LA STRADA DEL PUNK
E dopo tanto parlar di cinema, libri e fumetti, finalmente un po' di sano, vecchio punk col grande JIMMY PURSEY!
Premettiamo che l'Oi! è un genere che non ci fa impazzire: non ce ne vogliano i numerosi amanti delle band che lo propongono ma a noi tutti 'sti corettoni epici da stadio ci sembrano un po' ridicoli...
Però, cari amici dei Mutzhi Mambo, va detto che gli Sham 69 di Jimmy Pursey ci garbano parecchio e ci sembra giusto celebrare oggi il loro leader!
Gli Sham 69 sono stati uno dei migliori gruppi street-punk (il punk più grezzo e fieramente proletario) della prima ora, insieme a UK Subs, Cock Sparrer e Angelic Upstarts, e vantano un'energia della Madonna e un'attitudine rock'n'roll invidiabile!
Soprattutto Pursey, nonostante il suo celebre "caratterino" che a volte lo ha spinto a dare forfait all'ultimo momento, quando decide di salire sul palco dal vivo è davero una bomba ad orologeria, capace di scaldare come pochi altri il pubblico.
Peccato che poi il genere "fondato" dal gruppo inglese sia diventato così politicizzato e tirato per la giacchetta da tutte le parti (e noi, qui in questo Vostro Almanacco, di politica non ci occupiamo) da dare adito ad ambiguità e fraintendimenti.
E soprattutto ad un mare di fastidiosa retorica sulla "vera gggente", chiunque poi lo abbia proposto…
James Timothy Pursey nasce il 9 febbraio del 1955, ad Hersham, in Inghilterra.
Suo padre era stato nell'esercito e in seguito si mette a fare idraulico mentre la madre lavora come maschera al cinema.
Jimmy lascia la scuola a 15 anni per andare a lavorare in un negozio di tendaggi.
Diventa un frequentatore assiduo della discoteca locale, il “Walton Hop” presso il teatro Playhouse, dove incontra il produttore Jonathan King, famoso per aver lanciato i Genesis.
Pursey afferma che ha iniziato a cantare dopo essersi cimentato a quattordici anni, completamente ubriaco, sul palcoscenico della discoteca, facendo il verso ai Bay City Rollers e ai Rolling Stones (i tristi concorsi di mimo delle canzoni, antenati dell'ancora più triste karaoke, sono un appuntamento fisso all' Hop).
Ispirato dai Ramones, forma gli Sham 69 nel 1976, nel periodo in cui è impiegato al Wimbledon Stadium; inizialmente si chiamano Jimmy and the Ferrets, ed sono composti da Pursey insieme a Albie Slider, Billy Bostik e Neil Harris.
Provano in una vera location di lusso, presso l'allevamento di maiali dei genitori di Slider, dove Jonathan King ogni tanto va a vederli.
Ma già prima di ottenere un contratto discografico la formazione cambia completamente: Neil Harris e Billy Bostock vengono sostituiti da Dave Parsons e Mark Cain, mentre Albie Slider viene rimpiazzato poco dopo da Dave Tregunna al basso.
Ricomposta la line-up, firmano un contratto con l'etichetta indipendente di Miles Copeland, la Step Forward.
Il singolo di debutto, uscito il 23 settembre del 1977, è "I don't wanna", prodotto da John Cale dei Velvet Underground.
Passano poi alla Polydor Records che fa uscire, nel gennaio 1978, il loro singolo "Borstal Breakout", uno dei pezzi punk rock inglesi più famosi, seguito da "Angels with dirty faces" e "If the Kids are United".
Questi non vengo inclusi nell’album di debutto del gruppo, il leggendario "Tell Us the Truth", composto da una facciata registrata in studio e una live.
Gli Sham 69 non hanno una formazione scolastica artistica, come molti membri fighetti dei gruppi punk inglesi del tempo, e portano nelle loro canzoni il loro mondo, i cori da stadio e testi che rispecchiano la rabbia un po' rozza della working class più incazzosa.
Questo gli conquista le simpatie del pubblico skinhead, compreso quello seguace del National Front, il partito di estrema destra inglese.
Le loro esibizioni iniziano a finire regolarmente in rissa.
Gli Sham 69 sono anche il primo gruppo punk rock a raggiungere la Top Ten britannica, quando il singolo "Hurry Up Harry", tratto dal secondo album "That's Life" (1978), entra nelle prime dieci posizioni della classifica dei singoli più venduti nel Regno Unito.
Le vendite vanno a gonfie vele ma purtroppo i concerti continuano ad essere dei veri e propri ring, spesso interrotti dalle forze dell'ordine, e, come se non bastasse, alla band non viene permesso di entrare negli Stati Uniti per esibirsi.
Nel gennaio del 1979 un concerto viene interrotto dopo soli 30 minuti a causa delle risse.
Il 31 gennaio Pursey annuncia che gli Sham 69 non si esibiranno più dal vivo.
Anche il concerto di addio al palco della band si risolve in un disastro: dopo soli 20 minuti il palco è letteralmente invaso da skinheads che si prendono a botte.
Intanto la band piano piano inizia ad allontanarsi dal punk rock e ad abbracciare un suono fortemente influenzato dalle classiche rock band inglesi come Mott the Hoople, The Who, i Rolling Stones e The Faces.
Ciò si vede bene nel loro terzo album, "Adventures Of Hersham Boys" (1979).
La formazione originale degli Sham 69 si scioglie nel 1979, dopo l'uscita del quarto album della band, "The Game".
A Pursey l'album fa cacare: in un'intervista definisce il disco come "una pila di merda", una forzatura voluta dalla casa discografica.
Prima dello scioglimento ufficiale degli Sham, Pursey lavora brevemente con Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols come Sham Pistols.
Tutto ciò prende il via all'ultimo concerto dei Sham 69 al Glasgow Apollo Theatre il 29 giugno del 1979, dove Jones e Cook partecipano a parte del concerto suonando "Pretty Vacant", "White Riot", "If the Kids are United" e "What Have We Got".
Questo è l'inizio della collaborazione tra Jones, Cook, Pursey e Treganna.
Il gruppo scrive anche due brani in studio: "Some Play Dirty" e "Natural Born Killer" (che viene poi ripresa dai The Professionals come "Kick Down the Doors").
Le registrazioni in studio non vengono mai realizzate, ma escono tre album live del concerto al Glasgow Apollo: "Sham's Last Stand" (1989), "Sham 69 Live in Glasgow 1979" (2001) e "Sham Pistols Live" (2002).
Dopo lo scioglimento del gruppo, Cook e Jones formano i The Professionals, Pursey intraprende invece la carriera solista, e Treganna forma i The Lords of the New Church, un supergruppo post-punk, con Brian James dei The Damned e Stiv Bators dei Dead Boys.
Pursey lavora anche come produttore discografico, sulle prime pubblicazioni di Cockney Rejects e Angelic Upstarts.
La prima uscita da solista di Pursey, “Imagination Camouflage”, per la Polydor Records, è all'insegna dell'imperante new wave .
Si trasferisce poi alla Epic Records per altri tre singoli (tra cui "Animals Have More Fun", scritto in collaborazione con Peter Gabriel) e il secondo album solista "Alien Orphan".
Nel 1983, un terzo album, "Revenge is not the Password" viene pubblicato per l'etichetta Black Code, mentre passano ben 14 anni per l'ultimo,"Code Black" (1997).
Nel 1987 resuscitano gli Sham 69 con una diversa line-up; Ian Whitewood alla batteria, Andy Prince al basso, Tony Hardie-Bick alle tastiere e Linda Paganelli al sassofono; pubblicano l'album "Volunteer" e "Live at CBGB".
L'album in studio successivo, "Information Libre," vede alle tastiere Patricia de Mayo.
Gli Sham 69 continuano a suonare dal vivo e registrare fino al 2006 ma, nel gennaio 2007, viene annunciato che la band si scioglie di nuovo a causa del riacutizzarsi delle divergenze tra Pursey e Parsons.
In realta la band è stufa della mancanza di interesse di Jimmy per i concerti, visto che spesso da forfait all'ultimo momento, deludendo fans e promoters.
Parsons e Whitewood continuano col nome Sham 69 con Tim V alla voce e Rob Jefferson al basso.
Questa line-up va in giro negli Stati Uniti, in molti festival punk in Europa, e pubblica l'album, "Hollywood Hero", nel 2007.
Pursey e Sargent formano una nuova band, Day 21, con Rev & Snell dei Towers Of London.
La band viene chiamata così dopo l'ultimo album degli Sham 69, per evitare confusione fra i fan.
Gli Day 21 registrano anche un album intitolato "4:10", mai pubblicato, anche se un singolo, "Having It Rock And Roll", esce nel 2008.
Nel luglio 2011, Pursey annuncia la ri-formazione di gran parte della line-up del 1977, con lui stesso, Parsons e Tregunna.
Questo significa che ci sono due gruppi attivi che utilizzano lo stesso nome, con tre della line-up originale (Pursey, Parsons e Tregunna) in una band, e Harris con l'altra.
Con somma tristezza, a partire dal 2016, entrambe le bands sono ancora in tour con lo stesso nome, con la versione Pursey definita "Original 1977 line-up", mentre l'altra sotto il nome "Tim V".
E pensare che lo slogan era "If the kids are united"...
A volte è meglio fare festa. Ma davvero!
La cosa più squallida sono i fans che pur di poter dire "ho visto la band", si fanno fregare con questi pastrocchi (e chiaramente è un discorso che non vale solo per gli Sham 69...).
Intanto, nel 28 gennaio 2018, è venuto a mancare a 63 anni il chitarrista originale della band, Neil Harris, vittima di un cancro, avvenimento luttuoso ma che almeno dovrebbe aver messo fine alle ambiguità (o no?)...
Buon compleanno Jimmy, ti auguriamo di continuare ancora a lungo a deliziare i tuoi fans col rock'n'roll, altrimenti c'è sempre la pensione…
Tanti auguri, Mr. Pursey!
"Who's got a dirty face then
Angels with dirty faces
Angels from nowhere places
Kids like me and you
Running fighting down the street..."
Sham 69 - Angels with dirty faces