Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Finalmente è iniziata la primavera e per festeggiarla non c’è niente di meglio che un bel viaggione avventuroso in luoghi esotici e inquietanti!
Ma se proprio non abbiamo tempo e denaro per partire, vista anche la scarsità di luoghi inesplorati e misteriosi in cui non ci sia un McDonald's, ci possiamo consolare con un vecchio libro polveroso riesumato dalla soffitta.
Se poi quel libro fosse del fantastico JULES VERNE, l’inventore della sci-fi, sarebbe il massimo!
Allora sì che potremmo partire sul serio!
Eh, lo sappiamo cari amici dei Mutzhi Mambo, che qualcuno di voi avrà da ridire; già ci pare di vedervi mugugnare sul fatto che Jules Verne, quel vecchio scrittore per ragazzini, col Pulp non c’entra un cazzo.
Ma se ci pensate un attimo, invece di polemizzare a vanvera, lo capite subito il motivo per cui Verne è qui presente: perché senza di lui, noi non saremmo qui a parlare di Pulp!
Semplice...
Verne, insieme ad Edgar Allan Poe, H.G. Wells, Arthur Conan Doyle, e pochi altri, fa parte di quel gruppo di scrittori pionieri che hanno praticamente creato dal nulla i generi tipici della narrativa Pulp.

Jules Verne3Jules Verne7Jules Verne8Jules Verne9
Sono i capolavori “strange”, “weird”, della neonata narrativa popolare (prima, a saper leggere erano talmente pochi che parlare di “popolari” riferito ai libri, era un ossimoro...) ma chiaramente si parla di classici della letteratura, non certo di robaccia su riviste da quattro soldi; però di quella robaccia sono gli antenati più prossimi.
Romanziere ispirato dal progresso tecnologico, inventore di trame avveniristiche ed anticipatrici, Jules Verne, con i suoi racconti ambientati nell’aria, nello spazio, nel sottosuolo e nel fondo dei mari, ispirò scienziati e applicazioni tecnologiche delle epoche successive.
I libri più celebri di Verne, in particolare “Viaggio al centro della Terra”, “Dalla Terra alla Luna” e “Ventimila leghe sotto i mari”, mescolano con maestria le più ardite avventure di stampo romantico con una cura del dettaglio tecnologico molto aggiornato o futuribile: Verne cioè non scriveva a caso, usando la pura fantasia ma era proiettato nel futuro con logica e un relativo senso del realismo.
Fu davvero “l’esploratore di mondi fantastici”: dotato di una curiosità insaziabile, Verne spesso spinse il suo sguardo oltre i confini della realtà, fino ad ipotizzare scenari futuri per l’epoca straordinariamente plausibili.
Per questo, da più parti, viene considerato un grande profeta e il primo vero scrittore di fantascienza.
Dotato di una fantasia inesauribile e di indiscusse doti di narratore, Jules Verne ha trasmesso ai suoi lettori la passione per tutto ciò che è strano, bizzarro, singolare. 
Le sue opere trasudano ansie, ma anche aspettative positive e grandiose rispetto al futuro, sempre accompagnate da un’ironia in grado di sdrammatizzare anche la situazione più inquietante. 
Ed è proprio questo, forse, che rende intramontabile il fascino delle avventure che ci ha narrato.
Conquistò intellettuali e grande pubblico con libri memorabili ma dovette aspettare la morte per uscire dal ghetto della narrativa per ragazzi ed essere considerato un grande autore tout court.
Meno male che a lui gene fregava il giusto, preferendo leggere gli zeri del conto in banca che le recensioni dei suoi lavori…

Jules Verne nasce l'8 febbraio 1828 a Nantes da Pierre Verne, avvocato, e da Sophie Allotte, agiata borghese.
A sei anni prende le sue prime lezioni dalla vedova di un capitano di lungo corso e a otto entra in seminario con suo fratello Paul. 
Nel 1839, all'insaputa della famiglia, s'imbarca come mozzo su una nave in partenza per le Indie ma viene riacchiappato dal padre al primo scalo. 

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Il ragazzo dice di essere partito per portare una collana di corallo a sua cugina, per la quale ha una cotta stratosferica, ma promette al padre che d’ora in avanti viaggerà solo in sogno.
Nel 1844 si iscrive al liceo di Nantes e dopo la maturità è avviato agli studi giuridici. 
E' l'epoca dei primi tentativi letterari di Verne: alcuni sonetti e una tragedia in versi di cui non è rimasta traccia.
Tre anni dopo il giovane Jules si reca a Parigi per il suo primo esame di diritto e l'anno seguente, è il 1848, scrive un'altra opera drammatica che legge a una ristretta cerchia di amici di Nantes.
Il teatro assorbe gli interessi di Verne e quindi decide di spostarsi a Parigi: con la scusa dell’università, riesce quindi ad ottenere il benestare paterno per continuare gli studi nella capitale, dove arriva il 12 novembre 1848.
Si installa in un appartamento con un altro studente di Nantes, Edouard Bonamy: i due coinquilini sono avidi di esperienze, ma essendo la vita nella capitale assurdamente cara ed essendo entrambi continuamente al verde, si trovano costretti ad uscire a serate alterne, indossando lo stesso abito da sera!
Nel 1849 conosce il noto romanziere Dumas padre che gli consente di rappresentare una commedia in versi nel suo teatro. 
E' un buon esordio per il giovane che riscuote i consensi della critica.
Jules non dimentica però i doveri universitari e l'anno dopo si laurea in diritto.
Il padre lo vorrebbe avvocato, ma il giovane si rifiuta di continuare la carriera forense: ormai è interessato solo dalla letteratura.
Nel 1852 pubblica su una rivista il primo romanzo avventuroso, "Un viaggio in pallone", e nello stesso anno diventa segretario di Edmond Sevestedel, direttore del Teatro Lirico, che gli permette di rappresentare nel 1853 un'operetta lirica di cui Verne ha scritto il libretto in collaborazione con un amico.
Il giovane scrittore Jacques Arago, famoso viaggiatore del secolo XIX, è solito raccontare al suo caro amico Verne le sue avventure e fornirgli un'accurata documentazione dei luoghi da lui visitati: da questi colloqui nascono con molta probabilità i primi racconti pubblicati sul giornale “Musée des Familles”.
Nel 1857 il nostro sposa Honorine Morel, agiata vedova ventiseienne con due figli, e grazie all'appoggio del padre di lei, entra in Borsa come socio di un agente di cambio. 
Non sarà però un'unione felice..
Questo lavoro gli procura una certa tranquillità finanziaria che gli permette di intraprendere i primi viaggi: nel 1859 visita l'Inghilterra e la Scozia e due anni dopo la Scandinavia.
Siamo ormai agli inizi della vera carriera letteraria di Verne: nel 1862 presenta all'editore Hetzel "Cinque settimane in pallone" e firma con lui un contratto ventennale. 
Il romanzo diventa un best-seller e Verne può abbandonare l’attività di agente di Borsa. 
Nel 1863 scrive “Parigi nel XX secolo”, che però viene rifiutato dall'editore e dovrà attendere 130 anni per essere pubblicato. 
Infatti il manoscritto verrà fortunosamente ritrovato nel 1989 da un pronipote dell’autore. 
L'Editore Hachette accetterà con molte perplessità di pubblicarlo nel 1994: in pochi giorni venderà ben 200.000 copie!
Nel 1864 Verne dedica un tributo a Edgar Allan Poe (“Edgar Poe et ses oeuvres”), altro grande visionario del periodo.
Lo stesso anno arriva il fantastico "Viaggio al centro della terra" e nel 1865 un altro classicone, "Dalla terra alla luna", pubblicato quest'ultimo sul "Giornale dei dibattiti", periodico in realtà piuttosto “serio”.
Il successo è enorme: grandi e piccoli, ragazzi e adulti, tutti vogliono leggere i libri di Verne: nel corso della sua lunga carriera ne scriverà un’ottantina, molti dei quali pubblicati postumi e alcuni dei quali considerati capolavori assoluti della letteratura.
Basta citare qualche titolo: "Ventimila leghe sotto i mari" (1869), "Il giro del mondo in ottanta giorni" (1873), "L'isola misteriosa" (1874), "Michele Strogoff" (1876), "I cinquecento milioni della Begum" (1879)…
Per dire…
Dopo aver messo a segno i suoi primi successi, nel 1866 Verne affitta una casa in una cittadina sull'estuario della Somme. 
Compra anche il suo primo battello e con questo comincia a navigare nel canale della Manica e lungo la Senna.
Nel 1867 si imbarca per gli Stati Uniti col fratello Paul sul Great Eastern, grande battello a vapore adibito alla posa del cavo telefonico transatlantico.
Il lungo viaggio Oltreoceano sarà per lui una grande fonte di ispirazione e al ritorno inizierà a scrivere il già citato "Ventimila leghe sotto i mari". 
Estremamente meticoloso nel lavoro preparatorio di ricerca, fra le sue innumerevoli attività letterarie e di viaggio, Verne riesce perfino a trovare il tempo per completare un'opera di geografia e a raccogliere inoltre dati scientifici sempre nel campo della geografia, della zoologia, della fisica, della chimica e della tecnologia.
Alla fine il suo indice a schede arriverà a comprendere più di ventimila voci! 
Nel 1870-71 Verne partecipa alla guerra franco-prussiana come guardacoste, ma ciò non gli impedisce certo di scrivere: quando l'editore Hetzel riprende la sua attività dopo la fine del conflitto, il nostro avrà davanti a sé ben quattro nuovi libri, freschi freschi.
Il periodo che va dal 1872 al 1889 è forse il più bello della sua vita e della sua carriera artistica.
Ormai ricco e famoso, nel 1877, lo scrittore dà un fastoso ballo in maschera ad Amiens, in cui fa uscire il suo amico fotografo Nadar, (pioniere dei voli in mongolfiera che aveva utilizzato come modello per il suo esordio letterario) dalla navicella di "Dalla terra alla luna" nel bel mezzo della festa.

Jules Verne10Verne ha ormai i mezzi per conoscere direttamente i luoghi che ha descritto per informazione indiretta o ricreati con la sua fantasia: si compra uno yacht lussuoso, il Saint-Michel II, su cui si daranno appuntamento viveur di mezza Europa, e si mette a viaggiare per lunghi periodi lungo nei mari del Nord, nel Mediterraneo, nelle isole dell'Atlantico.
Ma dal 1886 inizia per il nostro quello che lui stesso indicherà come il "periodo nero" della sua vita. 
Si susseguono le morti di persone molto vicine a lui, tra cui l'editore Hetzel. 
È tormentato dalla nevrosi, da una moglie bisbetica, da un figlio difficile che finirà in riformatorio e da un nipote psicotico che addirittura tenta di ucciderlo con due colpi di rivoltella.
L'anziano scrittore cercherà in ogni modo di mettere a tacere lo scandalo, ancora oggi poco chiaro, mentre l'attentatore verrà frettolosamente rinchiuso in un manicomio.
Verne viene pure colpito da una paralisi alle gambe che lo porterà a finire la sua vita su una sedia a rotelle.
Tuttavia non perde la sua inventiva, ma certamente cambia le tematiche dei suoi romanzi, che si fanno più complesse, più oscure e meno adatte ad un pubblico infantile, così come cambia anche lo stile. 
Ciò si nota in opere di questo periodo come “Robur il conquistatore” e “Il castello dei Carpazi”. 
Dopo l'attentato alla sua vita, Jules Verne, rimasto ferito, si abbandona alla sedentarietà: si ritira definitivamente ad Amiens dove viene eletto consigliere municipale nelle liste radicali (1889).
Le opere successive al 1892 sono ancora più caratterizzate da un pessimismo “radicale” e antropologico verso il genere umano, che sempre più spesso mette i suoi lettori in guardia sull'uso a fin di male delle scoperte scientifiche (come in “Padrone del mondo”, seguito di “Robur”, il cui protagonista è ormai reso folle dalla sete di potere). 
Il geniale scrittore muore ad Amiens, per complicanze legate al diabete, il 24 Marzo 1905.
Purtroppo il futuro si è dimostrato molto peggio di quanto questo grande visionario avesse immaginato.
Eppure di immaginazione ne aveva, e tanta.
Ma si sa, al peggio non c’è mai fine…
Onore a Jules Verne!

“Nel lontano futuro i sottomarini potrebbero causare un completo stallo della battaglia, perché le flotte diverranno inutili; e poiché anche gli altri armamenti continuano a migliorare, la guerra diverrà impossibile.”
Jules Verne

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