Bando alle ciance! Alla larga i codardi e gli infami! Oggi è tempo di eroi!
Ma non eroi in senso metaforico, non in senso morale: si parla proprio di eroi – eroi, cari amici dei Mutzhi Mambo, quelli muscolosi, temerari, invincibili!
Oggi infatti si celebra il possente FRANK FRAZETTA, il “Michelangelo” del Pulp!
Inchinatevi davanti all’arte del più bravo e influente illustratore fantasy di sempre, l’uomo che ha dato corpo e fattezze a barbarici eroi ed eroine in lotta contro serpenti, draghi, presenze inquietanti di ogni tipo e forma.
Non a caso, il genere prediletto di Frank Frazetta, quello che l’ha reso così celebre, è proprio l’ “Heroic Fantasy”, le avventure più muscolari ambientate in mondi fantastici, ricchi di creature ancestrali, mostri sub-umani, eroi ipertrofici e fanciulle un po' culone, muscolose e seminude.
È considerato il più eccezionale ed emulato artista fantasy della storia ma il suo stile si riflette in ogni tipo di genere abbia affrontato.
Non importa che si tratti di fantasy, horror, war, sci-fi, western, o quant’altro: nei suoi quadri si scontrano inevitabilmente le immani forze del bene e del male che si sfidano all’ombra di alberi antichi, in lande desolate o in paesaggi alieni, pronti a darsi battaglia in scontri epici, cruenti e spettacolari!
Le sue ardite anatomie sono davvero celeberrime: uomini dai pettorali scolpiti e i bicipiti guizzanti, donne dalle cosce tornite e i chiapponi sodi. Entrambi pronti ad entrare nella pugna senza batter ciglio!
Nessuno è stato più potente ed evocativo di lui: le sue copertine di riviste Pulp, di libri e di dischi, i poster cinematografici, i fumetti avventurosi, le illustrazioni rimangono esempi concreti del suo immaginario visionario unico, superomistico, nietzschiano.
Il tutto reso con uno stile unico, imitatissimo alla nausea ma in realtà assolutamente inimitabile: la sua mano era veramente “sorcery”, un continuo e ipnotizzante incantesimo capace di ammaliare lo spettatore per trasportarlo in boschi oscuri, spazi siderali, torrido deserti, campi di battaglia, mondi preistorici perduti.
E non pensiate che tali tamarrate siano l’opera del solito “nerd”: Frazetta “era” come i suoi personaggi!
Aitante, belloccio, amato dalle donne, Frank usava molto spesso sé stesso come modello per i suoi nerboruti barbari.
Non c’è niente da fare: Frazetta era davvero magico!
Frank Frazzetta (che in seguito abbandonerà una delle z del cognome perché suona meglio) nasce il 9 febbraio 1928 a Brooklyn, New York, l'unico maschio di una famiglia con 3 sorelle.
Enfant prodige, il nostro inizia a disegnare all'età di tre anni e subito riesce a piazzare il suo primo lavoro; il suo primo disegno a pastello lo compra la nonna per un centesimo.
Mentre è ancora alla scuola materna, le sue maestre non riescono a capacitarsi che un bambino di cinque anni disegni meglio di quelli dieci!
A soli 8 anni, i genitori di Frazetta vengono incoraggiati e convinti a iscriverlo all'Accademia di Belle Arti di Brooklyn.
Quando il docente Michael Falanga, un premiato artista di origine italiana, incontra per la prima volta il giovane, per valutare le sue abilità, gli dà carta e matita e gli chiede di copiare la foto di un gruppo di anatre.
30 minuti dopo tornando per controllare i progressi di Frazetta, dà un'occhiata al disegno, e saltando inizia ad urlare: "Mamma Mia, mamma Mia! Abbiamo un genio qui!"
Frank frequenterà l'Accademia per otto anni sotto la sua guida.
Man mano che prosegue negli studi, le abilità di Frazetta si fanno sempre più eccezionali e Falanga decide di mandare, a proprie spese, il giovane allievo in Europa per approfondire le tecniche.
Purtroppo il maestro morirà improvvisamente nel 1944 e la scuola chiuderà un anno dopo, lasciando il giovane senza una guida.
All'età di 16 anni Frazetta si ritrova a dover cercare lavoro come disegnatore e lo stesso anno riesce a pubblicare il suo primo fumetto, "The Snowman", nella rivista “Tally-Ho Comics”.
Diventa assistente del disegnatore di fumetti John Giunta ma continua a realizzare alcune strisce da solista, che firma Fritz (un soprannome dei tempi di scuola).
Più tardi si permette pure il lusso di rifiutare diverse offerte di lavoro dalla Walt Disney, alla fine degli anni '40, e pur essendo un ottimo giocatore di baseball, persino l'offerta di diventare professionista nei New York Giants, per proseguire la carriera di illustratore.
Dopo cinque anni a disegnare per lo più strisce di animali buffi e illustrazioni per titoli rivolti ai bambini, nei primi anni '50 Frank lavora per la EC Comics, per la National Comics (che pubblica il personaggio "Shining Knight"), per l’editrice di libri fantasy Avon e molte altre compagnie.
Tra i fumetti ci sono “John Wayne Comics”, “Buck Rogers”, “Famous Funnies”, “Ghost Rider” e tanti altri, con cui il nostro si fa le ossa, affinando la sua padronanza delle anatomie e della dinamica.
Già in quasi fase infatti, Frank risulta uno dei migliori disegnatori sulla piazza, coniugando l’elegante impostazione classica di autori come Hal Foster ed Alex Raymond con un senso dell’azione ipercinetico alla Burne Hogarth, in un connubio veramente moderno ed innovativo per l’epoca, come si vede nel tarzanide “Thun'da, il re del Congo” (1952), le avventure di un uomo che va a schiantarsi con il suo aereo in una terra selvaggia dove deve sopravvivere contro uomini delle caverne e animali preistorici.
George Lucas in seguito affermerà che le tavole di Frazetta realizzate per “Buck Rogers” sono state una delle principali ispirazioni per la saga di “Star Wars”.
Nel 1952 il nostro inizia a collaborare con Al Capp per la striscia del celebre “Li'l Abner”, con Dan Barry per “Flash Gordon”, mentre continua a lavorare al suo personaggio, “Johnny Comet”.
Intanto, figo, muscoloso e carismatico com’è, Frazetta non ha certo difficoltà a rimorchiare belle pupe (anche con la scusa di “usarle” come modelle per le sue eroine), ma nel 1952, all'età di 24 anni, conosce la diciassettenne Eleanor Kelly e i suoi giorni da Casanova finiscono.
Bella e atletica, la ragazza possiede certo gli attributi fisici che il nostro desidera in una donna ma Frank rimane folgorato soprattutto dalla sua acutezza e intelligenza: dopo quattro anni di corteggiamenti, alla fine i due si sposano il 17 novembre 1956, per non lasciarsi più.
Nel 1961 Frazetta torna a produrre fumetti regolari e si concentra sullo sviluppare il proprio stile, visto che dopo aver lavorato si “Li’l Abner” per 9 anni, il suo modo di disegnare è diventato tendente al grottesco e gli rimane difficile tornare al realismo.
Trova infine lavoro con Harvey Kurtzman e collabora alla deliziosa “Little Annie Fanny”, l’eroina sexy della rivista Playboy.
Le principali opere di Frazetta verranno dipinte in olio, ma lavora anche con acquerelli, inchiostro e matita, oltre che realizzare sculture.
Nel 1964 il ritratto che fa del batterista Ringo Starr, pubblicato su “Mad”, attira l'attenzione della United Artists (quelli di James Bond, per intenderci…) e viene contattato per realizzare il poster del film “Ciao Pussycat" (1965), guadagnando 4000 dollari per un pomeriggio di lavoro, circa l’ammontare di un intero anno di stipendio!
Per il cinema continuerà a lavorare, illustrando le locandine di film come “Per favore, non mordermi sul collo”, “Nel centro del mirino”, “Mad Max” e “Dal Tramonto all’Alba”.
Oltre ai poster dei film, Roy Krenkel convince Frazetta a iniziare a produrre dipinti per copertine di libri tascabili.
La copertina di "Conan l’avventuriero" di Robert E. Howard e L. Sprague de Camp del 1966, che ritrae il nerboruto barbaro in piedi su di una collina fatta di teschi e con una bella fanciulla nuda abbarbicata alle gambe, suscita immediato scalpore nel mondo dell'arte fantasy: i nerd hanno finalmente trovaro il loro profeta!
La serie dell’eroe cimmero, proprio grazie alle bellissime cover di Frazetta, riacquista nuova popolarità, finendo per vendere oltre 10 milioni di copie in pochi anni (per farsi un’idea, può essere l'equivalente negli anni '60 del fenomeno Harry Potter).
Frazetta, con queste illustrazioni, non solo ridefinisce radicalmente l'aspetto di Conan ma modificherà drasticamente l'estetica stessa del genere fantasy.
Orde di artisti saranno ispirati dal suo stile (per tacere di chi lo copierà senza ritegno...): da Jeff Jones, a Berni Wrightson, da Richard Corben a Michael Whelan, da Don Maitz a Boris Vallejo, da Arthur Suydam a Simon Bisley, fino al nostro Tanino Liberatore…
Le copertine ad olio per libri fantasy non si limitano al solo Conan di Howard (tra cui "Conan il Conquistatore", "Conan l'Usurpatore" e "Conan il Vendicatore"): ne realizzerà di famosissime per “Tarzan” e “John Carter” di Edgar Rice Burroughs, e diversi altri, senza dimenticare quelle stupende di taglio più horror per le riviste della Warren, “Creepy” e “Eerie”.
Il periodo 1965-1973 è veramente esplosivo per Frazetta: la maggior parte delle sue celebri immagini vengono realizzate durante questo periodo.
La velocità con cui inizia e finisce un dipinto diventa leggendaria, soprattutto considerando la sublime qualità dei lavori.
Una volta riesce a completare tre copertine di libri per la Ace in due giorni, lavorando in uno stato di concentrazione quasi frenetico.
Negli anni '80 la fama di Frank Frazetta è ormai all’apice: Clint Eastwood, George Lucas, Steven Spielberg e Sylvester Stallone gli commissionano lavori per i loro vari progetti cinematografici; altri che bussano alla sua porta sono Francis Ford Copolla, Marlon Brando, Sandra Loche, Dino De Laurentiis, Tom Laughlin, Patrick Duffy, Charleton Heston, Arnold Schwarzenegger, Orson Welles, Cher, Dick Clark e John & Bo Derek.
Nel 1983 Frank Frazetta ottiene il controllo creativo per il film animato "Fire and Ice" (prodotto da Ralph Bakshi), di cui la trama e la maggior parte dei personaggi e della trama sono opera sua.
Il film, che ora ha assunto la fama di cult, purtroppo sarà un fallimento commerciale, un po’ perché per l’epoca l’animazione risulta piuttosto cruda (suvvia, i cartoni animati sono per bambini, no?), un po’ perché il pubblico in questo periodo è più interessato a roba tipo “Star Wars”.
Alla fine degli anni '80 viene incaricato di dipingere la copertina di "Battlefield Earth", scritta dal famigerato fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard.
Il lavoro di Frazetta impreziosisce anche diverse copertine di dischi, a cominciare da quella realizzata per un album di Roy Orbison del 1967, dando in seguito la stura (purtroppo) alla tamarrissima estetica metal/fantasy.
I primi due album dei Molly Hatchet presentano rispettivamente "The Death Dealer" e "Dark Kingdom"; l'album dei Dust, "Hard Attack", mostra il dipinto "Snow Giants"; il gruppo rock Nazareth userà "The Brain" per l'album del 1977 "Expect No Mercy"; Frazetta creerà ex-novo una nuova opera apparsa in "Buddy Bought The Farm" della band horror-rock "The Dead Elvi”; più recentemente, i Wolfmother hanno usato “The Sea Witch” come copertina per il loro album di debutto omonimo.
Il lavoro di Frazetta è talmente apprezzato e ricercato che anche i disegni incompleti e i bozzetti sono oggetto di un mercato a tre zeri.
Si trasferisce con la moglie Ellie in una tenuta di 67 acri nel Pocono Mountains of Pennsylvania dove allestiscono un piccolo museo dove sono esposte centinaia di opere del pittore newyorkese.
Frank inizia a soffrire di diversi di problemi di salute, tra cui una tiroide malata trascurata per molti anni.
Negli ultimi anni subisce una serie di attacchi di cuore che compromettono l’uso della mano destra per dipingere, costringendolo a passare a quella sinistra.
Nel 2003 esce il film documentario sulla vita e la carriera di Frank Frazetta: "Frazetta: Painting With Fire".
Paradossalmente, pochissimi dei dipinti originali di Frazetta vengono venduti durante la sua vita: quei pochi che finiscono sul mercato diventano oggetto di offerte ragguardevoli.
Nel 2008, la sua cover per “Escape On Venus” di Burroughs viene battuta all'asta per 251.000 dollari; un anno dopo, il chitarrista dei Metallica Kirk Hammett si assicura per la modica cifra di 1 milone di dollari la copertina originale del 1967 di “Conan il Conquistatore” di Howard.
La moglie e compagna di una vita di Frazetta, Eleanor, muore nel luglio 2009 e da allora la salute del nostro non si riprenderà mai più.
Le sue condizioni precarie innescano la solita, meschina disputa tra i figli riguardo alla gestione e conservazione della sua collezione d'arte, che secondo alcune stime vale dai 20 ai 50 milioni di dollari.
Il 9 dicembre 2009 il figlio Alfonso Frank Frazetta, 52 anni, conosciuto come Frank Jr., viene arrestato per aver tentato di rubare 90 dipinti dal museo del padre.
Sostiene di averlo fatto per evitare che i quadri venissero venduti e dispersi dopo la morte della madre e che il sia stato il padre stesso a conferirgli la carica di procuratore della sua casa.
Gli altri figli, Billy Frazetta, Holly Frazetta Taylor e Heidi Grabin, nel marzo 2010, citano in causa Frank Jr. per illecita appropriazione delle opere paterne ma ad aprile dello stesso anno, la famiglia dichiarerà che "tutte le liti riguardanti la famiglia e l'arte di Frank Frazetta sono stati risolti".
Il grande Frank Frazetta muore il 10 maggio 2010 al Lee Memorial Hospital di Fort Myers, in Florida, vittima di un infarto avuto la sera prima.
E il mondo è uscito così dalla barbarie per entrare nell’era della decadenza e della corruzione.
Frank, dove sono i tuoi eroi?
Onore a Frank Frazetta!
“Good or bad, the one thing I can say about my art is, if I can quote Sinatra, I did it my way."
Frank Frazetta.