È inutile fare paragoni: la faccia più hard-boiled di tutti ce l'ha il roccioso NICK NOLTE!
Tanti sono gli attori con l'aria da duri, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma Nick Nolte li batte tutti di una spanna!
Oltretutto, quando c’è lui sullo schermo, fa ombra a chiunque!
E non è solo un fatto di corporatura: il carisma di Nolte è veramente qualcosa di eccezionale.
Sarà per la sua bravura, sarà per la sua fama non proprio da “bravo ragazzo”, fatto sta che il nostro Nick rimane sempre credibile, qualsiasi sia il ruolo che interpreta, anche se chiaramente lo preferiamo in quelli da duraccio.
Un vero omaccione, gigantesco, faccia da sbirro kattivo, sguardo da mastino, Nolte impersona fisicamente il prototipo del personaggio da crime-novels, sembra il classico detective corrotto descritto da James Ellroy oppure l'eroe ruvido dai modi spicci uscito dalla penna di Dashiell Hammett o di Mickey Spillane.
Peccato che, a nostro avviso, gli è mancato proprio questo tipo di ruolo in un film veramente memorabile.
Eh sì che è pure un bravo attore e film ganzi ne ha fatti, ma, a nostro parere, ci manca ancora qualcosina…
Comunque, una cosa è certa: quando c’è Nick Nolte in un film, anche se interpreta una parte minore, è impossibile non farci caso!
Nicholas King Nolte nasce a Omaha, l'8 febbraio del 1940.
Il padre è di famiglia contadina, mentre la madre lavora nel commercio.
Nick si costruisce presto il classico curriculum da gorillone Alfa: da giovane eccelle nello sport, in particolare il football americano, ma viene cacciato da cinque college diversi per scarso rendimento scolastico.
All'età di ventidue anni viene condannato a cinque anni di carcere, con sentenza poi sospesa, per aver falsificato le cartoline di chiamata alle armi.
La sua carriera artistica inizia sul palcoscenico teatrale dove è protagonista di molti spettacoli, ma i primi veri successi li ottiene in televisione dove partecipa a svariati film TV e fiction tra cui spicca il thriller "California Kid" (1974).
Dopo il trasferimento a Los Angeles nel 1975, arriva l'esordio sul grande schermo con "Return to Macon County", mentre già l’anno successivo ottiene una candidatura all'Emmy Award per la sua interpretazione nella miniserie televisiva "Il ricco e il povero".
Al cinema dopo la piccole partecipazioni in film d'azione come "Abissi" (1977), di Peter Yates, "I guerrieri dell'inferno" (1978), di Karel Reisz, "I mastini del Dallas" (1979) di Ted Kotcheff, e i drammi "Heart Beat (1980), una sorta biopic su Allen Ginsberg e la Beat Generation, di John Byrum, e "Cannery Row" (1982) di David S. Ward, un adattamento di due racconti di John Steinbeck, viene diretto dal bravo Walter Hill nel classico, serratissimo buddy movie "48 ore" (1982), in coppia con un giovane Eddie Murphy.
Il film ha davvero una sceneggiatura di ferro e l'interazione fra Nolte e Murphy, che interpretano due classici stereotipi del crime, rispettivamente lo sbirro disilluso e dai modi spicci e il delinquente dalla battuta facile, funziona alla grande.
L'hanno successivo, Nick è nel cast di "Sotto tiro", di Roger Spottiswoode, mentre nel 1984 recita insieme a Katharine Hepburn nella black comedy "Agenzia omicidi", di Anthony Harvey.
Nonostante la versatilità dimostrata, il nostro fatica però a trovare le parti giuste.
Recita nel ruolo di un carcerato ne "Il seme della gramigna" (1987), di John D. Hancock, di un ranger texano coinvolto in una sanguinosa lotta contro un boss della droga in "Ricercati: ufficialmente morti" diretto da Walter Hill (1987), del re di una tribù nel visionario "Addio al re" (1988), di John Milius, e di un pittore in uno degli episodi che compongono "New York Stories" (1989) diretto da Martin Scorsese.
Dopo alcune commedie brillanti torna finalmente al poliziesco interpretando il marcissimo Tenente Mike Brennan in "Terzo grado" (1990) di Sidney Lumet e, nello stesso anno, recita nel discreto seguito (anche se pare piu un reboot che un sequel…) di "48 ore", intitolato "Ancora 48 ore" (incredibile, vero?), sempre diretto da Hill.
Si fa guardare ma non sfiora neanche il successo del primo episodio.
La consacrazione arriva con "Cape Fear - Il promontorio della paura" (1991) di Martin Scorsese (bel remake del classico "Il promontorio della paura", con Robert Mitchum), pellicola in cui Nolte è coprotagonista con Robert De Niro.
Recita poi nel palloso "Il principe delle maree" (1991), diretto e interpretato da Barbra Streisand, con cui si guadagna la prima nomination all'Oscar, mentre l'anno successivo è nel cast de "I protagonisti" di Robert Altman, nel tremendo "L'olio di Lorenzo" (1992) di George Miller e in "Jefferson in Paris" (1995) di James Ivory.
Tutti ruoli che interpreta bene ma che sacrificano la sua innata, ruvida "fisicità".
Nel 1996 interpreta il putroppo deludente noir "Scomodi omicidi", di Lee Tamahori (peccato perché le premesse c’erano tutte per essere una bomba di film…), e "Confessione finale", di Keith Gordon, tratto da Kurt Vonnegut.
L'anno seguente è nel remake americano del thriller scandinavo "Nightwatch - Il guardiano di notte", di Ole Bornedal, con Ewan McGregor e, sempre lo stesso anno, finalmente gli arrivano un paio di grandi ruoli: viene diretto da Oliver Stone nel fantastico, strapulp "U Turn - Inversione di marcia" (1997), a fianco di Sean Penn, Bill Bob Thornton e Jennifer Lopez, in cui interpreta il fetentissimo padre incestuoso della bellissima J.Lo, e nel morboso thriller "Affliction", diretto da Paul Schrader, a fianco di Sissy Spacek, James Coburn e Willem Dafoe, con cui si guadagna la seconda nomination all'oscar.
Poi prende parte ai cult "La sottile linea rossa" (1998), di Terrence Malick, e "La colazione dei campioni" (1999), di Alan Rudolph.
Nel il nuovo millennio recita nel crepuscolare "Triplo gioco" (2002) di Neil Jordan, nel supereroistico "Hulk" (2003) di Ang Lee e nel drammatico "Hotel Rwanda" (2004), di Terry George.
Si segnalano anche "Off the Black - Gioco forzato" (2006), di James Ponsoldt, "Warrior" (2011), di Gavin O'Connor, film sul mondo dell'MMA dove interpreta il ruolo di un ex pugile alcolizzato con il quale conquista la sua terza nomination all'Oscar, lo spionistico "La regola del silenzio" (2012), di Robert Redford, il manierista "Gangster Squad" (2013) di Ruben Fleischer, sulle imprese criminali di Mickey Cohen, e il thriller "Run All Night - Una notte per sopravvivere" (2015), diretto da Jaume Collet-Serra, con Liam Neeson.
I suoi prossimi impegni lo vedono come malato affetto dal morbo di Alzheimer nel remake di un film tedesco “A Head full of honey” (2018) di Til Schweiger, a fianco di Matt Damon, e nell’apocalittico a sfondo ecologista “The last word”, di Jonathan Nossiter.
Per la TV si segnalano le serie “Luck” (2011-2012), creata da David Milch, sul mondo delle scommesse sui cavalli, con protagonista Dustin Hoffman, “Gracepoint” (2014), remake delle britannica “Broadchurch”, un giallo ambientato in una piccola comunità di pescatori, “Graves” (2016-2017), creata e sceneggiata da Joshua Michael Stern, dove il nostro Nick interpreta il “peggior” ex-presidente degli Stati Uniti alle prese con problemi di coscienza.
Caro Nick, ora però ti aspettiamo in un crime bello Pulp con un ruolo degno di te: però non farci aspettare troppo, che a vederti sembri proprio invecchiato di brutto!
“Tempus fugit”, il tempo fugge, dicevano i latini...
Tanti auguri, bestione!
Nota a margine: Il nostro Nick, per non farsi mancare nulla, ha avuto più volte problemi con la legge, causati perlopiù dal suo consumo di stupefacenti tra i quali l'eroina. Nel settembre 2002 fu trattenuto presso il Silver Hill Hospital (in Connecticut) in conseguenza del suo arresto per guida in stato di ebbrezza a Malibù, avvenuto alcuni giorni prima. I controlli mostrarono che l'attore si sarebbe trovato sotto l'effetto dell'acido GHB. Il 12 dicembre 2002 Nolte contestò di essersi messo alla guida sotto l'influenza della sostanza, ma fu comunque condannato a tre anni di libertà vigilata con l'obbligo di sottoporsi alle consulenze circa alcool e droga, ed ai controlli casuali necessari.
"Reggie: "Jack."
Jack: "Eh?"
Reggie: "Mi racconti una favola?"
Jack: "Vaffanculo!"
Reggie: "Questa me la raccontava sempre mia mamma."
Reggie Hammond/Eddie Murphy; Jack Cates/Nick Nolte - 48 Ore