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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Il “Sovrano delle donnine”!
Ebbene sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, anche oggi si festeggia un Re… lo sappiamo, tutti ‘sti monarchi alla fine rompono pure le palle ma mai titolo potrebbe essere più azzeccato per il personaggio che stiamo per andare a celebrare.
Oggi infatti festeggiamo il malizioso NISO RAMPONI, il più grande disegnatore italiano di Pin-up!
Niso Ramponi, insieme ad artisti come Gino Boccasile, Mameli Barbara, Walter Molino e Guido Buzzelli, a cavallo fra gli anni ’40 e ’60, ha letteralmente forgiato l’immagine della maggiorata “italica”.
Fianchi generosissimi, vite strette, seni contenuti, atteggiamento ingenuamente malizioso, le ruspanti bellezze del Bel Paese che venivano proposte dai nostri artisti negli anni d’oro delle Pin-up si distinguevano dalle loro omologhe statunitensi per il loro lato più “demestico”, meno “dirompente”.
Riflettevano, anche nei canoni estetici e “morali”, la condizione della donna in Italia in quegli anni: mai comunque “mascoline” o in ruoli non consoni all’immaginario di “bella oca” subalterna. Niso Ramponi15
Al massimo, potevano ambire al ruolo di “femme fatale”, di sciupamaschi o rovina-famiglie ma mai venivano ritratte in pose ambigue, tipo cavallerizze o metalmeccaniche, affaccendate cioè in mestieri “da uomo”, come invece succedeva oltreoceano.
Chiaramente non ci sogniamo di rimpiangere tali status quo: siamo ben felici dell’evoluzione dei costumi (anche se in verità, a livello estetico, la “donna superatletica” che si impone nei canoni contemporanei, ci eccita quanto un manico di scopa…ma son gusti) però va detto che tale immaginario vintage un po’edipico rimane scolpito nel nostro imprinting e una certa nostalgia, quando ammiriamo quelle immagini, affiora prepotente.
Che ci volete fare?
Sperando quindi di non urtare la sensibilità delle nostre care amiche dei Mutzhi Mambo, ci accingiamo a celebrare uno dei massimi “poeti” di tali bellezze.
Famoso per le procacissime e provocanti signorine con cui illustrava le copertine del “Travaso”, Niso Ramponi è stato senza dubbio il più efficace a rappresentare, con mano dinamica, rapida e sicura i costumi e le aspettative in ambito “pripuriginoso” di un’Italietta che non c’è più (e che probabilmente non c’è mai stata): segretarie ammiccanti, mogliettine tutto pepe, cameriere in lingerie, infermiere sexy.
Insomma, tutto quel “piccolo mondo antico” che con fatica, negli anni del dopoguerra e del boom si cercava di affrancare dal soffocante bigottismo cattolico, ma senza esagerare, però! 
L’umorismo di queste vignette è ancora parecchio ingenuo, pieno di stereotipi e doppi sensi grossolani, roba che oggi nessuno si sognerebbe di proporre, se non in qualche sagra di buzzurri...
Ma per l’epoca andavano bene, anzi erano quanto di più audace e “sconcio” si potesse trovare in edicola, prima dell’avvento dei tascabili neri ed erotici degli anni ’60.
E poi bastavano le signorine illustrate da Niso, il resto era un contorno: le battute erano giusto un pretesto per ritrarre queste procaci pin-up in situazioni piccanti, mostrando quel tanto che basta per non incorrere in censure e sequestri.
Ed in questo Niso Ramponi, alias Kremos, fu veramente un autore straordinario, unico, un disegnatore dalle qualità eccezionali.
Davvero un “fuoriclasse”!

Niso Ramponi4Niso Ramponi6Niso Ramponi5Niso Ramponi9
Eppure, a dispetto delle sue “piccanti” e ironiche vignette, era un personaggio timido, schivo.
Grande cultore dell’arte, soprattutto di Goya e di Leonardo, amava tantissimo scrittori come Hemingway ed ascoltare a tutto volume la musica classica di compositori come Mozart, Beethoven e Mendelssohn, non disdegnando il rock’n’roll dei Beatles e dei Rolling Stones.
Rifuggiva come la peste gli eventi mondani, non riceveva nessuno ed era quasi impossibile riuscire ad ottenere una sua intervista.
Nella redazione de “Il Travaso” lo avevano soprannominato “Primula Rossa”, per la sua capacità di essere inafferrabile.
Nessuno sapeva dove fosse reperibile: era sempre in ritardo sulle consegne.
Nel supplemento “Travasissimo” (1952), sotto la sua autocaricatura, una didascalia lo definiva “sfaticato, molle, sempre mezzo addormentato, timido con le donne se ne incontra lo sguardo”.
Praticamente, uno svampito...come le sue signorine!
Ma la simpatia e l’ammirazione per questo straordinario artista era condivisa da chiunque lo abbia conosciuto.
Nonostante la sua proverbiale lentezza e i continui ritardi…
Dopotutto, col Signore delle Signorine non bisogna certo avere fretta…

Niso Ramponi nasce a Roma nel quartiere Testaccio, il 6 gennaio del 1924.
Da piccolo, partecipando ad una gara di disegno indetta dal regime, viene classificato primo in tutta Italia.
All’epoca delle conquiste littorie in Etiopia, il maestro lo trattiene oltre l’orario di scuola per sfruttare le sue qualità grafiche, facendogli raffigurare oasi, palme, dromedari, splendidi disegni da usare per le lezioni del giorno successivo. 
Dopo aver compiuto le scuole di avviamento presso i preti, Niso si iscrive al Liceo Artistico di Via Ripetta, dove diventa allievo di Walter Lazzaro, “il pittore del Silenzio”. 
Il maestro, personalità alquanto schiva e severa, nota da subito l’eccezionale bravura dell’allievo tanto che, in seguito, instaurerà con lui una sincera amicizia durata molti anni. 
A causa del conflitto la sua famiglia si trova costretta a trasferirsi a Narni, tanto che Niso, tutte le mattine, deve prendere il treno per andare a Roma, al liceo. 
A 16 anni, mentre infuria la guerra, il nostro molla gli studi perché, tramite lo zio Renato Borraccetti, regista di documentari, inizia a lavorare come intercalatore al fianco di Ugo Amadoro realizzando sequenze animate per “La Settimana Incom”, un settimanale d’attualità proiettato nei cinema ad inizio spettacolo. 
Il capo reparto della “Incom”, viste le notevoli capacità del giovane non ancora maggiorenne, gli affida la regia del cortometraggio “La trombetta d’oro”, animato dallo stesso Ramponi e dal coetaneo Gibba.
In questo periodo la Incom produce anche i cortometraggi d’animazione “Nel paese dei ranocchi” (1942) e “Crescendo rossiniano” (1943) sotto la direzione artistica del grande illustratore Antonio Rubino, punta di diamante del “Corriere dei Piccoli”, e Niso viene promosso tra gli animatori principali. 
Chiusa la Incom, alla fine del conflitto, lo ritroviamo assieme ad altri animatori, quali Luigi Giobbe, Achille Panei, Gibba, Franco Coarelli, Alvaro Zerboni, alla “Nettunia Film” a lavorare ad un cortometraggio animato sceneggiato da Federico Fellini, dal titolo “Hello Jeep!”, che doveva essere abbinato al film “Roma città aperta” di Roberto Rossellini ma che invece non verrà mai finito.
Contemporaneamente Ramponi trova impiego anche nel negozio di caricature di Fellini, “The Funny Face Shop”, assieme ad altri famosi disegnatori dell’epoca, quali De Seta, Verdini, Camerini, Scarpelli, Majorana, Guasta, Attalo, Giobbe, Migneco, Geleng. 
Niso dipinge le scenografie delle vedute di Roma, sopra le quali Fellini ritrae in caricatura l’espressione dei soldati.
Ma anche la Nettunia, ad un certo punto fallisce e l’equipe si scioglie.
Ramponi comincia quindi a collaborare ai settimanali “L’Ometto Pic”, “Giramondo” e “L’Avventura”, pubblicando illustrazioni e le prime storie a fumetti.
La collaborazione di Niso a “Il Travaso delle idee” inizia nel 1948.
Questa rivista è, all’epoca, uno dei più popolari giornali umoristici italiani. 
Pubblicato a Roma dal 25 febbraio del 1900, chiuderà una prima volta nel 1966, per poi riprendere nel triennio 1986-88, alla fine del quale cesserà definitivamente l'attività. 
È un settimanale di satira, abbastanza qualunquista, moderato, senza una precisa collocazione politica; nato in età giolittiana ed affermatosi agli inizi del fascismo, raggiungerà, all'apice della sua popolarità, le 300 000 copie di tiratura.
Sul “Travaso” compare, per la prima volta, lo pseudonimo Kremos, col quale Niso diverrà famoso
Grazie alle sue splendide e procaci donnine in copertina, la tiratura del settimanale aumenta notevolmente. 
Sempre in quegli anni il nostro lavora anche come cartellonista cinematografico (in esclusiva con diverse major d’oltreoceano tra cui RKO, Radio Pictures, Columbia Ceiad, Republic Pictures Corporation e altre), realizzando anche numerose locandine cinematografiche fra cui quelle per i film “Biancaneve e i sette nani” e “Cenerentola” della Disney.
Negli Anni ‘50 continua a realizzare contemporaneamente fIlm d’animazione accanto al fido Gibba, quali i lungometraggi “I Picchiatelli” (1952), per la regia di Antonio Attanasi e il seguito “Le avventure di Rompicollo” (1953). 
A Kremos e Gibba dobbiamo la strepitosa sequenza di Renato Rascel animato in “Attanasio cavallo vanesio” (1953), realizzato sulla falsariga della commedia di Garinei e Giovannini; e l’inserto animato nel film dal vero “Pulcinella cetrulo d’Acerra” (1961), diretto da Attanasi, il quale chiamerà Kremos a collaborare anche al suo successivo lungometraggio animato, “L’isola del gabbiano Gregorio” (1964).
Intanto l’attività di “Sovrano delle donnine” sul “Travaso”, procura al nostro una sempre maggiore notorietà e prestigio, nonostante alcuni suoi disegni vengano censurati e qualche numero della testata persino sequestrato per via delle solite denunce per oltraggio al pudore.

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Ramponi pubblicherà le sue illustrazioni e vignette quasi in esclusiva per questo giornale, se si eccettuano brevi collaborazioni al settimanale “Signorina Otto”, dove ottiene l’esclusiva della retrocopertina, le tavole per la “Vita di Casanova” e disegni umoristici per alcune agenzie angloamericane, quale la londinese Black Star e la Crown Publisher Inc. di New York.
Nel 1957, il nostro vince anche il concorso di “Miss Travaso”, per la più bella pin- up della rivista, con la sua “Miss Kremos”, che batte facilmente le altre concorrenti: “Miss Belli”, “Miss Barbara”, “Miss Cossio”, “Miss Attalo”. 
Per Kremos arrivano onori, medaglie, diplomi, premi in denaro e perfino la gloria popolare, attraverso una ripresa cinematografica. 
Ma quel filmato provocherà una reazione inattesa…
Qualche giorno dopo, infatti, il nostro Kremos arriva in redazione tirandosi dietro un altro giovane ancor più timido di lui: il vero Kremos (a.k.a. Sandro Cremo) un mediocre pittore con cui il nostro aveva collaborato anni prima per un breve periodo
Insieme si firmavano appunto Kremos (da Cremo) ma quando le loro strade si separarono, Ramponi continuò ad usare il nome d’arte divenendo famoso.
Ma vista la popolarità raggiunta dall’ex-socio, Cremo solleva la questione dei copyright e Ramponi si trova costretto a cambiare lo pseudonimo: dapprima si firma (Fu)Kremos, poi semplicemente Niso. 
In realtà è più che altro una scelta sua e della redazione del Travaso, stanchi delle continue polemiche e la causa legale sollevata da questo signore.
Infatti per quanto la causa si sia infine risolta a suo favore, Ramponi preferisce firmarsi definitivamente come “Niso”. 
Come cartoonist, negli anni ’60, Ramponi lavora per molto tempo con Sandro Lodolo (precisamente dal 1959 al 1968, continuando nei decenni successivi come free-lance), a tantissimi Caroselli e sigle Rai, fra le quali, quella famosissima di Rischiatutto, le animazioni di Cocco Bill di Jacovitti, diverse pubblicità per la Marga, Algida, Nestlé, Indesit, ecc.
Inoltre, sono da ricordare: la pubblicità “Carapelli” con Gibba (dal vero) che “disegna” l’omino animato da Niso (“un personaggio bomba”); i titoli di testa per diversi lungometraggi dal vero fra i quali il film a episodi diretto da Pietrangeli, Bolognini, Salce e Monicelli, “Le Fate” (1965); la serie per l’Olanda di spot ecologici del canguro Dusty; nonché diversi Caroselli realizzati da Lodolo e Ramponi animando i disegni di Pino Pascali. 
Nel 1962, Niso ottiene la cattedra di docente del corso di animazione all’Istituto per la Cinematografia e la Televisione “Roberto Rossellini”, rimanendovi per trent’anni. 
Nel 1972 vince il Bagatto d’oro per la pubblicità di “Carosello”, e nei 1974 partecipa come capo-animatore alla realizzazione del lungometraggio d’animazione intitolato “Viva D’Artagnan”, realizzando la parte migliore dell’intero del film diretto da John Halas. 
Nel 1978 Ramponi collabora al fantascientifico-ipertrash “Starcrash”, l’infame epigono di “Guerre Stellari” diretto dal famigerato Luigi Cozzi (già aiuto regista di Dario Argento ed autore tra gli altri di “Contamination” ed “Hercules”), ideando personaggi, modelli e ambientazioni fantascientifiche, accanto al disegnatore Paolo Zeccara, che vengono mossi tridimensionalmente dall’esperto di effetti speciali Armando Valcauda. 
Paradossalmente, proprio negli USA “Starcrash” acquista negli anni la fama di vero cult movie, tanto da meritarsi un sito internet esclusivamente dedicato al film.
Niso continuerà fino agli anni ’90 la sua attività di grafico pubblicitario, animatore e illustratore, nonché la professione di insegnante alla prestigiosa scuola di animazione della Vasca Navale, senza però l’entusiasmo dell’epoca d’oro. 
Nel 2000, a seguito della scomparsa della moglie, Niso si trasferisce a Bozzolo, in provincia di Mantova, a vivere da sua figlia Anna Maria, dove rimane per un paio di anni, fino alla sua scomparsa, il 14 marzo del 2002.
Ora le signorine sono di certo (anzi, in teoria) più rispettate ma, ahinoi, quanto fascino si è perso per strada.
Difficile avere tutto…
Onore a Niso Ramponi!

“TUTTO SI PAGA. Ma come, tradirmi proprio con l’arbitro al quale, durante tutta la partita di oggi, non ho fatto che gridare: “Cornuto!”?”
Kremos/Niso Ramponi – vignetta su “Il Travaso delle idee”

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