13 agosto 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Oggi andremo sul classico, ma proprio classico - classico, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché oggi è l'anniversario della scomparsa di un capostipite, di un genio visionario, un uomo il cui lavoro ha creato letteralmente dal nulla il nostro immaginario: un inchino, prego, al grande H. G. WELLS! Herbert George Wells nacque in un sobborgo di Londra nel 1866, figlio di un piccolo commerciante che arrotondava i magri guadagni con le partite di cricket, e di una domestica iperbigotta. In conseguenza ad un incidente, il dodicenne Herbert passò diverso tempo senza un cazzo da fare e quindi iniziò a divorare i libri che gli procuravano dalla vicina biblioteca: nella sua stanzuccia riusciva così a viaggiare per il mondo ignoto e affascinante delle terre esotiche e misteriose. Lo iscrissero ad una scuola privata ma, quando il padre si ruppe una gamba e non poté più fare il giocatore professionista, al giovane Herbert toccò dare una mano in casa. Dopo aver fatto l'apprendista in un impresa di tessuti (13 ore al giorno, stipendio infame, dormire nelle camerate all'interno della fabbrica), nel 1883 persuase i genitori a liberarlo dagli obblighi dell'apprendistato e, vista la sua preparazione da semi-autodidatta, riuscì a farsi accettare come allievo-insegnante in una scuola. Vinse poi una borsa di studio alla Scuola Normale di Scienze divenendo allievo del famoso professore di biologia Thomas Huxley, detto "Il Mastino di Darwin" per le sue idee evoluzionistiche (che, per l'epoca, erano ancora considerate strambe); fu in questo periodo che maturò le sue idee socialiste utopiche e la sua critica agli "stati nazione". Ammalatosi il suo mentore, Wells iniziò a stare a disagio nella scuola (anche perché, con la sola borsa di studio, faceva letteralmente la fame) e a contestare i professori che non gli andavano a genio. Riuscì comunque a laurearsi a pieni voti in zoologia e biologia. I primi anni da insegnante furono veramente duri, si ammalò pure di tubercolosi, da cui guarì in modo naturale (all'epoca la penicillina era ancora dentro le muffe...) ma rimanendo con un polmone fottuto. Nel 1891 si sposò la cugina, dopo una tresca durata quattro anni all'insaputa della zia, ma si divise tre anni più tardi perché perse la testa per una sua alunna, Amy Caterina, detta Jane, che gli diede due figli e gli perdonò diverse scappatelle, prima di morire nel 1927. Wells infatti era un vero donnaiolo (scrittrici inglesi, attiviste americane, segretarie russe, "signorine" di bordello) ed ebbe anche un paio di figli illegittimi. Nel 1893, a causa di un'emorragia polmonare, dovette abbandonare l'insegnamento ma ormai la sua carriera di scrittore-giornalista stava decollando. Come giornalista si distinse in articoli di divulgazione scientifica e sociologico-pedagogica ma è quello che ha pubblicato come scrittore di romanzi che l'ha reso immortale. Attingendo alla sua fantasia da adolescente e alle sue erudite conoscenze scientifiche, il nostro Wells ha prodotto una serie di racconti con cui ha letteralmente codificato il genere fantascienza. Insieme a Jules Verne è giustamente considerato il padre della Sci-fi anche se rispetto allo scrittore francese, le sue opere risultano più distopiche, cupe, adulte. Il grande visionario inglese morì a Londra il 13 agosto del 1946, lasciandoci dei libri immortali: "L'Isola del Dottor Moreau", prototipo dello scienziato pazzo che dà vita ad un esercito di mutanti (da cui furono tratti diversi film, tra cui il meraviglioso "L'Isola delle anime perdute" con Charles Laughton e Bela Lugosi), "L'uomo invisibile", sul tema della scienza corrutrice degli animi (anche da questo, diversi film, a cominciare dal classico omonimo di James Whale), "La macchina del tempo", con una visione del futuro assolutamente nichilista (da cui fu tratto il favoloso, trashissimo "L'uomo che visse nel futuro" di George Pal, coi mitici Morlocks!), "La guerra dei mondi", la prima invasione aliena dei marziani kattivi (anche da qui fu tratto un classico omonimo del cinema di fantascienza diretto da Byron Haskin), "I primi uomini sulla Luna", dove un paio di scienziati da strapazzo arrivano sul nostro satellite e scoprono che è abitato dai Seleniti, razza aliena che vive come una colonia di insetti comandata da un cervello gigantesco (pure da questo un bel classicone cinematografico, "Base Luna chiama Terra" di Nathan Juran), e poi una copiosa messe di ottimi racconti. Al di là delle ovvie ingenuità dovute al periodo, sono opere di una modernità sconcertante, di una lucida e terribile visione del futuro (Wells anticiperà, nei suoi scritti, sia la Seconda guerra mondiale, sia la bomba atomica) che offrono un'immagine di un avvenire agghiacciante, spaventoso, in cui l'uomo non riuscirà più a dominare la sua stessa tecnica e verrà travolto da un destino inesorabile. Niente male per un socialista utopico convinto difensore del progresso dell'umanità! 
Nota a margine: un giovane attore americano preparò un adattamento radiofonico de "La guerra dei mondi", interpretandolo come una radiocronaca di un attacco marziano realmente in corso per renderlo più interessante. Gli ascoltatori ci cascarono e si diffuse il panico per tutta la costa orientale degli Stati Uniti. Fu il primo esempio che rese chiaro a tutti quanto la diffusione dei media di massa fosse un mezzo di persuasione e di plagio potentissimo. Era il 30 ottobre dell'anno 1938 e il giovane attore dal vocione stentoreo era...Orson Welles! 

"Gli abitanti del nostro pianeta si figuravano al massimo che su Marte potessero esserci altri uomini, forse inferiori a loro e pronti ad accogliere a braccia aperte una missione di civilizzazione. Tuttavia, di là dagli abissi dello spazio, menti che stanno alle nostre come le nostre stanno a quelle degli animali bruti, intelletti vasti, freddi e spietati guardavano la terra con invidia e preparavano, lentamente ma con fermezza, i loro piani contro di noi."
H. G. Wells - La guerra dei mondi

H.G.Wells