25 marzo
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Se, come noi, amate le atmosfere "Southern Gothic", allora non potete non amare la meravigliosa FLANNERY O'CONNOR, la "Signora del Sud", una delle piu grandi scrittrici americane. Insieme a William Faulkner, Truman Capote e Tennessee Williams , la nostra Flannery è nella cerchia dei maestri della letteratura gotica sudista ed è una dei maggiori modelli a cui si sono ispirati scrittori come Raymond Carver, Cormac McCarthy e Joe R. Lansdale (almeno nei suoi romanzi meno estremi). Insomma, cari amici dei Mutzhi Mambo, se vi piacciono gruppi come 16 Horsepower, Handsome Family, Hank Williams III e Slim Cessna Auto Club, se adorate le vicende morbose ambientate negli stati meridionali degli USA, con tanti personaggi malati, fanatici, bigotti, adorerete Flannery e le sue storie tetre, scure ma crudemente realistiche, di perdizione sicura e difficile riscatto, che fanno pensare alla lontananza e all’inconoscibilità di Dio e suggeriscono una spiritualità sentita ma tenebrosa, rurale, quasi pagana. Le opere della O’Connor non sono quello che ci si potrebbe aspettare da una narratrice di ispirazione dichiaratamente cristiana (anzi, proprio cattolica ortodossa!). I suoi racconti non fanno da pretesto per prediche infuocate né si dilungano in riflessioni blande e noiose. Sono semmai storie cupe, brutali e divertenti, piene di tensione e ironia. Sfidano chi le legge a scovare l’azione della Grazia divina nei luoghi e nelle situazioni da cui detta Grazia sembra tenersi bene a distanza, negli angoli più sperduti della provincia Americana del Sud, tra personaggi ingenui od orgogliosi, avidi o umili, sinistri o ridicoli. Mooolto Pulp, insomma... Mary Flannery O'Connor naque a Savannah, nel cuore profondo della Georgia, il 25 marzo del 1925. Nel 1937 al padre fu diagnosticato un lupus eritematoso sistemico, una malattia del sistema immunitario che ti consuma tutto, ossa comprese, per il quale morì il 1º febbraio 1941, quando Flannery aveva solo 15 anni. Purtoppo la giovane non dovette affrontare soltanto il peso della perdita del padre, ma anche il problema dell'ereditarietà della malattia. All'età di sei anni, Flannery insegnò a un pollo a camminare all'indietro e fu la prima occasione di celebrità. Gli inviati della rivista Pathè News filmarono la piccola "Mary O'Connor" con il suo pollo e quelle immagini fecero il giro del paese. Flannery disse in seguito: «C'ero anch'io con il pollo. Ero là solo per assisterlo, ma fu il momento culminante della mia vita. Tutto quello che è accaduto dopo, è stata solo una anticlimax». Frequentò la Peabody Laboratory School, presso la quale si diplomò nel 1942. Entrò al Georgia State College for Women, per un corso della durata di tre anni e si laureò in sociologia nel giugno del 1945. Nel 1946 venne accettata al prestigioso Iowa Writers' Workshop. Dall'estate del 1948, O'Connor lavorò al suo primo romanzo e a diversi racconti presso Yaddo, una comunità di artisti di Saratoga Springs, dove rimase per alcuni mesi, facendovi la conoscenza di Robert Lowell, il massimo esponente della poesia confessionale (nel senso di autobiografica, non in senso religioso...) e sua moglie Elizabeth Hardwick, anch'essa scrittrice e critica letteraria. Nel 1949, a New York, conobbe Robert Fitzgerald (poeta e traduttore dal greco di opere teatrali e di poemi, come l' "Edipo re" e i poemi omerici) e accettò l'invito di soggiornare con lui e la moglie Sally presso Redding, nel Connecticut. Nel 1951 le fu diagnosticato il lupus, per cui fece ritorno alla fattoria di famiglia, Andalusia, a Milledgeville. Le aspettative di vita erano di cinque anni, ma lei sopravvisse quasi per 15. Ad Andalusia allevava pavoni, arrivando ad averne un centinaio. Amante dei pennuti, allevò anche anatre, galline, e utilizzò questi animali come simboli nei propri scritti. Descrisse i suoi pavoni in un saggio intitolato "The Kings of Birds". Flannery era una fervente cattolica, che si trovava a vivere nella famigerata "Bible Belt", il Sud protestante e conservatore, quello della segregazione razziale, dove i papisti erano amati come le cartelle delle tasse (un po' come uno sciita tra i sunniti, insomma...). Si procurò libri di teologia e occasionalmente teneva conferenze su argomenti religiosi e letterari, viaggiando anche parecchio nonostante la fragilità della sua salute. Non si addormentava senza aver letto qualcosa della "Summa Theologiae" di Tommaso d'Aquino. Tenne pure una fitta corrispondenza epistolare con scrittori del calibro del già citato Lowell e della poetessa Elizabeth Bishop. Da buona beghina, non si sposò mai, confidando solo nella compagnia dei suoi amici di penna e di sua madre. Scrisse 32 racconti, 2 romanzi, alcune prose d'occasione e più di 100 recensioni di libri per due giornali locali, mentre affrontava la battaglia contro il lupus. Divenne famosa soprattutto per i due romanzi "La saggezza nel sangue" (1952) e "Il cielo è dei violenti" (1960). Il primo narra la folle e impossibile predicazione del protagonista, la fondazione di una Chiesa del vero Cristo senza Cristo (della quale, in realtà, lui dovrebbe essere l'unico adepto), e restituisce alla perfezione l'assurdità di uno spaccato sociale nel quale nessuna moralità è possibile, eppure la redenzione è l'unica via di scampo. Il risultato è un libro fantastico che riesce a rimanere grottesco, evitando in questo modo la caduta nel melodrammatico; nel secondo si parla di scontro fra fondamentalismi con un anziano zio e suo nipote che vivono isolati dal mondo, in mezzo a un bosco. La loro vita è illuminata dalla follia del sentirsi profeti, destinati a grandi cose, in contrasto con il padre del ragazzo che, ateo altrettanto convinto e radicale, cerca in ogni modo di riportare alla ragione almeno il ragazzo: un romanzo emozionante, crudo, disperato e, purtroppo, sempre troppo attuale. Significativi anche i suoi racconti, che in mezzo a situazioni grottesche e personaggi memorabili sottolineano la presenza di un fattore imponderabile nell'esistenza dell'uomo grazie all'introduzione nella trama di circostanze imprevedibili e a una profonda indagine sui comportamenti umani. Alcune vicende sono estremamente crude, ciniche e politicamente scorrette. Un ragazzino povero cerca un riscatto sociale minimo esibendo un tacchino selvatico trovato nei boschi, finché non incontra un branco di ragazzini maligni che glielo sottraggono e lo minacciano. Una ragazza insicura si porta il nonno centenario alla cerimonia di consegna dei diplomi per mostrarlo come se fosse un trofeo, e nemmeno si accorge che lui è morto nella carrozzella. Uno storpio furbo e cialtrone manipola una donna con una figlia disabile in una fattoria dimenticata da Dio per estorcere alla donna un'automobile e dei soldi e poi abbandonare la ragazza in un diner. Nessuno di questi episodi è trattato con moralismo, non vengono impartite lezioni se non quella che ricorda all'essere umano le sue tante bassezze. Flannery morì al Baldwin County Hospital il 3 agosto 1964, a soli 39 anni, per complicazioni dovute all'emergenza di un fibroma in aggiunta al lupus. Se esiste il Dio uno e trino della Santa Romana Chiesa, un posto in paradiso ce l'ha assicurato. Se...

"Attraversiamo la Georgia alla svelta, così non dobbiamo guardarla troppo” propose John Wesley.
“Se io fossi un bambino, non parlerei così dello stato dove sono nato” disse la nonna. “Il Tennessee ha le montagne e la Georgia ha le colline”.
“Il Tennessee è un cesso pieno di buzzurri” dichiarò John Wesley “e anche la Georgia fa schifo”.
Flannery O'Connor - A Good Man Is Hard To Find

Flannery OConnor