Sul termine “rock-blues” confessiamo di essere prevenuti.
Quando vediamo su di una recensione che il genere di un artista è definito rock blues, difficilmente andremo ad ascoltare ciò che fa.
Siamo sinceri, non siamo per niente appassionati di rock-blues, specie quello dei vari epigoni di Jimi Hendrix che ci fracassano i coglioni con la loro “bravura”, il loro “gusto”, il loro “groove”...oh yeah, cari camici dei Mutzhi Mambo, due palle enormi!
Noi amiamo di più il blues puro e semplice, quello antico, ancestrale o quello ipermarcio suonato da semi-barboni alcolizzati. Gente “blues” sul serio!
Purtroppo “Rock-blues”, di solito, per noi è sinonimo di assoli infiniti e infinitamente pallosi, suoni freddini e una grinta da ragionieri.
Ma quando si tratta del granitico GEORGE THOROGOOD, le cose cambiano, e parecchio!
Non cercate originalità, né fantasia nei dischi del chitarrista americano: ci troverete solo sudore, whisky e visceralità.
E tanto, tanto blues potente e senza fronzoli, un rock-blues genuino e feroce, "cattivo fino all'osso"!
La migliore colonna sonora possibile per un viaggio notturno in una decappottabile lanciata a folle velocità, per una corsa in moto sulle strade assolate degli States, per una rissa in birreria, per una sparatoria fra boscaioli.
Insomma, quando siete sfigati fattorini in mezzo al traffico cittadino col vostro ronzante scooter ma vorreste essere barbuti biker in sella ad un rombante chopper in mezzo al Grand Canyon, compratevi un disco di George Thorogood: almeno un po’ di illusione ve la regalerà!
Thorogood è una vera istituzione del circuito blues più tamarro ed è stato il maggiore responsabile dell'ennesima rinascita della musica country dei neri, questa volta a uso e consumo della generazione uscita dal punk e dall'hard rock e affamata di un sound basico ma nel contempo energico e aggressivo.
La sua produzione è un vero e sincero "Bignami" della musica americana, e come tale va apprezzata, senza snobismi o pretese!
Pronti a stappare l'ennesima birra?
George Thorogood nasce a Wilmington, nel Delaware , il 24 febbraio del 1950.
Bravo giocatore di baseball, arriva alle soglie del professionismo ma alla fine preferirà la chitarra alle mazze e i guantoni.
Dopo essere stato ispirato da un concerto di John P. Hammond, George inizia la sua carriera nei primi anni 1970, come interprete solista con la chitarra acustica nello stile di Robert Johnson e Elmore James.
Prova a farsi assumere nella formazione di John Lee Hooker ma hanno già un chitarrista, così si arrangia per qualche tempo facendo il musicista di strada.
Tuttavia ben presto forma una band, i Delaware Destroyers, con un amico di scuola superiore, il batterista Jeff Simon.
Insieme ai musicisti Ron "Roadblock" Smith alla chitarra ritmica, e Billy Blough al basso, sviluppano il proprio sound, una miscela di Chicago blues e rock’n’roll.
Si fanno le ossa suonando in taverne e alle feste studentesche e, alla fine, accorciano il nome della band in Destroyers.
Intanto, nei primi anni 1970, Thorogood arrotonda i magri guadagni lavorando come roadie per il bluesman Hound Dog Taylor, “rubando” con gli occhi tanti trucchi del “mestiere”.
Il primo demo, "Better Than the Rest", i Destroyers lo registrano nel 1974, ma non viene pubblicato fino al 1979.
Il debutto discografico vero e proprio arriva nel 1976 quando registrano l'album intitolato niente popò di meno che "George Thorogood & The Destroyers".
Il disco, che esce l'anno successivo, ha però suoni un po' piatti e loffi, che non rendono assolutamente giustizia all'impatto sonoro della band, tanto che nel 2015 ne è uscita una nuova versione completamente rivista.
Nel 1978, pubblicano il secondo album, "Move It On Over", dal titolo della cover di Hank Williams presente nel disco, un misto alla nitroglicerina di Chicago blues e boogie woogie da far tremare la terra, per una generazione che non era ancora nata quando i classici suonati nell'album uscirono in origine.
Fra tutte spiccano la fantastica versione di "Who Do You Love" di Bo Diddley, "Cocaine Blues" di T.J. Arnall e "Baby Please Set a Date" di Homesick James Williamson.
Il successivo "More" (1980) è un po' in tono minore ma comunque si apre con un filotto come "I'm Wanted" di Willie Dixon, "Kids from Philly", di George stesso, "One Way Ticket" di John Lee Hooker e "Bottom of the Sea" di Muddy Waters.
Nella formazione entra pure il torrido sax di Hank "Hurricane" Carter, che rimarrà coi Destroyers fino al 2003.
Thorogood si guadagna il suo primo bagno di folla come supporter ai Rolling Stones durante il loro tour negli Stati Uniti del 1981.
Durante questo periodo, i Destroyers fanno davvero un'impresa: una tournée di "50/50/50", 50 date in 50 stati diversi in 50 giorni!
Roba che stroncherebbe un cavallo!
Oltretutto suonano a Washington lo stesso giorno che si esibiscono in uno spettacolo nel Maryland, quindi gli spettacoli in 50 giorni sono in realtà 51!
Meglio abbondare che deficere, dicevano i latini,ma qui si straborda!
Nel 1982, George e i suoi firmano per la EMI Records e pubblica l'album della vita: "Bad to the Bone".
A parte ottimi arrangiamenti come "No Particular Place to Go" di Chuck Berry e "Wanted Man" di Bob Dylan, la title-track diventa un classico dei classici, utilizzato in innumerevoli colonne sonore, quasi fosse la base musicale naturale di scene in cui appaiono motociclisti truci o situazioni estreme.
Ispirata da “I'm a Man” di Bo Diddley (che appare anche nel video ufficiale del pezzo, a ribadire la natura derivata del brano), vanta la presenza di Ian “Stu” Stewart degli Stones al piano e farà da sottofondo ad almeno una ventina di pellicole, tra cui “Il Colore dei Soldi”, “Christine- La macchina infernale” e “Terminator 2”.
James Pobiega, bluesman conosciuto con il nome d'arte di Little Howlin' Wolf, accuserà Thorogood di avergli rubato "Bad to the Bone", senza tuttavia mai adire alla vie legali per essere riconosciuto nei crediti del brano (infatti, trovare un “autore” ad un brano così banale come questo, è come trovare il padre ad un bimbo che nasce in un bordello senza ricorrere al DNA…).
Nel 1985 esce il quinto album dei Destroyers, "Maverick", che contiene un nuovo pezzone a firma Thorogood: "I Drink Alone".
Il successivo "Nadine" (1986) non è altro che la ristampa aggiornata del loro demo.
Il nuovo capolavoro è "Born to be Bad" (1988) che contiene pezzi come "Shake Your Money Maker" di Elmore James, "You Can't Catch Me" di Chuck Berry; "I'm Ready" di Fats Domino, "Treat Her Right" e due bei brani originali: "You Talk Too Much" e la title-track.
Decisamente inferiori i seguenti "Boogie People" (1991) e "Haircut (1993) ma si riprende col bellissimo album dal vivo "Live: Let's Work Together" (1995).
Il successivo è il più composito "Rockin' My Life Away" (1997), in cui trovano spazio, oltre che gli originali "Rock'n'Roll Man" e "Night Rider", anche brani di Zappa ("Trouble Every Day") e Andre Williams ("Jail Bait").
Senza sorprese (ma sempre belli) i seguenti "Half a Boy/Half a Man" (1999), in cui si aggiunge la nuova chitarra ritmica di Jim Suhler, "Ride 'Til I Die" (2003), in cui Buddy Leach subentra al sassofono e al piano, "The Hard Stuff" (2006) e "The Dirty Dozen" (2009).
Nel 2011 esce "2120 South Michigan Ave", un appassionato omaggio alla Chess Records (il titolo è l'indirizzo della storica casa discografica).
Finalmente, dopo più di 40 anni di carriera, il nostro pubblica un album da solista: il disco, intitolato "Party Of One", viene pubblicato nel 2017 dalla Rounder Records, l'etichetta per la quale Thorogood firmò nel 1976 il suo primo contratto discografico.
Contiene quattordici tracce, tra le quali spiccano classici come “One Bourbon, One Scotch, One Beer” di John Lee Hooker (che Thorogood aveva già inciso con i Destroyers nel 1977) “Pictures From Life’s Other Side” di Hank Williams, “Down The Highway” di Dylan, “No Expectations” degli Stones, "Dynaflow Blues” di Robert Johnson. Thorogood (che nel corso della carriera ha inciso qualcosa come oltre 130 cover) suona tutti gli strumenti, compreso il dobro e l'armonica.
Che dire... spariamo solo che possa a lungo deliziarci con la sua energia e il suo inimitabile gusto!
Tanti auguri George!
"On the day I was born
The nurses all gathered 'round
And they gazed in wide wonder
At the joy they had found
The head nurse spoke up
Said "leave this one alone"
She could tell right away
That I was bad to the bone
Bad to the bone
Bad to the bone
B-B-B-B-Bad
B-B-B-B-Bad
B-B-B-B-Bad
Bad to the bone…"
George Thorogood & The Destroyers - Bad to the Bone