scena in cui lui e Richards vengono immortalati mentre lanciano dalla finestra di una camera d’albergo un televisore, in perfetto stile Keith Moon, inserendosi a pieno titolo in una delle tradizioni più consolidate nel mondo del rock n’ roll: gli sfascia-camere!

Un'altra passione lo accomuna a Keith: la roba, tanto da andare a braccetto in overdose, a 27 anni.

Anche da solo Keys non è da meno, riuscendo a farsi cacciare a due date dalla fine del tour europeo degli Stones del 1973.

La leggenda vuole che non vedendolo arrivare in tempo per lo show, Keith Richards sia salito nella sua stanza d’albergo trovandolo nudo con una groupie in una vasca da bagno piena di Dom Perignon (che il buon Keys sorseggiava di gusto).

Non è da tutti farsi sgridare da Keith Richards per averci dato un po’ troppo dentro con alcool e droga, ma di sicuro sono in pochi ad averlo mandato a fare in culo riuscendo poi a raccontarlo ai nipoti…

Keys viene licenziato e fino al 1989, pur mantenendo il ruolo di primo sax in occasione delle registrazioni dei loro album, è bandito, salvo rare occasioni, dalla touring band degli Stones su preciso ordine di Mick Jagger.

È Keith Richards a farlo rientrare a partire dal tour di "Steel Wheels" e il suo assolo di "Brown Sugar" torna ad essere uno dei momenti salienti dello show degli Stones.

Ogni sera, in ogni parte del mondo, al momento delle presentazioni della band, solo Bobby Keys viene osannato come se fosse un Rolling Stone, gli altri, compreso il pianista Chuck Leavell, godono di timidi applausi, ma per Bobby ogni sera è un trionfo.

L’ultimo è il 3 luglio del 2014 a Roskilde, in Danimarca…

Ma il nostro non ha suonato solo con le Pietre Rotolanti. Egli è anche presente nel film concerto (e nel disco) di Joe Cocker, "Mad Dogs and Englishmen" (1971); è il sassofono baritono su "Return to Sender" di Elvis Presley; è nel primo singolo di successo di John Lennon, "Whatever Gets You thru the Night". E poi Clapton, Donovan, Chuck Berry, B.B. King, Paul McCartney, Ringo Starr, Harry Nilsson, Keith Moon, Humble Pie, Lynyrd Skynyrd e tanti altri.

Inoltre, anche se più comunemente noto come turnista e per il suo lavoro con gli Stones, Keys ha pubblicato due album; un album strumentale a suo nome (1972), in cui partecipano Ringo Starr, George Harrison ed Eric Clapton; e "Gimme the Key" (1975) per l'etichetta di Ringo Starr, Ring O'Records.

Bobby Keys muore di cirrosi epatica il 2 dicembre del 2014, a Franklin, in Tennessee.

Il sax più grintoso del rock'n'roll ormai si può ascoltare solo nei dischi…

Onore a Bobby Keys!

"Gold Coast slave ship bound for cotton fields

Sold in the market down in New Orleans

Scarred old slaver knows he's doin' all right

Hear him whip the women just around midnight

Brown Sugar, how come you taste so good

Brown Sugar, just like a young girl should..."

The Rolling Stones - Brown Sugar

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